Il Direttivo nazionale della Cgil il 10 e 11 maggio ha compiuto una scelta negativa, approvando un documento che, nella sostanza, propone un patto sociale “per la crescita” con la Confindustria, e alla fine con il governo, e accetta il ridimensionamento del ruolo del contratto nazionale. Come è stato dichiarato dal segretario generale della Fiom che ha votato contro assieme a tutta la minoranza congressuale, questo documento apre la via alle deroghe, la cui responsabilità viene addossata alle Rsu che spesso sono costrette a operare in condizioni difficili e di ricatto. E’ quindi una svolta moderata, che va contrastata nell’organizzazione. Il voto finale è stato di 77 a favore, 19 contrari e 3 astenuti. Tutta la minoranza congressuale ha votato contro. Ad essa si è aggiunto il voto contrario del segretario generale della Filctem, che ha espresso un giudizio particolarmente critico proprio sul tema dello spazio concesso alle articolazioni e alle deroghe al Contratto. I tre astenuti appartengono invece alla maggioranza congressuale. Tutti quei dirigenti, in particolare dell’Emilia e di alcune categorie, che avevano chiesto tempi più lunghi per la discussione senza farla precipitare con una decisione politica, hanno alla fine votato a favore del documento della segreteria. Lo stesso ha fatto Lavoro società, che pure inizialmente aveva espresso delle critiche. Particolarmente negativo è stato poi il voto sul documento che chiedeva la cessazione immediata dei bombardamenti in Libia, che ha visto Lavoro società schierarsi contro di esso, assieme alla segreteria.
Il Comitato direttivo della Cgil segna un ricompattamento della maggioranza congressuale su una linea moderata, sostanzialmente parallela all’evoluzione politica del Partito Democratico. C’è quindi la necessità per la minoranza congressuale, in tutte le sue articolazioni, di decidere come affrontare questa svolta che, a nostro parere, può essere messa in discussione solo attraverso la costruzione di una diffusa critica e opposizione ad essa in tutto il corpo dell’organizzazione. Di tutto questo dovrà discutere l’area “La Cgil che vogliamo” nei suoi prossimi appuntamenti. Sono previste la riunione dei componenti del direttivo il 31 maggio e l’assemblea di tutti i delegati del congresso il 7 di giugno.
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