No al divieto di sciopero e alla privatizzazione della rappresentanza. Subito una legge sulla democrazia sindacale
APPELLO
Contro l’accordo del 31 maggio tra Confindustria, Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
No al divieto di sciopero e alla privatizzazione della rappresentanza.
Subito una legge sulla democrazia sindacale
Definito “accordo storico”, intorno
all’Intesa sulla rappresentanza sindacale tra Confindustria e CGIL CISL e
UIL (e poi UGL) è calata una coltre di silenzio perché tale è la sua
gravità che i firmatari intendono attuarla non volendo suscitare lo
sdegno e l’opposizione di tutti coloro a cui stanno a cuore i principi
della democrazia nei luoghi di lavoro.
Con questo accordo si mira a estendere il
modello Fiat, ovverosia a scambiare il monopolio della rappresentanza
dato ai sindacati firmatari con la rinuncia al diritto di sciopero e al
conflitto sindacale. Confindustria − che oggi canta vittoria − vuole
contratti sempre peggiori e lavoratori obbligati ad accettarli. Con
l’accordo del 31 maggio si ribadisce il principio che attribuisce la
titolarità negoziale ai soggetti sindacali con più voti ma si precisa
che “ai fini della misurazione del voto …. varranno esclusivamente i
voti assoluti espressi per ogni Organizzazione Sindacale aderente alle
Confederazioni firmatarie della presente intesa”, ovverosia varranno
solo i voti di CGIL CISL e UIL. Inoltre si afferma che si potrà
procedere al “passaggio alle elezioni delle RSU … solo se definito
unitariamente dalle federazioni aderenti alle Confederazioni firmatarie
il presente accordo”. Infine si
prevede che “il cambiamento di appartenenza sindacale da parte di un
componente la RSU ne determina la decadenza dalla carica e la
sostituzione con il primo dei non eletti della lista di originaria
appartenenza del sostituito”, venendo così represso ogni dissenso anche nel sindacato.
Con l’accordo del 31 maggio si afferma il
principio che il voto è proprio del sindacato e non dei lavoratori che
lo hanno espresso, non prevedendosi neppure un diritto certo di
referendum sugli accordi facendosi solo un vago riferimento a una
“consultazione certificata”. In cambio dell’attribuzione esclusiva della
rappresentanza, CGIL CISL e UIL hanno sottoscritto l’impegno “a non
promuovere iniziative di contrasto agli accordi così definiti”, formula
amplissima che include ogni forma possibile di opposizione collettiva,
che non prevede alcun limite massimo di durata e che non fissa neppure
argini alle conseguenti sanzioni massime datoriali (rimesse ai rapporti
di forza in ogni singolo contratto nazionale).
Noi crediamo che il diritto di
organizzarsi sul posto di lavoro e di scegliere i propri rappresentanti a
livello nazionale non sia delle organizzazioni sindacali ma di ciascuna
donna e di ciascun uomo che lavora. E
crediamo che non possa esserci mai nessuno scambio tra la
rappresentanza democratica e i diritti costituzionalmente garantiti di
lottare per ottenere migliori e più dignitose condizioni di lavoro e di
vita. Crediamo infine che questa materia necessiti di una legge e che
non sia possibile trattarla attraverso accordi privati che escludono
altre formazioni sindacali e che soprattutto non rispettano i diritti
costituzionali delle lavoratrici e dei lavoratori. Per questo chiediamo di sottoscrivere questo appello:
- - per
far sentire la propria voce di dissenso verso un accordo che nega i
principi della libera e democratica rappresentanza nei luoghi di lavoro;
-
- per chiedere che sia varata dal Parlamento una legge che – inverando la sostanza dell’art. 39 della Costituzione − preveda la misurazione senza vincoli e proporzionale del consenso di tutti i lavoratori in relazione a tutte le formazioni sindacali e che - senza alcuno scambio con il diritto di sciopero, non a caso previsto dalla Costituzione all’ articolo 40 con riserva di legge per ogni sua limitazione − riconosca la rappresentanza in relazione all’effettiva rappresentatività, indipendentemente dalla partecipazione ai tavoli negoziali e alla sottoscrizione degli accordi che comunque dovranno essere sempre definitivamente approvati dai lavoratori.
- per chiedere che sia varata dal Parlamento una legge che – inverando la sostanza dell’art. 39 della Costituzione − preveda la misurazione senza vincoli e proporzionale del consenso di tutti i lavoratori in relazione a tutte le formazioni sindacali e che - senza alcuno scambio con il diritto di sciopero, non a caso previsto dalla Costituzione all’ articolo 40 con riserva di legge per ogni sua limitazione − riconosca la rappresentanza in relazione all’effettiva rappresentatività, indipendentemente dalla partecipazione ai tavoli negoziali e alla sottoscrizione degli accordi che comunque dovranno essere sempre definitivamente approvati dai lavoratori.
Invitiamo a partecipare a tutte le
iniziative che saranno organizzate contro l'accordo del 31 maggio a
partire dall'Assemblea pubblica che si svolgerà a Roma il 4 luglio
prossimo.
Forum Diritti - Lavoro 21/06/2013
fonte e primi firmatari qui
Nessun commento:
Posta un commento