lunedì 23 settembre 2013

Comunicato Rete 28 aprile - Verona




IL RICATTO E’ LA NUOVA POLITICA
INDUSTRIALE DEI PADRONI.

La nuova politica industriale non è fatta di investimenti, ricerca e innovazione ma di ricatti.
Da Marchionne ai Riva questa è la nuova strategia dei padroni contro le lotte dei lavoratori e i loro diritti ormai quasi completamente cancellati.
La crisi è ben lontana dalla soluzione, anche se governo di ladre intese e padroni hanno inventato una ripresa che serve solo a distribuire denaro pubblico alle imprese, ma che dai dati ufficiali non ha alcun riscontro, giacché la disoccupazione e la precarietà sono aumentate anche quest’anno ed il Pil “è deludente”, come afferma la commissione dell’Unione Europea; che usa un eufemismo per dire che il nostro PIL è semplicemente disastroso.
In parole più semplici la ripresa è una ripresa per i fondelli.
Di fronte a questi ricatti la risposta del governo è di fare decreti ad hoc per permettere ai padroni di turno di continuare a sfruttare sempre più i lavoratori e a continuare ad inquinare il territorio provocando disastri e dissesti ambientali e morte.
Le cosiddette “parti sociali”(una volta si chiamavano sindacati e la Confindustria era il sindacato dei padroni che era la controparte sociale) balbettano e aspettano commissariamenti salvifici che salvano solo i profitti delle imprese che ricattano e inquinano.
E di tutto ciò si finisce per scaricare la colpa sulla magistratura che applica le leggi di questo Stato e ne pretende il rispetto. Applausi alla magistratura quando colpisce gli immigrati ma guai a toccare i padroni e i condannati per frode fiscale che reclamano “agibilità politica”.

La Costituzione Italiana, che un parlamento nominato vuole stravolgere perché indigesta a chi vuole le “mani libere”, sancisce che:
    Art. 41: L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
    E l’art. 43: A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale. 
Nel caso di Riva Acciaio, ancor di più, in quanto attività d’interesse generale giacché ha il monopolio dell’acciaio nazionale, vi sono gli estremi per la nazionalizzazione e senza indennizzo, giacché dovrebbe essere riva ad indennizzare lo Stato e i lavoratori per i danni provocati agli esseri umani e al territorio. Non ci si può limitare a chiedere lavoro perché il lavoro senza diritti fondato sui ricatti non è lavoro ma schiavitù.


La Rete 28 Aprile – opposizione CGIL esprime la propria solidarietà ai lavoratori con la propria presenza nelle piazze  e sui luoghi di lavoro,  contro ogni ricatto e attacco ai diritti del lavoro e costituzionali.
La Rete 28 Aprile si impegna a continuare nella CGIL il dibattito e, quando necessario, il conflitto democratico, per un’opposizione più incisiva contro la linea di governo e padroni per riportare nella lotta e nella contrattazione nazionale i diritti cancellati e per una più forte risposta complessiva fuori fa ogni compatibilità e responsabilità che non riguardano i lavoratori che troppo hanno già dato senza ricevere in cambio che disoccupazione, precarietà e miseria.

Rete 28 Aprile – opposizione CGIL Verona,
Via G. dai Libri, 4 37.131 Verona – tel. 338-8717731

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