Germania: Lavoratori Opel sotto ricatto.
GM sceglie l’opzione divide et impera
GM sceglie l’opzione divide et impera
Tira un brutto vento nella stabilimento Opel
 di Rüsselsheim, nel ricco Land dell’Assia, dove 3.200 operai producono i
 modelli Astra e Insignia. Un vento di paura per il posto di lavoro e 
per il futuro. E la preoccupazione è talmente forte che gli operai sono 
disposti a farsi decurtare gli stipendi.
General Motors
 vuole dislocare la produzione della Opel Astra dalla Germania. I 
dipendenti invece vogliono mantenerla nello stabilimento di Rüsselheim e
 per questo hanno fatto sapere di essere pronti ad accettare stipendi 
più bassi per un importo complessivo di 35 milioni di euro.
È il timore per la chiusura dello stabilimento, più volte minacciata 
da General Motors e poi rimangiata tramite accordi sindacali sulla carta
 validi almeno sino al 2014, senza però mai convincere del tutto sulle 
reali intenzioni della casa madre, a portare il consiglio di fabbrica 
che rappresenta i lavoratori di Rüsselheim a proporre la riduzione degli
 stipendi. Solo qualche giorno fa il Betriebsrat, il consiglio di 
fabbrica, aveva categoricamente respinto l’ipotesi di un taglio agli 
stipendi.
Qualcosa di importante è successo nel frattempo. Secondo informazioni
 diffuse dal quotidiano di Francoforte “Frankfurter Allgemeine Zeitung”,
 la General Motors pianifica di trasferire la produzione della 
prossima generazione del modello Astra nello stabilimento inglese di 
Ellesmere Port e in quello polacco di Gliwice per pore fine alle annose 
perdite finanziarie. 
General Motors denuncia perdite notevoli a causa della Opel, ma la 
casa madre di Detroit dimentica di menzionare il peso di alcuni errori 
strategici denunciati più volte qui in Germania e fatti ad hoc a
 favore della vendita dell’americana Chevrolet. GM infatti impedisce 
alla Opel, con un blocco del numero delle esportazioni, di vendere più 
auto nei paesi emergenti. 
Ma c’è di più. Gli operai in Inghilterra e in Polonia sono meno cari e più flessibili e a Rüsselheim pagati troppo. Per questo a Detroit pensano all’outsourcing.
La strategia scelta dal management della Opel è quella di 
mettere uno stabilimento contro l’altro, operai contro operai, Bochum 
contro Rüsselheim. In gioco c’è la presenza Opel in Germania. Ed è un gioco che si fa duro e sporco.  
Perché è da mesi che si fanno insistenti le voci di una chisura degli
 stabilimenti. In un primo tempo si pensava che la scelta fosse caduta 
su Bochum e Ellesmere Port, ora invece il consiglio d’amministrazione 
della Opel deciderà entro maggio in quali stabilimenti produrre la nuova
 Astra dopo aver concluso le consultazioni con le rappresentanze 
sindacali.
È lo Spiegel online a scrivere che il management della Opel pare aver
 scelto la strategia del “divide et impera”, aizzando le maestranze le 
une contro le altre e alimentando la concorrenza tra stabilimenti per 
piegare le resistenze contro i propositi di rinconversione.
Il general manager della Opel, Karl-Friedrich Stracke, non si 
sbilancia e pone l’accento sul fatto che a Rüsselheim rimarrebbe la 
produzione della Insignia. Ma consiglio di fabbrica e operai sanno bene 
che questo significherebbe la chiusura dello stabilimento Opel più 
moderno perché sottosfruttato.
A meno che, tornando alla strategia del “divide et impera”, 
l’obiettivo non sia lo stabilimento di Bochum la cui produzione potrebbe
 essere spostata con facilità a Rüsselheim dove verrebbe prodotta la 
Zafira.
L’IG Metall
 ha fatto sapere “che non si farà ricattare dal consiglio 
d’amministrazione”, riporta lo Spiegel, e richiede un piano economico 
per la salvaguardia dei quattro stabilimenti Opel della Germania. In 
caso contrario, il sindacato minaccia di non sostenere il management nei
 piani di riconversione e di miglioramento dell’efficienza. Un segnale 
tuttavia opposto a quello appena lanciato di riduzione degli stipendi.
Il grande problema della Opel è che in Europa le sue auto non si 
vendono rispetto a quelle della concorrenza, in particolare rispetto 
alla Golf concorrente della Astra. L’anno scorso la Opel ha venduto 
circa 330.000 Astra, cifre lontane da quelle della Volkswagen. 
Sindacato, consigli di fabbrica e maestanze sono però convinti che se GM
 desse il via libera a maggiori esportazioni la Opel potrebbe salvarsi.
di Massimo Demontis (Berlino) - 09/05/2012
http://cambiailmondo.org/
 
 
 
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