giovedì 9 ottobre 2008

Torna l'allarme sull'Articolo 18

Dopo oltre 8 anni di silenzio mediatico il governo Berlusconi torna all’attacco dell’articolo 18. Stavolta, però, non sceglie lo scontro frontale con i sindacati, ma più cautamente inserisce le norme che tentano di scalfire lo Statuto dei lavoratori nelle pieghe più nascoste del decreto sul lavoro, appena approvato dalla commissione della Camera. A lanciare l’allarme e' stata la Cgil, con una nota diramata in settimana ai tecnici del settore.

Nonostante la poca pubblicità in proposito, infatti, il provvedimento contenuto nell’articolo 65 del ddl 1441-quater, stabilisce che il magistrato dovrà tenere conto delle 'tipizzazioni' della giusta causa e del giustificato motivo contenute sia nei contratti collettivi sia nei contratti individuali di lavoro stipulati davanti alle cosiddette 'commissioni di certificazione'. E, nel definire le conseguenze da riconnettere al procedimento, il giudice dovrà tenere conto degli elementi e dei parametri fissati dai vari contratti (anche individuali), ma dovra' tenere presente anche 'le dimensioni e le condizioni dell'attivita' esercitata dal datore di lavoro, l'anzianita' e le condizioni del lavoratore, nonché il comportamento delle parti anche prima del licenziamento'.

In parole povere, se il ddl dovesse essere convertito in legge, la reintegrazione del posto di lavoro garantita dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori verrebbe sostituita da un risarcimento danni. Per di più si tratterebbe di una reintegrazione a 'fisarmonica' e il giudice sarebbe vincolato a quanto stabiliscono i contratti individuali anche se prevedono cose differenti rispetto a quelli collettivi. In caso di licenziamento per 'riduzione del personale', tra l’altro, sarà impossibile presentare ricorso perché il termine fissato nel ddl per farlo è di 120 giorni: esattamente lo stesso tempo che ci vuole per sapere se la riduzione del personale sia o meno la vera causa di licenziamento. Secondo l'avvocato del lavoro Bruno Cossu si tratta di un attacco esplicito all'articolo 18. 'In piu' - aggiunge Cossu– emerge una sorta di intolleranza nei confronti dei magistrati che non potranno più fare un controllo di legalità'. Anche perché si 'mettono in discussione dei diritti dei lavoratori costituzionalmente rilevanti' che invece, secondo la Consulta, neanche il legislatore potrebbe 'toccare'.

Ma c’è molto di più. Il disegno di legge del governo prevede infatti che si possano inserire nei contratti collettivi anche delle clausole compromissorie che stabiliscano, in caso di controversia, di rivolgersi ai collegi arbitrali anche se c'è solo 'il consenso tacito dei soggetti interessati'.

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E TUTTO QUESTO SI AGGIUNGE A:

Decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria".



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