Si è chiuso male l’incontro tra Confindustria e sindacati. Marcegaglia: valuteremo se fare un accordo separato. La Cgil conferma che le proposte degli industriali non vanno. Mentre per Cisl e Uil l’intesa è vicina. Il 10 ottobre un ultimo incontro
Sulla riforma della contrattazione un accordo che  convinca anche la Cgil è sempre più lontano. E si fa sempre più concreta, al  contrario, l’ipotesi di un’intesa separata tra Confindustria, Cisl e Uil. Magari  con un aiuto da parte del governo. L’incontro odierno (1 ottobre) si è concluso  infatti con dichiarazioni molto dure, soprattutto da parte della presidente di  Confindustria Emma Marcegaglia, che tra le altre cose ha spiegato come la sua  associazione “valuterà l'ipotesi di una firma senza la Cgil”. C’è però un nuovo  appuntamento, fissato per il prossimo 10 ottobre. Il che vuol dire che la  rottura ancora non c’è stata. Resta da capire se gli industriali impiegheranno  il tempo da qui al prossimo incontro per elaborare una proposta condivisibile da  parte della Cgil, o se invece useranno questi giorni per definire il percorso  che porta all’accordo separato.
Da parte sua, il segretario generale  della Cgil Guglielmo Epifani ha confermato la bocciatura della proposta di  Confindustria, la richiesta di tornare alle proposte originarie presentate dai  sindacati, e l’opportunità di allargare la trattativa anche ad altre  associazioni datoriali. "Resta la nostra critica generale alla proposta di  Confindustria – ha detto Epifani al termine dell’incontro -. Abbiamo anche  deciso, in ragione delle cose verificate stamattina, che questa fase della  trattativa puo' considerarsi esaurita”. "Non ci alzeremo dal tavolo – ha  spiegato -, ma per noi la trattativa è finita". Riguardo alle eventuali  responsabilita' su accordi separati, il leader della Cgil ha aggiunto:  "Ripensando ai vecchi accordi separati, la responsabilita' degli accordi  sindacali e' sempre della controparte. Se la controparte non è d'accordo non si  fanno accordi separati, quindi la responsabilità sarebbe di  Confindustria".
Nella riunione del 10 ottobre sarà presentato un testo  definitivo che accoglie le richieste sia di Confindustria sia di Cisl e  Uil.
“Non speriamo niente – ha detto Marcegaglia al termine dell’incontro  -. Noi crediamo in questo percorso. Siamo stati coerenti ma il non fare questo  accordo avrebbe conseguenze pesanti”. Secondo Marcegaglia "la Cgil chiede un  ritorno alla scala mobile. Questo è inaccettabile, non esiste in nessuna parte  d'Europa. Non sarebbe accettato dalla Bce e da Bankitalia, ci porterebbe fuori  dall'Unione Europea. Noi non vogliamo uscire dall'Europa, pertanto non è  possibile accettare ciò che dice la Cgil". E ancora giù duro: "Abbiamo  rinunciato all'inflazione programmata, indicando un indice previsivo a tre anni  depurato dalla sola energia importata. Un altro aspetto assurdo emerso è che per  la Cgil non ci deve essere alcun tipo di regole. C'è una chiusura. La Cgil  vuole, come dice Bombassei, una sorta di Far West".
Dichiarazioni cui  Epifani ha replicato altrettanto polemicamente: "Vedo con stupore che il  presidente di Confindustria ci attribuisce argomenti che nessuno ha mai  sollevato, invece di rispondere sul merito dei problemi che abbiamo posto. Ci  accusa di volere il Far West, mentre siamo noi a voler evitare il Far West  contrattuale, insistendo perche' sia difeso il modello contrattuale universale".  Quanto alla accusa di voler ripristinare la scala mobile, continua Epifani,  questa “e' una pura invenzione. Vogliamo pero' evitare che, come prevede la  proposta di Confindustria, siano solo i lavoratori a pagare gli effetti  dell’inflazione importata".
Il direttivo Cgil del 30  settembre
Il direttivo della Cgil, riunitosi il 30 settembre, ha  bocciato il documento presentato da Confindustria giudicandolo "incompatibile  con la piattaforma Cgil Cisl Uil. Tra i punti ritenuti inaccettabili  dall'organismo della Cgil, c'è il mancato "allargamento della contrattazione di  secondo livello, in quanto “l’attuale prassi” - si legge nel documento approvato  dal direttivo - sommata alla totale variabilità e indeterminatezza dei premi"  rappresenta "un restringimento della contrattazione".
Tra gli altri punti  della piattaforma di Confindustria bocciati dalla Cgil: le proposte  sanzionatorie, derogatorie, l’arbitrato, la conciliazione e le modalità della  bilateralità. L’indicatore proposto dagli industriali "non risponde  all’inflazione realisticamente prevedibile e non è accompagnato da verifica e  recupero dell’eventuale scostamento. Così si determinerebbe la riduzione  programmata dei salari contrattuali". "Inoltre - argomenta la confederazione -  va sottolineato che l’impianto proposto da Confindustria, le iniziative del  Consiglio dei Ministri con la manifesta volontà di cancellare i contratti di  lavoro pubblici, l’accordo separato nel contratto del commercio e terziario,  indicano il concreto rischio di un moltiplicarsi di modelli contrattuali,  destrutturando il modello universale degli assetti contrattuali, generando  l’effetto della rincorsa al dumping, tra le categorie, indebolendo ulteriormente  le categorie più frammentate". La Cgil giudica quindi "esaurita questa fase del  confronto, con la sola Confindustria, sugli assetti contrattuali" e propone  l’allargamento del confronto a tutti gli interlocutori compreso il governo,  ripartendo dalla piattaforma Cgil Cisl Uil.
Il leader della Cisl,  Raffaele Bonanni, esprime invece un giudizio molto positivo sulla trattativa.  "Siamo arrivati a un punto decisivo davvero importante - ha detto al termine  dell'incontro -. Confindustria ha sciolto molti nodi, c'è un avanzamento molto  forte". L'impianto generale di riforma che si va delineando è "condivisibile.  C'è un passo avanti notevole, ciò che è uscito oggi è incoraggiante e ci mette  di fronte a una svolta delle relazioni industriali. Ora bisogna confrontarsi con  le altre associazioni datoriali. Siamo vicini a una conclusione".
Idem il  suo omologo in casa Uil, Luigi Angeletti, secondo il quale è stato “un incontro  proficuo. Confindustria ha modificato parti del documento e ha risposto  abbastanza positivamente alle nostre osservazioni'. Per Angeletti “il 10 ottobre  potrebbe essere l'incontro conclusivo. La trattativa e' praticamente conclusa,  dobbiamo stendere il documento finale, sui temi fondamentali siamo  d'accordo”.
 
 
 
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