Accusati 9 lavoratori per le proteste contro la Fornero
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In settembre a Modena, presso gli uffici del Prefetto cominceranno a Modena le audizioni per i 9 lavoratori sanzionati per l'occupazione dell'Autostrada A1, avvenuta il 31 marzo 2011 nell'ambito della campagna nazionale di lotta contro la Riforma Fornero e per la difesa dell'art.18. Il 31 marzo del 2012, più di 7000 operai metalmeccanici, giunti davanti al casello di Modena Nord, rompendo spontaneamente cordoni e trattative improvvisate con la Digos, decisero di entrare in A1 e di bloccarne la circolazione. L'inziativa si concluse senza danni o tensioni, con ulteriori blocchi di “ritorno” lungo la via Emilia. L'entusiasmo dei lavoratori quel giorno era alle stelle, per aver finalmente partecipato ad un'inziativa non rituale ed essere riusciti persino a “forzarne” l'esito verso l'azione diretta. Alcuni mesi dopo, arriva la rappresaglia: a 9 lavoratori (su 7.000!) viene contestata l'azione del 31 marzo, con la richiesta di pagare 2500 euro ognuno per l'infrazione commessa. Ora: in un Italia in cui dalla Val Susa alla Sicilia fioccano arresti e criminalizzazioni di ogni tipo, questi provvedimenti possono risultare blandi o secondari. Ma qualche considerazione va fatta: 1) è la prima iniziativa della CGIL che a Modena subisce una sanzione giudiziaria/amministrativa da decenni a questa parte. Un brutto calcio in culo, per un sindacato che in questa città è sempre stato nella stanza dei bottoni. Un chiaro segno dei tempi. 2) La sanzione pecuniaria, lungi dall'essere una misura debole o affievolita, rappresenta un pericolo crescente per le lotte sociali: Procure, Questure e Prefetture, spesso evitano la via scivolosa della denuncia penale (i processi sono lunghi e possono sfuggire di mano) e mirano nell'immediato a fare quanti più danni possibili sul piano economico a singoli soggetti, mirati o pescati a caso nella massa. Questo sistema è usato spesso con gli studenti: la novità è l'utilizzo contro delegati e iscritti del sindacato più rappresentativo. 3) La CGIL modenese ha sempre taciuto sulla vicenda, mentre la Fiom l'ha subita come un'infortunio da non ripetere: ma la massa di operaie e di operai che quel giorno si sono riversati sulla carreggiata della Milano Napoli, nell'azione di lotta più importante della storia sindacale modense negli ultimi vent'anni, rappresentano una lezione da non dimenticare per i profeti del “... tanto i lavoratori non ci seguono...”. Quando si fa sul serio, gli obiettivi sono forti, il terreno di lotta è chiaro, non solo i lavoratori “...ci seguono”, ma spesso e volentieri corrono avanti più veloci delle mediazioni di piazza o di palazzo. Per le burocrazie e le Questure questo può essere un bel problema da risolvere con denunce e maxi multe. Ma per chi agita il conflitto sindacale e sociale, è una lezione preziosa. Adesso c'è da capire la volontà di andare fino in fondo da parte della Prefettura (l'organo di appello alle sanzioni). Nel caso si confermasse tale volontà punitiva, le lavoratrici e i lavoratori che quel giorno erano in autostrada con la FIOM dovranno tutti essere nuovamente mobilitati nella solidarietà ai loro compagni colpiti, così come la CGIL dovrà schierarsi apertamente, mettendoci la faccia, a tutela dei propri iscritti. G. Iozzoli http://www.rete28aprile.it - 12/09/2013 |
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