Il comitato centrale del 10 gennaio ha formalizzato un dato politico inequivocabile di cui è necessario prendere atto. Allo stato attuale, su due questioni centrali come Fiat e Governo, la Fiom si è allineata alle posizioni della Cgil. Per questo la riunione si è conclusa con il voto di due documenti contrapposti: 91 voti al documento Landini, 18 a quello presentato da noi(Primo firmatario Bellavita), 35 gli astenuti.
Riconoscere il referendum significa rinunciare alla linea di Pomigliano
Sulla vicenda Fiat, la Fiom sceglie di farsi promotrice di un Referendum per abrogare il contratto separato firmato dagli altri sindacati, in base alle regole sulla rappresentanza previsti dagli accordi del 1993. Una tale posizione significa rinunciare alla linea adottata da Pomigliano in avanti. Allora, e in seguito a Mirafiori e Grugliasco, affermammo categoricamente che non avremmo mai firmato quell'accordo a prescindere dall'esito della consultazione. Tale decisione fu adottata non solo perchè si trattava di un voto sotto ricatto occupazionale, ma innanzitutto e soprattutto perchè si mettevano in discussione diritti costituzionali ed indisponibili.
Oggi la Cgil propone che in Fiat si svolga un referendum abrogativo sul contratto, il cui esito debba essere vincolante per tutti. Tradotto, se la Fiom lo perde deve firmare l'accordo. La Fiom accoglie la sostanza di questa proposta e si fa promotrice del Referendum. Così facendo apre un precedente politico di una gravità inaudita: accetta di mettere in votazione diritti indisponibili dei lavoratori. In questo modo, in un sol colpo, rinuncia alla linea adottata in questi mesi e, per di più, viola lo statuto dell'organizzazione che all'art.7 punto f) recita esplicitamente "E’ fatto espressamente divieto di sottoporre al voto tutto ciò che riguarda i diritti indisponibili delle lavoratrici e dei lavoratori". A questo ci si risponde che si sta chiedendo un referendum abrogativo e non approvativo. Davvero si pensa che una sottigliezza lessicale del genere modifichi la sostanza e la portata delle conseguenze politiche di questa scelta?
In tal senso non è davvero serio giustificarsi, come emerso in alcuni interventi, dicendo che "tanto il referendum la Fiat non ce lo darà". Innanzitutto siamo proprio sicuri? Marchionne ha già dichiarato che "Gestiremo le conseguenze se passa il referendum abrogativo". A dimostrazione che questa rischia di essere una trappola ben congeniata ai danni della Fiom. Inoltre che credibilità si può avere agli occhi dei lavoratori se si avanza una rivendicazione già sapendo che è priva di consistenza?
Lo ribadiamo con forza onde evitare fraintendimenti: I lavoratori del gruppo Fiat hanno tutto il diritto di raccogliere le firme per chiedere quel referendum, ma la Fiom ha il dovere di dire esplicitamente che qualsiasi ne sia il risultato non firmerà quell'accordo.
Certo, nella risoluzione finale approvata a maggioranza dal CC non c'è scritto che, in caso di sconfitta, la Fiom firmerà ma, se è per questo, non c'è nemmeno scritto il contrario. Tuttavia, ad esplicita richiesta di chiarimento avanzata dal compagno Durante (esponente camussiano in Fiom), Landini ha replicato che "non rispondo ora, ma se fossimo sconfitti il gruppo dirigente ed io per primo ce ne dovremmo assumere la responsabilità". Più esplicito ancora è stato Giorgio Airaudo, responsabile Fiat per la Segreteria nazionale, affermando che in caso di sconfitta il gruppo dirigente Fiom se ne deve andare (offrendo in pratica la testa di Landini alla Cgil). Quindi, seppur non scrivendolo chiaramente, la Fiom accetta i diktat della Cgil. Non a caso nel Direttivo Nazionale confederale, che si sta tenendo mentre scriviamo, l'obbiettivo della Cgil è quello di arrivare a presentare una risoluzione comune con la Fiom su Fiat.
Non si sciopera contro il governo
L'altra questione decisiva è che la Fiom, nonostante l'abolizione delle pensioni di anzianità, una manovra lacrime e sangue, la volontà di colpire l'art.18, ha ribadito di non avere nessuna intenzione di mobilitarsi contro il Governo Monti. Ha anzi chiarito che la manifestazione nazionale dell'11 febbraio sarà contro l'accordo in Fiat, per il contratto nazionale ma non contro il governo. All'esecutivo la Fiom si limita ad avanzare una richiesta a dir poco suicida oltre che di retroguardia. Infatti chiede a Monti di intervenire per modificare l'art.19 dello statuto dei diritti dei lavoratori e poter così garantire la propria rappresentanza in Fiat. In primo luogo questa richiesta è un enorme passo indietro rispetto alla battaglia per la democrazia in fabbrica che abbiamo portato avanti negli scorsi mesi con la proposta di legge di iniziativa popolare depositata in parlamento. Quella dovrebbe essere la nostra rivendicazione alla politica sul tema della democrazia in Fiat e in tutte le fabbriche.
In secondo luogo, davvero si pensa seriamente che questo governo possa compiere un qualsiasi atto a favore della Fiom e contro la Fiat? Nella migliore delle ipotesi la richiesta di trattare sull'art.19 dello statuto sarà usata come scusa ulteriore o merce di scambio per modificare l'art.18. Che questo governo sia anche contro la Fiom lo dimostra pure l'atteggiamento da esso tenuto sulla vicenda Fincantieri. In piena coerenza con l'esecutivo precedente, anche questo non si è fatto scrupoli a firmare un accordo separato a danno dei lavoratori e della Fiom.
In questi ultimi anni la Fiom è stata, e continua ad essere, un punto di riferimento importante per i settori più combattivi della classe operaia. La linea politica uscita da questo Cc rischia di diffondere sconforto e confusione fra tutti quei lavoratori che ripongono grande fiducia nella maggioranza della Fiom.
Contratto nazionale ovvero grande la confusione sotto il cielo
In merito al rinnovo del CCNL, a fine dicembre il Segretario Landini ha scritto una lettera a Federmeccanica, Fim e Uilm in cui chiede, nonostante le differenze, di poter aprire la trattativa per la stipula di un contratto nazionale unitario (Sic!) e di giungere ad un accordo sul tema della rappresentanza. Federmeccanica ha risposto ricordando che la Fiom, non essendo firmataria del CCNL 2009, dal 1 gennaio 2012 non vedrà più riconosciuti i diritti sindacali. Fim e Uilm hanno risposto invece di essere ben disposte a cercare un'intesa a patto che il tutto avvenga nel rispetto dell'accordo confederale del 28 giugno. A tale disponibilità Federmeccanica ha risposto nuovamente dicendosene lieta e attendendo sviluppi dalle tre organizzazioni sindacali.
Ancora una volta la questione di fondo è l'accordo del 28 giugno. Le ambiguità del gruppo dirigente su questo punto, manifestate fin da Cervia, ci stanno portando ad un vicolo cieco.
Nel documento approvato all'ultimo Comitato Centrale da un lato si da indicazione di tentare azienda per azienda di arrivare ad accordi che vedano applicati i contenuti della nostra piattaforma. Sorge spontaneo chiedersi cosa questo significhi in concreto. Che stiamo aprendo una nuova stagione di pre-contratti come nel 2003/2004? Oppure che stiamo aprendo una battaglia per veder riconosciuta l'ultrattività del ccnl 2008? Oppure si rivendica siano riconosciute le agibilità e i diritti sindacali alla nostra organizzazione? Attendiamo chiarimenti.
Inoltre si dà mandato alla Segreteria per verificare le condizioni per una intesa sulle regole democratiche e la rappresentanza con Fim, Uilm e Federmeccanica. Dato che queste ultime si sono dette disponibili ad un accordo sulla base del rispetto dell'intesa del 28 giugno, stiamo forse dicendo che accettiamo quelle regole del gioco? E dato che allo scorso Comitato Centrale (28 Novembre 2011) nelle sue conclusioni il compagno Landini ha affermato, contraddicendo quanto da lui stesso sostenuto in precedenza, che la piattaforma della Fiom è in linea col medesimo accordo del 28 giugno, stiamo forse pensando di arrivare a firmare il contratto nazionale unitariamente applicando quell'intesa?
Ci auguriamo vivamente di no. Perchè se così fosse, sarebbe una vera e propria capitolazione.
Queste sono le ragioni che ci hanno spinto a presentare un documento alternativo a quello del Segretario Generale. La Fiom deve dichiarare immediatamente lo sciopero generale contro Fiat, Federmeccanica ma anche contro il Governo! Abbiamo bisogno di assumere una strategia chiara e conflittuale su ogni fronte e non rinunciare al ruolo di cuore dell'opposizione sociale e di classe. Questo significa scontrarsi duramente anche con la Cgil? Pazienza, le ragioni e le istanze della classe lavoratrice sono più importanti della diplomazia sindacale.
di Paolo Brini
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