Era lecito domandarsi a che servisse togliere la tutela dell’articolo
18 a tutti i nuovi assunti, quando non si creano nuovi posti di lavoro e
la disoccupazione aumenta.
Il decreto natalizio del governo Renzi supera questa contraddizione.
Senza che se ne fosse minimamente accennato nella discussione
parlamentare sulla legge delega, il testo sfrutta al massimo
l’incostituzionale mandato in bianco imposto col voto di fiducia e
estende la franchigia anche al mancato rispetto delle regole sui
licenziamenti collettivi.
La legge 223 infatti, recependo principi e
regole in vigore in tutti i paesi industriali più avanzati e sostenute
con forza da tutte le organizzazioni internazionali, Onu in testa, da
oltre venti anni disciplina i licenziamenti collettivi per crisi,
stabilendo criteri e regole nel loro esercizio. Ad esempio essa applica
un concetto principe del diritto del lavoro degli USA, la “seniority
list ” . Se proprio si deve licenziare si parte dagli ultimi arrivati ,
dai più giovani, da coloro che non hanno carichi familiari e si risale
verso le madri e gli anziani capi di famiglia. In vetta a quella lista,
nelle aziende Usa sindacalizzate, stanno addirittura i rappresentanti
dei lavoratori.
In Italia non siamo così rigidi, ma il senso della
regola è lo stesso.
La 223 stabilisce che solo con un accordo sindacale
controfirmato da una pubblica autorità si possa derogare ai criteri
dell’anzianità e dei carichi familiari. Così son state definite con le
aziende, da ultimo con Meridiana, le uscite dei più anziani, in grado di
raggiungere la pensione con la indennità di mobilità. Se un’azienda
prima del decreto Renzi avesse voluto fare licenziamenti indiscriminati
di massa , avrebbe subìto un doppio danno. Avrebbe dovuto pagare
consistenti penali e avrebbe rischiato la reintegra da parte di un
giudice di tutti i dipendenti licenziati senza il rispetto di regole e
procedure. Questo vincolo ha frenato i licenziamenti di massa, anche in
una crisi senza precedenti come quella attuale.
Ora viene tolto e le
aziende potranno liberamente sbarazzarsi, per crisi e ragioni
economiche, di lavoratrici e lavoratori che hanno l’articolo 18 e
sostituirli con dipendenti precari a vita, pagati molto meno e per la
cui assunzione riceveranno anche un consistente finanziamento pubblico.
La portata reazionaria di questo decreto mostra tutta la malafede di
un governo che sa perfettamente che la liberalizzazione dei
licenziamenti non ha mai prodotto, né mai produrrà un solo posto di
lavoro aggiuntivo a quelli esistenti. Nessuno assume in più se non ha
lavoro in più da far fare.
Ma se viene offerta la possibilità di
realizzare, a condizioni più che favorevoli, quello che le imprese
chiamano il ricambio organico del personale, perché rifiutarla? Questo è
lo scopo vero del Jobact : un gigantesco scambio di manodopera tra chi
ha più e chi ha meno diritti e salario. Come più di cento anni fa,
quando i braccianti venivano cacciati dalla terra che avevano coltivato,
perché agrari e baroni reclutavano gente più povera disposta a subire
condizioni peggiori.
Non solo il Jobact non fa nulla contro la
disoccupazione, ma anzi proprio per funzionare ha bisogno di una massa
ricattabile di senza lavoro, senza i quali le sue norme resterebbero
lettera morta. Alla fine l’ occupazione complessiva sarà ancora minore,
come già sapientemente prevede la Confindustria, ma quella rimasta
somiglierà molto di più a quella che lavora oggi in Cina rispetto a
quella che aveva conquistato diritti e dignità in Italia. Le imprese
rimaste festeggeranno per i maggiori profitti, mentre il lavoro sarà
sottoposto alla schiavitù di un Medio Evo tecnologico.
A questo punto non serve aggiungere altre parole. Ogni atto del
governo Renzi rappresenta una coerente azione di restaurazione sociale.
Non si colpisce solo il lavoro, ma la scuola, la sanità. i servizi
pubblici, mentre si rafforzano le spese militari. Quando si interviene,
come all’Ilva, lo si fa per permettere alle multinazionali cui verrà
ceduta di risparmiare i costi del risanamento e degli investimenti.
Tutte le riforme politiche proposte stravolgono principi e libertà
costituzionali.
Ma a questo punto continuare a rimproverare a Renzi e a Giorgio
Napolitano, che ne è il primo sostegno, di fare quello che dichiarano di
voler fare non serve a niente. Il governo Renzi è la personalizzazione
della distruzione della Costituzione Repubblicana, è nato e opera per
questo.
Rappresenta una classe dirigente italiana che ha deciso che il
sistema sociale e democratico del dopoguerra non possa più essere
mantenuto, di fronte ai vincoli della Troika e della finanza globale. O
si contestano quei vincoli, euro compreso, o si insegue il modello del
capitalismo selvaggio senza vincoli. Renzi e Napolitano hanno scelto di
essere fino in fondo fedeli esecutori di quei vincoli, per questo oggi
son avversari di tutto ciò che nella storia italiana ha significato
progresso sociale e democratico. Renzi e Napolitano hanno scelto e chi
si oppone a questa loro scelta deve essere altrettanto intransigente e
rigoroso. Altrimenti la coerenza reazionaria del governo sarà la sola
devastante forza in campo .
Giorgio Cremaschi
27 dicembre 2014 - popoffquotidiano.it
mercoledì 31 dicembre 2014
Cremaschi : 2015, col Jobs act sarà l’anno dei licenziamenti di massa
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RSU
venerdì 5 dicembre 2014
mercoledì 3 dicembre 2014
martedì 2 dicembre 2014
venerdì 28 novembre 2014
COME CAMBIA IL LAVORO AL TEMPO DEL JOBS ACT
E io contavo i denti ai francobolli, dicevo grazie a
dio, buon natale”. A differenza dell’impiegato di Fabrizio De André,
questa storia non inizia col maggio francese e non finisce con la bomba
che debutta in società: questa è la storia di un impiegato nel mondo
della Leopolda, quello in cui il Jobs Act è il nuovo Statuto dei
lavoratori, una storia di quando il futuro sarà il presente.
Avvertimento preliminare: tutto quello che verrà raccontato è coerente
con le disposizioni del ddl delega sul lavoro che diventerà legge la
prossima settimana.
SUL LUOGO DI LAVORO STALIN NON TI VEDE, L’IMPRENDITORE SÌ
Milano.
Anno decimo dell’era renziana del mercato del lavoro. Interno giorno.
Un classico ufficio, tre postazioni di lavoro, una grande finestra, è
l'ora di pranzo e un uomo solo guarda verso l’esterno.
È
Carlo G., laurea in Economia e Commercio, 45 anni, impiegato da sette
alla XXX SPA, media società che fornisce servizi logistici, sposato ,
due figlie. Carlo G. è un amministrativo e si occupa di preparare le
buste paga: da contratto lavora sette ore e 12 minuti al giorno, che poi
nella realtà sono spesso più di otto, guadagna 1.950 euro netti al
mese, non è iscritto a nessun sindacato e non s’è mai lamentato, i suoi
capi lo apprezzano.
Oggi,
però, l’impiegato Carlo G. è preoccupato. Gli è arrivata una email
dalla direzione: “Stante che un Dpcm del 2015 (governo Renzi) ci
autorizza a utilizzare forme di controllo a distanza sui dispositivi
aziendali, questa direzione è qui a chiederle informazioni sul suo
comportamento del 15 novembre u.s.
Dai dati raccolti sul suo Pc risulta infatti che le
operazioni di compilazione delle buste paga siano state interrotte senza
apparente motivo tra le ore 15:12 e le ore 16:03. Come risulta inoltre
dalla telecamera puntata sulla sua postazione – e non su di lei,
ovviamente, come prescrive il Dpcm citato – lei si è assentato dalla
postazione non solo in quel lasso di tempo, ma anche per mezz’ora nel
pomeriggio di due giorni dopo”.
(Marco Palombi per il Fatto Quotidiano via Dagospia)
lunedì 24 novembre 2014
IL DIRITTO DEI DIRITTI
Intervista a Alberto Piccinini
realizzata da Barbara Bertoncin
UNA CITTÀ n. 216 / 2014 ottobre
Le resistenze a intervenire nuovamente sull’articolo 18, dopo che già la Riforma Fornero ha fortemente limitato l’obbligatorietà del reintegro, vengono dalla preoccupazione che se si prevede una motivazione, una qualsiasi, che consente di non reintegrare una persona licenziata illegittimamente, i datori di lavoro potranno sempre licenziare con quella motivazione; la questione, irrisolta, della soglia dei 15 dipendenti, cioè tra chi ha diritto e chi no. Intervista ad Alberto Piccinini.
Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
> LINK <
realizzata da Barbara Bertoncin
UNA CITTÀ n. 216 / 2014 ottobre
Le resistenze a intervenire nuovamente sull’articolo 18, dopo che già la Riforma Fornero ha fortemente limitato l’obbligatorietà del reintegro, vengono dalla preoccupazione che se si prevede una motivazione, una qualsiasi, che consente di non reintegrare una persona licenziata illegittimamente, i datori di lavoro potranno sempre licenziare con quella motivazione; la questione, irrisolta, della soglia dei 15 dipendenti, cioè tra chi ha diritto e chi no. Intervista ad Alberto Piccinini.
Alberto
Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di
Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in
diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione,
alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del
collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina
Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta
antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati
ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
> LINK <
Alberto
Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di
Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in
diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione,
alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del
collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina
Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta
antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati
ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
Alberto
Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di
Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in
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alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del
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Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta
antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati
ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
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alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del
collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina
Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta
antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati
ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
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Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta
antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati
ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
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alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del
collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina
Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta
antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati
ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
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Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di
Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in
diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione,
alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del
collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina
Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta
antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati
ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
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Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di
Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in
diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione,
alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del
collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina
Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta
antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati
ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
venerdì 21 novembre 2014
Jobs act - Il nuovo articolo 18
da il Sole 24 ore
L’emendamento al Jobs act riformulato dal Governo e approvato in commissione Lavoro alla Camera fa entrare direttamente nel testo della delega ciò che finora non c’era: un riferimento diretto alla reintegra nel posto di lavoro, e dunque all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Agganciate all’introduzione del contratto a tutele crescenti, le nuove regole escludono per i licenziamenti economici la possibilità della reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio e limitando il diritto alla reintegra ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi per l’impugnazione del licenziamento. Saranno i decreti delegati a dover recepire questi principi.
continua > QUI <
L’emendamento al Jobs act riformulato dal Governo e approvato in commissione Lavoro alla Camera fa entrare direttamente nel testo della delega ciò che finora non c’era: un riferimento diretto alla reintegra nel posto di lavoro, e dunque all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Agganciate all’introduzione del contratto a tutele crescenti, le nuove regole escludono per i licenziamenti economici la possibilità della reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio e limitando il diritto alla reintegra ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi per l’impugnazione del licenziamento. Saranno i decreti delegati a dover recepire questi principi.
continua > QUI <
lunedì 10 novembre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
mercoledì 15 ottobre 2014
NO AL JOBS ACT !
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mercoledì 8 ottobre 2014
lunedì 6 ottobre 2014
lunedì 29 settembre 2014
Comunicato delle RSU
ATTENZIONE :
Si fa presente che tale
attività può essere svolta solo FUORI ORARIO DI LAVORO, quindi gli interessati PRIMA
DI ANDARE in saletta RSU dovranno timbrare l'uscita dall'azienda come per le
assemblee fuori orario.
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martedì 23 settembre 2014
Audizione del presidente di Insiel sul nuovo piano industriale in prima commissione consiliare - resoconto da Twitter fiom insiel
(dal basso in alto)
*
[L'incontro è terminato]
Pozza: "si cercherà un tavolo di incontro ad personam per tutelare i dipendenti che devono restituire più soldi, esprimo piena solidarietà"
Pozza: "La posizione aziendale sul recupero delle quote è che non ci sono condizioni per fare diversamente"
Panontin: "A nostro giudizio non c'era modo di evitare il recupero dei soldi e non è un argomento più in discussione"
Panontin "mi piacerebbe pensare che al termine del triennio noi fossimo in grado di dire agli enti locali di diventare partner e non clienti"
Panontin: "In Insiel negli ultimi 6 mesi c'è stata una riduzione di costi di 2 milioni e mezzo"
Panontin: "Massima autonomia manageriale della società. Chiediamo al dottor Pozza di rispondere con i numeri"
Panontin: "Riordino di governance della regione a ruota dopo quello di Insiel"
Panontin: "Dobbiamo fare un patto molto chiaro con gli eell: se decidono di usare prodotti esterni se li devono pagare da soli"
Panontin: "la digitalizzazione distrugge posti di lavoro e ne crea altri, Pozza risponde ad un efficientemente della società"
Riccardi: "Non vorrei si passasse da un monopolio statale ad un monopolio privato"
Riccardi (pdl) : "Non so quante aziende siano in grado di offrire un servizio come quello che Insiel offre alla sanità"
Tondo (gr. misto) : "Ha senso che noi lasciamo questa società a competere con le piccole aziende o facciamo crescere l'autoimprenditoria locale?"
[AIA = Accordo Integrativo Aziendale]
Bianchi: "Vorrei conoscere anche la versione dell'azienda in merito, per sapere se è vero che la questione può essere risolta tramite AIA"
Bianchi: "Come si può mantenere in Insiel dei buoni rapporti se ci sono delle questioni aperte come quella del recupero dei soldi?"
Bianchi: "Messa a posto Insiel come sarà messa a posto la regione?"
Elena Bianchi (M5S) : "Trovo una buona idea spostare il focus di Insiel a centro servizi, mi chiedo come la regione si interfaccerà con l'Insiel"
[Il presidente Pozza ha concluso la sua presentazione]
Pozza: "L'azienda è disunita al suo interno e deve ritrovare la collaborazione"
Pozza : "Coordinamento con le strutture ICT DELLA regione che si occupano della sanità"
Pozza: "Processo di revisione per i sistemi core dell'azienda ormai tecnologicamente obsoleti"
Pozza : 35 milioni di euro investiti nei prossimi anni per portare i 30 megabit a tutti e i 100 megabit ad almeno il 50% dei cittadini della regione
Pozza : "Cittadino al centro della nostra azione di programma"
Pozza : "L'azienda è rimasta agli anni 80 per quanto riguarda i processi interni"
Pozza: "L'Insiel non può più pensare di fare tutto da sola. L'azienda deve in primis diventare un centro servizi"
Pozza: "Non possiamo pensare che i nostri servizi costino di più di altre aziende presenti sul mercato"
Pozza: "Ho visto in azienda quella capacità di reazione che mi fa pensare che sarà in grado di recepire questo cambiamento"
Pozza: "Ho speso il mio primo semestre cercando di capire la realtà informatica territoriale"
Le linee guida preparate da Insiel rispecchiano quanto richiesto dalla regione
Insiel viene definita una "sartoria informatica artigianale" dall'assessore Paolo Panontin
[Siamo in diretta dalla sala stampa del consiglio regionale]
*
[L'incontro è terminato]
Pozza: "si cercherà un tavolo di incontro ad personam per tutelare i dipendenti che devono restituire più soldi, esprimo piena solidarietà"
Pozza: "La posizione aziendale sul recupero delle quote è che non ci sono condizioni per fare diversamente"
Panontin: "A nostro giudizio non c'era modo di evitare il recupero dei soldi e non è un argomento più in discussione"
Panontin "mi piacerebbe pensare che al termine del triennio noi fossimo in grado di dire agli enti locali di diventare partner e non clienti"
Panontin: "In Insiel negli ultimi 6 mesi c'è stata una riduzione di costi di 2 milioni e mezzo"
Panontin: "Massima autonomia manageriale della società. Chiediamo al dottor Pozza di rispondere con i numeri"
Panontin: "Riordino di governance della regione a ruota dopo quello di Insiel"
Panontin: "Dobbiamo fare un patto molto chiaro con gli eell: se decidono di usare prodotti esterni se li devono pagare da soli"
Panontin: "la digitalizzazione distrugge posti di lavoro e ne crea altri, Pozza risponde ad un efficientemente della società"
Riccardi: "Non vorrei si passasse da un monopolio statale ad un monopolio privato"
Riccardi (pdl) : "Non so quante aziende siano in grado di offrire un servizio come quello che Insiel offre alla sanità"
Tondo (gr. misto) : "Ha senso che noi lasciamo questa società a competere con le piccole aziende o facciamo crescere l'autoimprenditoria locale?"
[AIA = Accordo Integrativo Aziendale]
Bianchi: "Vorrei conoscere anche la versione dell'azienda in merito, per sapere se è vero che la questione può essere risolta tramite AIA"
Bianchi: "Come si può mantenere in Insiel dei buoni rapporti se ci sono delle questioni aperte come quella del recupero dei soldi?"
Bianchi: "Messa a posto Insiel come sarà messa a posto la regione?"
Elena Bianchi (M5S) : "Trovo una buona idea spostare il focus di Insiel a centro servizi, mi chiedo come la regione si interfaccerà con l'Insiel"
[Il presidente Pozza ha concluso la sua presentazione]
Pozza: "L'azienda è disunita al suo interno e deve ritrovare la collaborazione"
Pozza : "Coordinamento con le strutture ICT DELLA regione che si occupano della sanità"
Pozza: "Processo di revisione per i sistemi core dell'azienda ormai tecnologicamente obsoleti"
Pozza : 35 milioni di euro investiti nei prossimi anni per portare i 30 megabit a tutti e i 100 megabit ad almeno il 50% dei cittadini della regione
Pozza : "Cittadino al centro della nostra azione di programma"
Pozza : "L'azienda è rimasta agli anni 80 per quanto riguarda i processi interni"
Pozza: "L'Insiel non può più pensare di fare tutto da sola. L'azienda deve in primis diventare un centro servizi"
Pozza: "Non possiamo pensare che i nostri servizi costino di più di altre aziende presenti sul mercato"
Pozza: "Ho visto in azienda quella capacità di reazione che mi fa pensare che sarà in grado di recepire questo cambiamento"
Pozza: "Ho speso il mio primo semestre cercando di capire la realtà informatica territoriale"
Le linee guida preparate da Insiel rispecchiano quanto richiesto dalla regione
Insiel viene definita una "sartoria informatica artigianale" dall'assessore Paolo Panontin
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volantino che verrà consegnato ai componenti della prima commissione
una nostra delegazione infatti è andata in Regione per seguire in diretta la presentazione di Pozza.
Vi invitiamo a partecipare numerosi all'assemblea delle 12.10
e di coinvolgere quanti più colleghi possibile.
Date massima diffusione!
Barbara, Max e Alex
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giovedì 18 settembre 2014
Comunicato RSU FIOM Insiel - Trieste
Oggi (17/09/2014) il Presidente Pozza, in un incontro con le Rsu di Insiel ha nuovamente approfondito i punti su cui verterà il piano industriale per il prossimo triennio.
Le Rsu Fiom Insiel di Trieste lo reputano insoddisfacente sia per i lavoratori che per l'utente "pubblica amministrazione" dunque per tutti i cittadini e le imprese del Friuli Venezia Giulia.
L'azienda nel suo piano è sfuggita alla caratteristica di strumentalità prevista dalla legge regionale 9/2011 puntando a trasformarsi prevalentemente in un centro d’acquisti della Regione Friuli Venezia Giulia, diventando cioè un "consumer" senza neppure definire quali saranno gli asset strategici dell’Azienda e quali non lo saranno (manca, ad esempio, l’indicazione su quali programmi ritenere fondamentali e quali acquistare all'esterno).
In questo piano industriale viene deciso di cambiare l’impostazione stessa dell’Azienda. Non sarà infatti più produttrice di software ma centro di servizi, questo di fatto cancella il ruolo dell’Insiel all’interno del sistema informativo regionale, facendo peraltro aumentare i costi dovuti agli appalti esterni e riducendo qualità e personalizzazioni fatte espressamente per gestire le specialità della regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
A conclusione dell'incontro La Direzione aziendale comunica la decisione unilaterale di trattenere ai dipendenti la parte di stipendio anticipata nel 2013 disconoscendo le richieste, fatte da più parti, di utilizzare metodi più concordati possibile e violando gli impegni previsti dall’accordo aziendale vigente.
Per questi motivi le Rsu FIOM dell'Insiel, invitando all'unità i lavoratori, dichiarano aperta la vertenza Insiel e nei prossimi giorni chiameranno i lavoratori a lottare per i propri diritti.
Le RSU FIOM di Trieste
Le Rsu Fiom Insiel di Trieste lo reputano insoddisfacente sia per i lavoratori che per l'utente "pubblica amministrazione" dunque per tutti i cittadini e le imprese del Friuli Venezia Giulia.
L'azienda nel suo piano è sfuggita alla caratteristica di strumentalità prevista dalla legge regionale 9/2011 puntando a trasformarsi prevalentemente in un centro d’acquisti della Regione Friuli Venezia Giulia, diventando cioè un "consumer" senza neppure definire quali saranno gli asset strategici dell’Azienda e quali non lo saranno (manca, ad esempio, l’indicazione su quali programmi ritenere fondamentali e quali acquistare all'esterno).
In questo piano industriale viene deciso di cambiare l’impostazione stessa dell’Azienda. Non sarà infatti più produttrice di software ma centro di servizi, questo di fatto cancella il ruolo dell’Insiel all’interno del sistema informativo regionale, facendo peraltro aumentare i costi dovuti agli appalti esterni e riducendo qualità e personalizzazioni fatte espressamente per gestire le specialità della regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
A conclusione dell'incontro La Direzione aziendale comunica la decisione unilaterale di trattenere ai dipendenti la parte di stipendio anticipata nel 2013 disconoscendo le richieste, fatte da più parti, di utilizzare metodi più concordati possibile e violando gli impegni previsti dall’accordo aziendale vigente.
Per questi motivi le Rsu FIOM dell'Insiel, invitando all'unità i lavoratori, dichiarano aperta la vertenza Insiel e nei prossimi giorni chiameranno i lavoratori a lottare per i propri diritti.
Le RSU FIOM di Trieste
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mercoledì 17 settembre 2014
incontro con la Direzione - news da Twitter fiom insiel
(si legge dal basso)
L'azienda, nonostante tutto, ha intenzione di procedere con il recupero dei soldi il 27 di questo mese.
Valerii non vuole entrare nel dettaglio. E propone i comitati
Già da inizio ottobre si comincerà il passaggio alla nuova organizzazione.
L'area clinica della sanità sarà autonoma, ma non l'area di gestione amministrativa.
Il laboratorio non esisterà più ma confluirà nell'area progetti, che sarà separato dall'area gestione.
Nuova organizzazione: sarà più leggera con solo 2 livelli. Si passerà da 84 a 42 unità produttive.
Fuori 100 anziani e dentro 50 giovani. E anche questo lo chiamano "patto generazionale"
Il presidente ha notato in questi primi mesi come l'azienda sia in grado di essere protagonista del cambiamento in regione.
New Generation Ascot: partirà un piano di revisione, verranno riscritte il 30% delle funzionalità. Abbandonata la migrazione automatica.
Ascot non si converte più. Verrà riscritto il 30%
Prevista la sostituzione di tutti i prodotti obsoleti per i quali non è più possibile offrire la manutenzione
Da produttori di software a centro servizi
Inizia ora l'incontro delle rsu con la dirigenza per la presentazione del piano industriale
L'azienda, nonostante tutto, ha intenzione di procedere con il recupero dei soldi il 27 di questo mese.
Valerii non vuole entrare nel dettaglio. E propone i comitati
Già da inizio ottobre si comincerà il passaggio alla nuova organizzazione.
L'area clinica della sanità sarà autonoma, ma non l'area di gestione amministrativa.
Il laboratorio non esisterà più ma confluirà nell'area progetti, che sarà separato dall'area gestione.
Nuova organizzazione: sarà più leggera con solo 2 livelli. Si passerà da 84 a 42 unità produttive.
Fuori 100 anziani e dentro 50 giovani. E anche questo lo chiamano "patto generazionale"
Il presidente ha notato in questi primi mesi come l'azienda sia in grado di essere protagonista del cambiamento in regione.
New Generation Ascot: partirà un piano di revisione, verranno riscritte il 30% delle funzionalità. Abbandonata la migrazione automatica.
Ascot non si converte più. Verrà riscritto il 30%
Prevista la sostituzione di tutti i prodotti obsoleti per i quali non è più possibile offrire la manutenzione
Da produttori di software a centro servizi
Inizia ora l'incontro delle rsu con la dirigenza per la presentazione del piano industriale
giovedì 11 settembre 2014
mercoledì 3 settembre 2014
assemblea 2 settembre 2014
L'assemblea degli iscritti della
Fiom dell'Insiel di Trieste non condivide la scelta effettuata dai componenti
della commissione elettorale di FIM e UILM nell’indicare, il 6 e 7 ottobre
2014, come date per le prossime elezioni RSU.
Le motivazioni che hanno portato
la Fiom di Trieste a richiedere il rinnovo delle RSU nella sede dell'INSIEL di
Trieste sono:
- le RSU avevano terminato il loro incarico a giugno 2014.
- Si erano manifestate, sia la mancanza di coerenza da parte della delegazione aziendale che azioni non condivise di altre confederazioni.
- Si avvicinano l’apertura della nuova stagione contrattuale con il rinnovo del contratto integrativo, la definizione dei valori per il PDR 2013 e la ricerca di una soluzione economica in merito alla rinnovata richiesta di restituzione delle somme erogate in riferimento alla legge 95/2012(spending review), nonché la necessità di aprire con la Direzione Aziendale e con la Proprietà un confronto sul piano industriale.
Questa scelta di posticipare a
ottobre le elezioni RSU non permetterà, in questo mese, ai lavoratori di essere
adeguatamente tutelati da una rappresentanza votata e forte del mandato
ricevuto.
FIM e UILM dovranno assumersi la
responsabilità della loro volontà di non disturbare “il conducente”: motivano la
scelta di tali date, nascondendosi dietro la parola democrazia, considerano
infatti il mese di settembre come periodo di ferie, che non consentirebbe ai
lavoratori di esprimersi pienamente.
Da parte nostra non vogliamo
cedere su nessun argomento a partire dalla questione economica in quanto già a
fine settembre l'Azienda vuole precedere unilateralmente con le trattenute sullo
stipendio in base alla legge 95/2012 senza aver ricevuto nuove indicazioni dalla Proprietà.
Quindi, attraverso le RSU uscenti
chiediamo la convocazione di un'assemblea generale dei lavoratori da
effettuarsi il 9 settembre per continuare la mobilitazione a difesa dei nostri
interessi nella speranza che le RSU unitariamente affrontino questa vertenza.
Il comitato degli Iscritti Fiom
Insiel Trieste
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