Tantissimi lavoratori, pensionati, giovani hanno partecipato al voto. In proporzione ha votato una quantità di persone maggiore che in occasione di altre consultazioni promosse unitariamente. Praticare la democrazia è una scelta che risulta fortemente condivisa. L’accordo separato sul modello contrattuale raccoglie una massa enorme di giudizi negativi
Scrivere il numero delle donne e degli uomini (lavoratori, pensionati, precari) che hanno partecipato alla consultazione promossa dalla sola CGIL sull’accordo separato, relativo al modello contrattuale del 22 gennaio scorso, rende ancora più evidente il grande risultato raggiunto.
Ricapitoliamo: nel mese di gennaio la CGIL chiede a CISL e UIL di promuovere, come fatto in altre occasioni, una consultazione unitaria sull’Accordo relativo al modello contrattuale. A fronte del loro rifiuto, la CGIL promuove la consultazione da sola (il voto si è concluso venerdì 27 marzo).
Considerato che la democrazia deve sempre sposarsi con la trasparenza, le regole adottate per gestire il voto in questa occasione sono state le stesse condivise con CISL e UIL nel 2007. Inoltre, grazie alla rigorosa tenuta dei seggi, abbiamo respinto tentativi di inquinare il voto.
Hanno partecipato alla consultazione promossa dalla CGIL 3.643.836 persone, che sono il 71% circa di quanti votarono nel 2007 alla consultazione promossa da CGIL, CISL e UIL in occasione della sottoscrizione con il Governo Prodi del Protocollo relativo al welfare.
Per rendere ancora più evidente il grande significato democratico che condensa questo risultato basti pensare che nel 2007 votarono 5.128.507 lavoratori e pensionati, pari al 42,41% della rappresentatività di CGIL, CISL e UIL che era di 12.092.687 tra iscritte e iscritti.
Se applicassimo lo stesso rapporto percentuale con gli iscritti alla CGIL, per reggere il confronto con il 2007, avrebbero dovuto votare 2.174.999 persone. Invece i 3.643.836 votanti nel 2009 rappresentano, rispetto ai 5.734.855 iscritti alla CGIL al 31 dicembre 2008, il 63,54%.
Complessivamente la CGIL da sola porta al voto oltre i 2/3 dei votanti del 2007.
Sempre in materia di confronti, nel 2005, nella consultazione promossa dalle tre Confederazioni in occasione della sottoscrizione del Protocollo, votarono 4.429.096 lavoratori, mentre in occasione della consultazione relativa al Protocollo del 23 luglio 1993 sulla politica dei redditi e sugli assetti contrattuali votarono 1.327.290 lavoratori.
Siamo quindi di fronte ad un risultato enorme sul versante della partecipazione e del voto, la dimostrazione concreta che il valore della democrazia è un valore attualissimo per lavoratori, pensionati, precari e che, tutte le volte che si mette in campo la richiesta di un pronunciamento, la partecipazione è molto alta perché le persone vogliono poter determinare le scelte che le riguardano. In questa direzione lo slogan che abbiamo adottato per la consultazione “Io voto, io conto” rappresenta al meglio il risultato ottenuto.
Inoltre la CGIL ha portato al voto una quota molto alta di non iscritti che, con la loro partecipazione, hanno rafforzato le ragioni della democrazia nel rapporto con i lavoratori.
L’esito della consultazione è, poi, nettissimo: il 96,27% esprime il proprio deciso dissenso all’accordo separato sul modello contrattuale.
Tutto ciò rappresenta un valore aggiunto rilevantissimo e mette a disposizione un risultato che dovrebbe consigliare attente riflessioni a più di una forza sociale, alle nostre controparti e al Governo.
TREMILIONISEICENTOQUARANTATREMILAOTTOCENTOTRENTASEI.
Scrivere il numero delle donne e degli uomini (lavoratori, pensionati, precari) che hanno partecipato alla consultazione promossa dalla sola CGIL sull’accordo separato, relativo al modello contrattuale del 22 gennaio scorso, rende ancora più evidente il grande risultato raggiunto.
Ricapitoliamo: nel mese di gennaio la CGIL chiede a CISL e UIL di promuovere, come fatto in altre occasioni, una consultazione unitaria sull’Accordo relativo al modello contrattuale. A fronte del loro rifiuto, la CGIL promuove la consultazione da sola (il voto si è concluso venerdì 27 marzo).
Considerato che la democrazia deve sempre sposarsi con la trasparenza, le regole adottate per gestire il voto in questa occasione sono state le stesse condivise con CISL e UIL nel 2007. Inoltre, grazie alla rigorosa tenuta dei seggi, abbiamo respinto tentativi di inquinare il voto.
Hanno partecipato alla consultazione promossa dalla CGIL 3.643.836 persone, che sono il 71% circa di quanti votarono nel 2007 alla consultazione promossa da CGIL, CISL e UIL in occasione della sottoscrizione con il Governo Prodi del Protocollo relativo al welfare.
Per rendere ancora più evidente il grande significato democratico che condensa questo risultato basti pensare che nel 2007 votarono 5.128.507 lavoratori e pensionati, pari al 42,41% della rappresentatività di CGIL, CISL e UIL che era di 12.092.687 tra iscritte e iscritti.
Se applicassimo lo stesso rapporto percentuale con gli iscritti alla CGIL, per reggere il confronto con il 2007, avrebbero dovuto votare 2.174.999 persone. Invece i 3.643.836 votanti nel 2009 rappresentano, rispetto ai 5.734.855 iscritti alla CGIL al 31 dicembre 2008, il 63,54%.
Complessivamente la CGIL da sola porta al voto oltre i 2/3 dei votanti del 2007.
Sempre in materia di confronti, nel 2005, nella consultazione promossa dalle tre Confederazioni in occasione della sottoscrizione del Protocollo, votarono 4.429.096 lavoratori, mentre in occasione della consultazione relativa al Protocollo del 23 luglio 1993 sulla politica dei redditi e sugli assetti contrattuali votarono 1.327.290 lavoratori.
Siamo quindi di fronte ad un risultato enorme sul versante della partecipazione e del voto, la dimostrazione concreta che il valore della democrazia è un valore attualissimo per lavoratori, pensionati, precari e che, tutte le volte che si mette in campo la richiesta di un pronunciamento, la partecipazione è molto alta perché le persone vogliono poter determinare le scelte che le riguardano. In questa direzione lo slogan che abbiamo adottato per la consultazione “Io voto, io conto” rappresenta al meglio il risultato ottenuto.
Inoltre la CGIL ha portato al voto una quota molto alta di non iscritti che, con la loro partecipazione, hanno rafforzato le ragioni della democrazia nel rapporto con i lavoratori.
L’esito della consultazione è, poi, nettissimo: il 96,27% esprime il proprio deciso dissenso all’accordo separato sul modello contrattuale.
Tutto ciò rappresenta un valore aggiunto rilevantissimo e mette a disposizione un risultato che dovrebbe consigliare attente riflessioni a più di una forza sociale, alle nostre controparti e al Governo.
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