Tutto il mondo del lavoro si sta mobilitando contro la riforma del lavoro, 
ma nessuno ne parla      
Nel quarto giorno consecutivo degli scioperi a difesa dell’art. 18 non  solo la lotta coinvolge nuovi luoghi di lavoro, ma cresce il numero  delle iniziative unitarie.
Particolarmente significativo quanto accaduto in Liguria in alcuni cantieri navali del gruppo Fincantieri.
Al Muggiano,  in provincia di La Spezia, i dipendenti del cantiere si sono riuniti  stamattina presto in assemblea e hanno deciso di proclamare uno sciopero  unitario. Dalle prime luci dell’alba più di 300 lavoratori hanno  stazionato davanti ai cancelli della fabbrica. Intorno alle ore 8:30,  quando gli scioperanti erano diventati circa 800, i lavoratori,  preceduti dallo striscione della Rsu sono usciti dal cantiere imboccando  la strada che va verso La Spezia. Lo sciopero, cui ha aderito la quasi  totalità dei dipendenti, ha avuto una durata di 4 ore.
Sempre in  Liguria un altro sciopero unitario è stato proclamato dalla  Rappresentanza sindacale Fim, Fiom, Uilm della Fincantieri di Riva Trigoso  (Genova). Qui lo sciopero è stato proclamato per 2 ore, e cioè dalle  9:00 alle 11:00 per i lavoratori del turno mattutino e di quello  centrale, e dalle 14:30 alle 16:30 per i lavoratori del turno serale;  compresi, in entrambi i casi, i dipendenti delle ditte di appalto.
Iniziativa  unitaria, assunta in questo caso dalle segreterie provinciali dei  sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Uglm, anche all’AnsaldoBreda –  comprese le aziende dell’indotto - di Pistoia. Durante lo sciopero, i lavoratori hanno manifestato per le vie cittadine fino a raggiungere la Prefettura.
Inoltre, due ore di sciopero sono state indette per oggi dalla Rsu della Indesit di Caserta.
Uno  sciopero di 2 ore con manifestazione davanti ai cancelli della Saras,  la raffineria petrolifera dei fratelli Moratti, si è svolto stamani  nella zona industriale di Sarroch (Cagliari).
Secondo  un comunicato della Fiom-Cgil Sardegna, “tutto il settore degli appalti  si è fermato” mentre “hanno partecipato all’iniziativa anche i delegati  di tutte le altre categorie dell’area industriale, tra cui molti  delegati di Fim e Uilm che hanno condiviso le considerazioni e le  proposte della Fiom”. 
Sempre in Sardegna, altre iniziative di lotta sono  attese per domani.
“Contro lo stravolgimento dell’art. 18”, dalle  14:45 alle 16:45 di oggi hanno scioperato, su iniziativa della Fiom,  anche i metalmeccanici delle aziende dell’indotto negli impianti  petrolchimici di Priolo, Melilli e Augusta in provincia di Siracusa.
Per  tutta la giornata sono giunte notizie relative all’andamento degli  scioperi in Piemonte e Lombardia.
In particolare, hanno scioperato a Torino i lavoratori della Thales Alenia Space, dell’Alenia e della Microtecnica, oltre all’Avio di Rivalta, alla Pininfarina di Cambiano, alla Fga (ex Itca) di Collegno e alla Eaton di Bosconero. 
Quattro ore di sciopero sono state effettuate in provincia di Cuneo  in 6 aziende: Alstom, Falci, Merlo, Bitron, Mahle e Caroni.
Due ore  alla Lagostina (Verbania-Cusio-Ossola) e alla Magnola di Santhià (Vercelli).
In provincia di Milano,  l’ondata di scioperi ha coinvolto le seguenti aziende: Bcs di Cusago,  Cemp di Senago, Lastra di Vimodrone, Otis e Nokia Siemens di Cassina de’  Pecchi, Lottomatica di Pero, Metrica di San Donato, Cedaspe di San  Giuliano, oltre alla Rockwell e alla Geodis di Milano città.
Alte le adesioni agli scioperi indetti per oggi dalla Fiom nella fabbriche nel settore aeronautica in Campania: Alenia Aeronautica di Pomigliano (70%), Nola (60%), Capodichino (50%), Casoria (75%) e Magnaghi (80%).
Infine,  due ore di sciopero a fine turno sono state proclamate per oggi dalla  Fiom di Taranto in tutte le imprese metalmeccaniche della provincia. 
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La verità non ci piace? Nascondiamola. 
Ovvero quando un sondaggio fallisce.
Che triste storia per il Corriere della Sera, il quotidiano di  Via Solferino si trova a dover fare i conti con lettrici e lettori  consapevoli, che non hanno ingoiato le menzogne istituzionali sulla  riforma del mercato del lavoro. E quando la verità è scomoda la si  caccia via dalla pagina.
Una storia misera che rende  bene l'idea dello stato dell'informazione in Italia, per nulla superato  con la caduta di Berlusconi. La cronaca è semplice, di mattina presto,  il quotidiano on line lo fa quasi ogni giorno, è partito il solito  sondaggio per captare la volontà dei lettori. 
La domanda è semplice: La  Cgil indice 16 ore di sciopero per difendere l'articolo 18, siete  favorevoli o contrari?
E quì entriamo nel campo della grafica, un  mestiere complesso. 
Dopo un paio d'ore i contrari allo sciopero  risultavano essere la maggioranza, circa il 55% dei votanti, il 45 %  favorevoli. 
Si arriva alla tarda mattinata e il divario rapidamente  diminuisce, intorno alle 12 i contrari erano il 51% i favorevoli il 49%. 
Casualmente e in assenza di rilevanti notizie lo spazio grafico  riservato al sondaggio diminuiva visibilmente. 
Alle 14 i favorevoli allo  sciopero erano quasi il 57% i contrari il 43%. 
Sorpasso avvenuto con  ampio margine. 
In serata la sorpresa, il sondaggio spariva dalla home  page, votare risultava impossibile. 
A quel punto una rapida ricerca in  rete e si svela l'arcano: oltre il 59,2% dei votanti al sondaggio hanno  dichiarato di appoggiare lo sciopero 
Sondaggio da far sparire, risultato  pericoloso, meglio continuare a far credere che con questa riforma  calerà lo spread (peraltro oggi in salita) e usciremo tutti lieti e  felici dalla crisi. 
Del resto, trovando scarsa contestazione anche da  Repubblica si erano sparati in tema grandi colpi di cannone fino a dire  che l'abrogazione dell'articolo 18 vale 200 punti di spread. 
Mentono  sapendo di mentire e di poter contare su un controllo pressoché totale  dei media. 
Ma le persone in carne e ossa hanno memoria e certe  cialtronaggini cadono nel fango, tanto da essere occultate.  
controlacrisi.org - 22/03/2012
 
 
 
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