La notizia è di quelle che, come si dice, cambiano completamente lo
scenario: la Corte Costituzionale ha accolto l'eccezione di
incostituzionalità parziale dell'articolo 19 dello Statuto dei
Lavoratori proposta dalla Fiom e giudicata non infondata da alcuni
tribunali. E ha modificato il testo di quell'articolo in un modo poco
evidente ma importantissimo: la Fiom può rientrare a pieno titolo in
tutte le fabbriche Fiat, e con la Fiom in quelle fabbriche rientrano la
Costituzione e la dialettica democratica.
Un vero
successo per la Fiom, e il fallimento dei piani di Marchionne.
Al
principio della storia c'è un equivoco: quando entrò in vigore lo
Statuto dei lavoratori, l'articolo 19 prevedeva che le rappresentanze
sindacali aziendali (Rsa) con tutti i fondamentali diritti che ad esse
si collegano (assemblee retribuite, permessi sindacali, etc.) potessero
essere costituite nell'ambito dei sindacati aderenti a confederazioni
maggiormente rappresentative (lettera a) o anche sussidiariamente dei
sindacati comunque firmatari del contratto nazionale (lettera b). Perché
intervenne un referendum popolare nel 1995 che cancellò la lettera a?
Per
evitare che, certi sindacati in realtà non rappresentativi in una
categoria, ad esempio i Tessili, potessero pretendere di costituire Rsa
nelle unità produttive, solo perchè aderivano a una confederazione che
magari era rappresentativa nella sanità o nella scuola. Però, in tal
modo, la cancellazione della lettera a dal punto di vista formale e
letterale rendeva il requisito della lettera b, cioè l'aver firmato il
contratto nazionale, l'unico requisito alla cui stregua un sindacato
poteva costituire una Rsa.
Di qui il paradosso: un sindacato poteva
costituire una Rsa non perché a lui aderissero molti lavoratori o anche
la maggioranza assoluta, ma solo perché il datore di lavoro aveva
accettato di firmare con lui un contratto collettivo.
Un paradosso
che per molti anni è risultato innocuo, perché c'era l'unità sindacale,
ma dopo la sua rottura lo scenario è cambiato, e in modo drammatico: si
sono moltiplicati i casi di contrattazione separata, che hanno visto
profonde spaccature tra i confederali.
Quella piccola anomalia, si
rilevava allora un'arma pericolosissima puntata contro la democrazia
sindacale, perché nel momento del passaggio da un contratto a un altro,
se il nuovo accordo veniva firmato solo, poniamo, da un sindacato,
soltanto questo poteva poi mantenere le Rsa, mentre gli altri le perdevano: e in
sostanza venivano cacciati, come entità organizzata, dalla fabbrica.
Sembra
incredibile, ma c'è chi ha fatto di tutto questo una precisa
strategia, e si è trattato della Fiat di Marchionne: chi non ricorda lo
sbalorditivo spettacolo dei delegati Fiom di una storica fabbrica
bolognese del Gruppo Fiat (Weber) ripresi dalla tv mentre con i
classici scatoloni in mano lasciavano i locali della Rsa che avevano
occupato per tanti anni?
Una profetica sentenza del tribunale di
Bologna consentì loro di rientrare e formare di nuovo le Rsa. Il
problema si è moltiplicato e diffuso a macchia d'olio nelle oltre 60
fabbriche riconducibili al gruppo Fiat, minacciando di andare ben al di
là, perchè lo stesso contratto nazionale metalmeccanici 2012 è un
contratto separato non firmato dalla Fiom per le pessime condizioni
economico-normative che in esso si contemplano.
La questione è finita
in Corte Costituzione, che due giorni fa l'ha discussa in pubblica e
affollata udienza, e ha emesso una sentenza importantissima: per formare
una Rsa non è necessario aver firmato il contratto, ma è sufficiente
aver preso parte alla negoziazione, rifiutando poi la firma per motivi
di merito.
Non può sfuggire il vero significato giuridico e politico
dell'affermazione: viene respinta l'idea portata avanti dai difensori
della Fiat, anche in sede di udienza, che l'articolo 19 premiasse i
sindacati «comprensivi» delle ragioni datoriali, e quindi disposti a
firmare tutto o quasi tutto. Si è invece ricostituita una visuale
dialettica per la quale il sindacato che sia rappresentativo, partecipa
al tavolo negoziale, ma può rifiutare senza timore soluzioni nel merito
inaccettabili. Ed è quello che ha fatto la Fiom in questi anni nei
rapporti con Fiat e Federmeccanica, e quindi ha diritto di ricostituire
dappertutto le Rsa, senza dover aderire ai contratti «bidone» firmati
dagli altri.
Vi è poi un corollario, non meno importante: che siccome
il diritto di costituire o mantenere le Rsa dipende dal fatto di aver
partecipato alla negoziazione, l'eventuale non invito, premeditato, del
sindacato non gradito al tavolo, diverrebbe un comportamento
antisindacale, in quanto impeditivo di per sé del diritto e della
possibilità di costituire Rsa.
Un passo avanti in sintonia con
l'accordo del 28 Giugno 2011, il quale prevede il diritto del sindacato
rappresentativo (che rappresenta più del 5%) di essere invitato al
tavolo. Diritto a cui è collegata, ora, pure la costituzione delle Rsa.
P. Alleva - 04/07/2013
http://www.ilmanifesto.it
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