La corsa alle elezioni politiche italiane del 
prossimo (questo (ndr)) mese è dominata dalla discussione sulla messa in opera di 
ulteriori misure di austerità. Il non eletto governo di Mario Monti, 
sorto dalla pressione dei mercati finanziari nel novembre 2011, ha 
lavorato sistematicamente al fine di smantellare tutte le conquiste 
raggiunte dalla classe lavoratrice nel dopoguerra e rendere certo che 
questa stessa classe paghi il conto della crisi bancaria.
   
Già dopo poche settimane dalla sua nomina, il 
governo Monti ha presentato un pacchetto di tagli del valore di € 
30.000.000.000: decurtamenti delle indennità sociali, aumento dell'età 
pensionabile da 58 a 66 anni entro il 2018, innalzamento del numero di 
anni che un lavoratore deve pagare al sistema pensionistico per ricevere
 la pensione da 35 a 42 anni . L'indennizzo per l'inflazione è stato 
rimosso dalla maggior parte delle pensioni. L'IVA è stata aumentata del 2
 per cento, colpendo duramente le fasce di retribuzione più bassa, e 
vari aumenti di tasse hanno causato un marcato aumento del costo del 
carburante.
Nel corso dell'anno successivo è stata reintrodotta la tassa sulla prima
 proprietà, questo ha spinto i costi di proprietà per le famiglie a più 
del 30 per cento della loro spesa totale. L'articolo 18 della legge del 
lavoro del 1970, una conquista delle lotte militanti degli anni '60, è 
stato modificato per consentire alle imprese di licenziare senza giusta 
causa.
Poi, durante l'estate, Monti ha introdotto un ulteriore pacchetto di 
austerità, i tagli al bilancio dello Stato ammontano a € 4.500.000.000 
per entro la fine dell'anno e ulteriori tagli di € 21.500.000.000 sono 
programmati per i prossimi due anni. Il piano finanziario di Monti del 
mese di dicembre riduce le tasse sui salari, versati dai datori di 
lavoro, e comporta tagli al finanziamento dell'assistenza sanitaria.
Tutti i partiti concorrenti alle elezioni sono d'accordo con l'imporre ulteriori misure di austerità. 
Il costo della vita della famiglia media è già cresciuto di quasi € 
2.500 l'anno. La catastrofe sociale si presenta a milioni di persone, in
 un periodo di continua contrazione economica, con una produzione 
industriale ridotta di circa il 25 per cento rispetto a cinque anni fa.
Il tasso ufficale di disoccupazione del mese di novembre dichiarava un 
11,1 per cento della popolazione senza lavoro. Tuttavia, secondo queste 
stime, solamente il 57 per cento della popolazione ha un'occupazione. Se
 contiamo le persone che hanno lasciato la forza lavoro, il numero dei 
disoccupati si situa fra 3 e 5 milioni di individui . Dei giovani fra i 
15 e i 24 anni, circa il 37,1 per cento non ha lavoro. Di questi, solo 
il 10,6 per cento è in cerca di lavoro, il che indica una crisi ancora 
più profonda. Nello scorso febbraio Monti ha detto che i giovani 
lavoratori "si abituino a non avere più il posto fisso. Che monotonia. 
E' bello cambiare e affrontare le sfide " ha aggiunto sprezzante.
Vi è un carattere regionale alla crisi. La scorsa estate, l'Istat ha 
riferito che nel sud del paese, solo il 44 per cento della popolazione 
tra i 15 e i 64 anni e il 14 per cento dei giovani tra i 15 ei 24 anni 
aveva lavoro retribuito. La Sicilia ha registrato un tasso di 
disoccupazione generale del 25 per cento nel mese di settembre, con un 
dato ufficiale di disoccupazione giovanile del 50 per cento.
In estate è stato reso noto che 10 città si trovano di fronte al 
fallimento. Il taglio dei finanziamenti regionali, che nel secondo 
programma di austerità ha accompagnato la dissoluzione di 64 delle 107 
province, ha peggiorato la crisi. Molte delle città a rischio sono nel 
sud. L'intera Sicilia è minacciata da bancarotta.
Secondo i dati dell' Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo 
Sviluppo (OCSE), nel 2009 l'Italia ha stanziato solo il 4,9 per cento 
del PIL per l''istruzione. Tra i 31 paesi più ricchi esaminati 
dall'OCSE, solamente la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Slovacchia 
hanno speso meno. Secondo la CGIL le ultime proposte di austerità 
taglieranno un ulteriore € 182.000.000 a carico del bilancio delle 
scuole. C'è stata un'ondata di occupazioni studentesche che protestavano
 lo stato delle scuole.
Proteste simili sono scoppiate a causa dei progetti di taglio di 1.000 
posti letto negli ospedali di Roma. Le misure di austerità hanno tolto 
circa € 1 miliardo al sistema sanitario della città. Il governo locale 
ha dichiarato che il suo settore pubblico dell'ambito sanitario è 
attualmente affetto da un deficit di € 9.750 milioni . E' probabile che 
per raggiungerà i 15 miliardi di euro entro la fine di quest'anno.
Dati che Eurostat ha pubblicato un anno fa indicano che i salari medi 
italiani erano già tra i più bassi dell'Unione Europea (UE). Il 
rapporto, basato sui dati del 2009, mostrava un salario medio annuo di €
 23.406, a mala pena la metà di quelli del Lussemburgo (€ 48.914) o 
dell'Olanda (€ 44.412). Nel 2009, quando l'impatto della crisi 
finanziaria incominciò a farsi sentire, il salario medio in Italia era 
inferiore a quello della Grecia sconquassata dalla crisi (€ 29.160) e 
della Spagna (€ 26.316), e sale molto più lentamente che in quasi tutti 
gli altri paesi. 
Ci sono stati rinnovati inviti a una più drastica contrazione dei 
salari. La scorsa settimana, Mickey Levy, capo economista della Bank of 
America, ha dato un avvertimento, "Alla fin fine i lavoratori in Italia 
... dovranno rendersi conto che tutte le componenti degli alti salari 
del passato non sono sostenibili e devono diminuire."
Una relazione dell'UE di questo mese in materia di disoccupazione e 
sviluppo sociale ha sottolineato l'"elevato rischio", per molti 
italiani, di cadere nella "trappola di una enorme povertà" con il 
peggioramento della crisi economica. 
Osservatori stanno già notando un aumento della povertà infantile. 
Secondo la Fondazione L'Albero della Vita, 653.000 bambini italiani 
vivono in uno stato di assoluta povertà, una condizione che li priva di 
ogni bene e servizio necessari per uno standard di vita minimo 
accettabile. La maggior parte di questi bambini vivono nel sud.
Dopo la messa al bando della politica di governo di intercettare i 
migranti e consegnarli alle autorità libiche, i migranti che si 
qualificano per lo status di rifugiato sono costretti a condizioni 
abiette. Gli investigatori del Consiglio d'Europa hanno fatto rapporto 
su un edificio abbandonato, alle porte di Roma, contenente 800 profughi 
dell'Africa orientale. C'è un bagno per ogni 100 abitanti, e i medici 
segnalano allagamenti, frequenti malattie infettive ed elettricità 
intermittente, presa da un collegamento illegale. 
Ai rifugiati vengono assegnati a caso i permessi di soggiorno a Roma, 
impedendo loro di avere accesso alle scuole locali o assistenza medica. 
Bihirddim Abdellah, un giovane rifugiato sudanese di 29 anni, che vive 
in quell'edificio da cinque anni, ha detto alla stampa, "Non abbiamo 
alcun diritto, e, a parte il lavoro manuale occasionale, non c'è 
lavoro".
Le comunità Sinti e Rom continuano ad essere sfrattate con la forza 
dalle loro locazioni e vengono costrette a vivere in campi di 
segregazione. Un campo alle porte di Roma detiene 1.100 zingari 
all'interno di una recinzione metallica con telecamere di sorveglianza. 
Le autorità cittadine lo descrivono come "villaggio attrezzato".
L'anno scorso, l'Istat e il Ministero del Lavoro e Politiche Sociali ha 
condotto il primo studio sulle persone senzatetto che utilizzano mense e
 rifugi notturni nei comuni maggiori. Quasi due terzi (62 per cento) dei
 50.000 senza dimora è diventato tale dopo aver perso il lavoro. Il 22.3
 per cento aveva perso il lavoro per licenziamento o chiusura della 
ditta che li impiegava, per il 14.3 per cento la perdita del lavoro era 
stata causata dal fallimento di un'attività in proprio. Solo il 6,7 per 
cento dei senzatetto non aveva mai lavorato. Più della metà dei 
senzatetto erano lavoratori migranti, prevalentemente rumeni, marocchini
 e tunisini.
Dal 2008 i suicidi sono in crescita costante. Secondo l'istituto di 
ricerca sociale EURES, ci sono stati nel 2010 in media almeno due 
suicidi al giorno collegati a cause finanziarie, quando 362 persone 
disoccupate e 336 imprenditori si sono suicidati.
Lo scorso maggio, dozzine di mogli e familiari dei 
suicidi per cause economiche-le cosidette "vedove bianche"-hanno 
marciato in segno di protesta a Bologna. La marcia era guidata da 
Tiziana Marrone, il cui marito disoccupato, l'artigiano Giuseppe 
Campaniello si era dato fuoco davanti all'ufficio delle imposte della 
città. Campaniello ha lasciato un biglietto che diceva: "Caro amore mio,
 stamattina sono uscito presto e ho avuto paura di svegliarti, oggi è 
una brutta giornata. Ti voglio tanto bene. Chiedo scusa a tutti "
Le vedove bianche di Bologna protestavano contro la mancanza di supporto
 per le famiglie in preda alla disperazione, confrontate dalla 
disoccupazione, dal fallimento e dall'impossibilità di rimborsare i 
prestiti. La pressione sta crescendo con l'aumento dei prezzi, le multe 
fiscali, gli interessi maturati su imposte non corrisposte, i 
pignoramenti, gli sfratti e i licenziamenti.
Suicidi sono stati riportati nel nord industriale e in tutto il settore 
delle costruzioni. Nelle settimane prima della marcia sono stati 
segnalati suicidi a Firenze, Napoli, Roma, Catania e Sardegna.
  Paul Bond
da : www.tlaxcala-int.org - 07/02/2013
originale : www.wsws.org/en/ - 29/01/2013
  
 
 
 
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