"Il Governo sta lavorando al Piano Destinazione Italia, che a fine 
settembre presenteremo e approveremo, con dentro un grande pacchetto di 
dismissioni e incentivazioni per l'attrazione degli investimenti esteri"
Enrico Letta, primo ministro italiano (8 settembre 2013)
Prima di questa dichiarazione, la Cassa Depositi e Prestiti deteneva il 
27% di ENI e un altro 4% scarso lo Stato lo controllava direttamente. 
Poi bisogna vedere quanto 'autonomamente' erano fatte le scelte 
manageriali pubbliche, quanto in un'ottica pubblica e repubblicana e 
quanto in un'ottica cieca al "servizio" della nazione, ovvero asserviti a
 leggi di mercato. 
Dopo questa dichiarazione di Letta, a chi andranno a prezzo scontato 
parti dell'ENI? Alla Russia? Ai cinesi? O ci sposteremo a chiedere 
moneta fino nel Golfo Persico?
Vendere macchine, aziende, persone in cambio di liquidità è un sistema che non funziona
 per rimettere in piedi un paese, d'altra parte è da 4 secoli che 
l'Occidente deruba ad esempio l'Africa, pigliando risorse in cambio di 
carta straccia. 
Avremo (pochi) soldi in cambio di manodopera, di 
produzione e trasformazione di materie prime, per comprare a caro prezzo
 energia e manufatti finiti ai nostri vicini. 
L'Italia diventerà un 
paese di zombi, giovani senza più alcun progetto realizzabile ed anziani
 che ricevono pensioni sempre più magre giusto per comprare la mela 
quotidiana. 
Il progetto di Letta, che di Letta non è ma viene 
dall'estero, è il progetto di chi stringe ancora un po' il cappio 
attorno al collo.
Svendere, smontare, spostare, portar via, è sempre stata e sempre sarà una perdita. Spesso irreversibile. 
Ma questo ci impongono i padroni del vapore.
Ma questo ci impongono i padroni del vapore.
Amen
http://petrolitico.blogspot.it
08/09/2013 
 
 
 
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