Chi, nonostante tutto, oggi continua a sostenere il presidente del consiglio Berlusconi? Non ci sono dubbi, i migliori appoggi esterni al governo sono venuti ancora una volta dalla presidente della Confindustria e dal segretario della Cisl.
Solo Emma Marcegaglia e Raffaele Bonanni hanno prontamente condiviso l'intervento sul Corriere della Sera con il quale Silvio Berlusconi chiedeva all'opposizione un patto sociale. Non solo Bersani, ma neppure Casini, neppure Bocchino, in fondo neppure la Lega, l'hanno preso sul serio. Solo la rappresentante degli industriali e il segretario della Cisl hanno sostenuto quella goffa proposta.
Che è piaciuta alla rappresentante dei padroni perché si basa sul rigetto di quella tassa patrimoniale che è stata lanciata da quei noti sovversivi che rispondono ai nomi di Giuliano Amato e Pellegrino Capaldo. La Confindustria vede rosso appena sente parlare di tasse sulla ricchezza e solo pochi anni fa il suo vicepresidente Alberto Bombassei accusò la Cgil di voler tornare alla lotta di classe, solo perché era stata avanzata la richiesta di tasse sui redditi più alti.
Quanto a Bonanni, il solo accenno alla parola patto provoca, nel firmatario dei diktat di Marchionne, un'eccitazione incontrollabile. Il segretario della Cisl sente dire “Patto” e subito scatta come un pugile suonato al rumore del gong: “sono d'accordo, son qua io”.
Ma forse non abbiamo colto un aspetto più di fondo. Marcegaglia e Bonanni provano per Berlusconi un vero disinteressato affetto. Ed è per questa ragione sentimentale che continuano a sostenerlo e ad appoggiarlo, a dispetto della realtà e, a volte, degli stessi interessi che rappresentano.
Quando finirà il regime di Berlusconi, e oramai quella data è vicina, bisognerà stare bene attenti a tutte e tutti coloro che sono stati presi da inguaribile attrazione nei suoi confronti. Costruire un'alternativa a quel regime alleandosi con chi fino all'ultimo lo ha sostenuto, sarebbe la cosa più stupida che potrebbe fare chi vuole davvero il cambiamento.
Giorgio Cremaschi
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