L'obiettivo principale del governo sembra essere proprio quello di introdurre la libertà di licenziamento. La riforma è squilibrata anche per quanto riguarda il superamento del dualismo del mercato del lavoro. Lo ha spiegato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, ieri sera (20 marzo) alla fine dell'incontro a palazzo Chigi con il governo. Con la proposta governativa - ha spiegato il Segretario Generale - viene meno l'effetto "deterrente" dell'articolo 18. E' anche molto significativo il fatto che la parte relativa all'articolo 18 non sia mai stata davvero messa in discussione e che il problema della lunghezza dei processi sia stato dirottato verso la riforma della giustizia. Come per le pensioni, ancora una volta i prezzi più alti si chiedono ai lavoratori. Ora la parola passa al direttivo. Giovedì nuovo appuntamento. Non ci sarà un accordo da sottoscrivere, ma una "verbalizzazione". Poi si andrà in Parlamento
La CGIL ribadisce la sua posizione sulla riforma del mercato del lavoro. E' necessario superare le attuali storture estendendo le protezioni sociali anche a tutti coloro che oggi ne sono esclusi. Da anni la CGIL conduce una battaglia per l'allargamento dei diritti e per riunificare un mercato del lavoro sempre più frantumato. Per questo si ritiene necessaria una vera riforma del mercato del lavoro. Ma è ormai evidente a tutti che non può esistere nessuna riforma senza le indispensabili risorse finanziarie. Ed è questo il motivo che rende molto difficile la trattativa con il governo, ormai in una fase decisiva, ma appunto anche molto delicata. "Nessuna nuova risorsa sugli ammortizzatori sociali da parte del governo ma solo una diversa distribuzione di quelle esistenti". Questa è stata la sintesi di Susanna Camusso, leader della CGIL, al termine dell'incontro di ieri (12 marzo) tra le parti sociali e il governo sulla riforma del mercato del lavoro. "Stiamo facendo una trattativa e continuiamo a farla. Ci sono sfumature, bisogna vedere la conclusione", ha spiegato il segretario generale. Il governo parla di universalità, spiega oggi il segretario generale, ma poi non mette le risorse sul tavolo.
Sempre alla fine dell'incontro di lunedì, alla domanda dei giornalisti su un eventuale accordo separato, Susanna Camusso ha così risposto: “Non vedo aria, non vedo spifferi, vedo una trattativa difficile”. E a chi le chiedeva se il fronte sindacale fosse compatto, Camusso ha risposto: “Penso di sì. Ci sono sfumature, bisogna vedere la conclusione”. Ma siccome il governo non è stato in grado di indicare dove si potranno trovare le risorse per estendere gli ammortizzatori sociali, Susanna Camusso ha dovuto prendere atto che è stato fatto un passo indietro. “Il dato di oggi è un passo indietro”, ha detto la leader della CGIL, sulla riforma del mercato del lavoro. L'accelerazione dell'ingresso della riforma degli ammortizzatori, ha spiegato, ''si traduce nel breve periodo, durante la crisi, in una riduzione della copertura e nessun vantaggio sulla prestazione economica”.
Il passaggio è dunque molto delicato, come ha spiegato questa mattina (13 marzo) anche il segretario confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, che ha partecipato alla trasmissione Rai 3, Agorà. “Questa riforma è contro i giovani. Non è vero che la riforma è universale. Gli ammortizzatori sociali lasciano fuori i lavoratori monocommittenti - 600mila persone - insieme a tutti i precari che fanno due lavori e con i loro contratti non riescono a mettere insieme i periodi per ottenere l'indennità di disoccupazione. Il problema è che resta fuori un milione di persone e sono subordinati a tutti gli effetti”. Sul vertice di ieri tra governo e parti sociali, Fammoni ha aggiunto: il "bilancio non è positivo. Ci è stato detto che le risorse ci saranno, ma non ci sono state quantificate. E sulle forme di ingresso al lavoro c'è solo 'manutenzione'”
http://www.cgil.it - 20/03/2012
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