«Considero questa ipotesi di accordo, realizzata dopo diversi incontri di trattativa, una soluzione positiva: affronta il problema dell'uscita in mobilità dei lavoratori vicini alla pensione su base volontaria e permette di fare nuove assunzioni con contratti a tempo indeterminato». È il giudizio del segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini sull'intesa Piaggio. Un'intesa definita a partire dalla richiesta di mobilità avanzata dall'azienda per 400 addetti. Landini, al di là del ruolo, la realtà Piaggio la conosce da vicino, è stato tra i protagonisti del confronto che ha portato all'ultimo contratto integrativo. «L'azienda s'impegna, per la prima volta in esplicito in un'intesa sindacale, a realizzare importanti investimenti nello stabilimento e per le produzioni da svolgere a Pontedera - aggiunge il segretario Fiom -. Ora, come previsto nel nostro statuto, il giudizio finale spetta ai lavoratori. Ed è una regola per la Fiom, fondamentale a ogni livello». Eppure nella galassia dei metalmeccanici aderenti a Cgil le acque sono agitate. «In queste fasi è necessario da parte di tutti assumere atteggiamenti responsabili - taglia corto Landini -. Non è in discussione il diritto di esprimere il proprio punto di vista». E precisa: «Almeno all'interno della Fiom, è un vincolo per tutti mettere i lavoratori nelle condizioni di votare e decidere. E conseguentemente vincolarsi all'esito del voto». Mobilità o depontenziamento della fabbrica? «Credo sia un atto di solidarietà importante che persone dopo molti anni di fabbrica possano decidere di anticipare il proprio pensionamento e permettere l'assunzione di altre a tempo indeterminato. In questa vicenda non sono in discussione diritti indisponibili ma si tratta della mobilità volontaria e quindi di una scelta che il lavoratore può fare o no». Eppure il referendum per la maggioranza dei delegati della Rsu Fiom in Piaggio non è valido, anche per la previsione di un esito "falsato" dagli impiegati. «La mobilità è sia per gli impiegati che gli operai e per questo è importante che tutti siano messi nelle condizioni di potersi esprimere e valutare». Per i "duri" della sua organizzazione nella trattativa si poteva ottenere di più. «L'intesa nulla toglie o aggiunge ai problemi relativi a tempi, carichi e condizioni di lavoro. Occorre affrontarli con una vertenza. Lo si può fare anche in presenza di un'ipotesi di accordo che mi auguro venga approvata dai lavoratori».
Manolo Morandini
Articolo su il Tirreno
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