Ma la presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, e il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, hanno degli omonimi?
Questo dubbio è legittimo perché su tutti i giornali sono comparse dichiarazioni con questi nomi che erano una vera e propria sponsorizzazione del ruolo di Pierferdinando Casini nella crisi politica. Emma Marcegaglia affrontava temi e modalità della campagna elettorale e sosteneva che rispetto ad essa era meglio un governo del tipo di quello sponsorizzato dal leader dell’Udc. Più o meno le stesse cose sosteneva Raffaele Bonanni. In più, in un incontro in Lombardia, sempre la signora Emma Marcegaglia, scavalcava a destra la Lega Nord sostenendo che le regioni pronte per il federalismo potevano partire subito. Queste due persone, che oscillano tra l’appoggio a Casini e quello alla secessione padana, sono le stesse che hanno più volte accusato la Fiom di fare politica?
Sì perché quando la Fiom si è opposta ai tanti disastrosi accordi separati, con argomenti squisitamente sindacali, è stata accusata di strumentalità politica proprio dalla presidente della Confindustria e dal segretario della Cisl. Ora costoro intervengono a piedi giunti nella crisi di governo, danno consigli, suggerimenti, assumono persino qualche ruolo che sarebbe di competenza di altre sedi istituzionali.
Viene il dubbio, allora, che siano persone diverse coloro che hanno accusato la Fiom di fare politica perché non accettava i loro accordi. E che altri siano quel Bonanni e quella Marcegaglia che adesso entrano nella crisi politica e ne suggeriscono svolgimenti e conclusioni. Mancano solo, per ora, le indicazioni di voto.
Si sa, l’Italia non è il paese delle coerenze ma, di fronte alla crisi del regime berlusconiano, questi interventi nella politica fatti a nome di non meglio precisati interessi delle parti sociali, sono davvero sfacciati.
Questo dubbio è legittimo perché su tutti i giornali sono comparse dichiarazioni con questi nomi che erano una vera e propria sponsorizzazione del ruolo di Pierferdinando Casini nella crisi politica. Emma Marcegaglia affrontava temi e modalità della campagna elettorale e sosteneva che rispetto ad essa era meglio un governo del tipo di quello sponsorizzato dal leader dell’Udc. Più o meno le stesse cose sosteneva Raffaele Bonanni. In più, in un incontro in Lombardia, sempre la signora Emma Marcegaglia, scavalcava a destra la Lega Nord sostenendo che le regioni pronte per il federalismo potevano partire subito. Queste due persone, che oscillano tra l’appoggio a Casini e quello alla secessione padana, sono le stesse che hanno più volte accusato la Fiom di fare politica?
Sì perché quando la Fiom si è opposta ai tanti disastrosi accordi separati, con argomenti squisitamente sindacali, è stata accusata di strumentalità politica proprio dalla presidente della Confindustria e dal segretario della Cisl. Ora costoro intervengono a piedi giunti nella crisi di governo, danno consigli, suggerimenti, assumono persino qualche ruolo che sarebbe di competenza di altre sedi istituzionali.
Viene il dubbio, allora, che siano persone diverse coloro che hanno accusato la Fiom di fare politica perché non accettava i loro accordi. E che altri siano quel Bonanni e quella Marcegaglia che adesso entrano nella crisi politica e ne suggeriscono svolgimenti e conclusioni. Mancano solo, per ora, le indicazioni di voto.
Si sa, l’Italia non è il paese delle coerenze ma, di fronte alla crisi del regime berlusconiano, questi interventi nella politica fatti a nome di non meglio precisati interessi delle parti sociali, sono davvero sfacciati.
di Giorgio Cremaschi (articolo pubblicato su Micromega)
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