A
ben guardare sulla stampa, le uniche soddisfazioni visibili per i
provvedimenti del governo sul lavoro, a parte che da Letta stesso,
vengono da Berlusconi e dai gruppi dirigenti di CGIL CISL UIL.
Berlusconi
è andato da Letta e poi dal Capo dello Stato, il quale evidentemente
non ha problemi a ricevere frequentemente un pluricondannato per reati
gravissimi, e ha espresso pieno sostegno al governo e al suo operato. Se
evidentemente così il capo del PDL cerca di far dimenticare i
devastanti guai con la giustizia, i gruppi dirigenti di CGIL CISL UIL
mostrano ancora una volta di aver dimenticato cosa deve dire e fare un
sindacato in momenti come questi. In Portogallo oggi si sciopera contro
l'austerità, qui da noi i leader dei grandi sindacati approvano misure
ridicole che stanno alle politiche di austerità come una ciliegina
vecchia su una torta andata a male. (...)
Il
provvedimento del governo non riduce di una sola unità l'ammontare
complessivo della disoccupazione, ma semplicemente la ridistribuisce in
piccola quota.
Il ministro Giovannini, che come ex capo dell'ISTAT sa
come far ballare i numeri davanti a mass media ottusi e bendisposti, ha
detto che questa misura ridurrà del 2% la disoccupazione giovanile
sotto i trent'anni e subito il suo annuncio è stato rilanciato come un
fatto enorme.
Facciamo
un piccolo conto.
Il governo ha annunciato che con i suoi provvedimenti ci saranno 200.000 assunzioni di giovani. Se questo fosse vero e, come dice Giovannini, corrispondesse ad un calo del 2% dell'ammontare complessivo della disoccupazione giovanile, vorrebbe dire che questa assomma a ben 10 milioni di persone, un numero forse superiore a tutta la popolazione tra i 18 e i 30 anni.....
Il governo ha annunciato che con i suoi provvedimenti ci saranno 200.000 assunzioni di giovani. Se questo fosse vero e, come dice Giovannini, corrispondesse ad un calo del 2% dell'ammontare complessivo della disoccupazione giovanile, vorrebbe dire che questa assomma a ben 10 milioni di persone, un numero forse superiore a tutta la popolazione tra i 18 e i 30 anni.....
Evidentemente
non è così e Giovannini ci dice tra le righe, dove i mass media di
regime non guardano e non fanno guardare, che la riduzione della
disoccupazione giovanile sarà molto inferiore alle assunzioni previste,
diciamo a spanne attorno a un decimo.
Quindi
la disoccupazione giovanile viene ridotta di 20.000 persone. E le altre
180.000? Ammesso che si verifichino tutte, esse saranno chiaramente
assunzioni di giovani che non riducono la disoccupazione perché le
aziende avevano già programmato di farle.
Tito
Boeri su La Repubblica afferma che le attuali assunzioni di giovani
sono 120.000 al mese. Il programma del governo è scaglionato su 4 anni...
Quindi
i soldi pubblici andranno soprattutto a quelle medie e grandi aziende
che vanno meglio di altre e che avevano comunque bisogno di assumere.
Un puro regalo.
Un puro regalo.
Ma
i 20.000 di Giovannini? Bè temo che a quelli corrispondano altrettanti
licenziamenti per lavoratrici e lavoratori di altre fasce di età.
Non
bisogna mai dimenticare infatti che tutti gli indicatori economici
dicono che la disoccupazione complessiva aumenterà. Quindi i posti di
lavoro che si perdono sono di più di quelli che si creano e se si
incentivano le assunzioni per una certa fascia di età, ovviamente altre
generazioni vengono licenziate di più.
In
concreto avremo aziende che si libereranno delle e dei dipendenti con
più di 50 anni per assumere giovani che pagano con un salario molto
basso e sui quali sono sgravate dai contributi. E siccome si va in
pensione a 70 anni e ci sono già schiere di esodati, è chiaro che le
aziende licenzieranno per assumere.
È
la famosa staffetta generazionale, condannata da quella associazione
sovversiva che è l'Organizzazione del lavoro delle Nazioni Unite.
Perché, afferma l'ILO, in realtà distrugge lavoro buono e reddito.
Perché, afferma l'ILO, in realtà distrugge lavoro buono e reddito.
Quindi
la sostanza è che le misure del governo daranno qualche piccolo
risultato nella direzione voluta solo se verranno licenziati padri e
madri per far posto ai figli.
In
una condizione di crisi e recessione ci sono solo due modi per ridurre
davvero la disoccupazione. Il primo e fare investimenti che creino
lavoro aggiuntivo, il secondo è quello di ridurre l'orario tra gli
occupati per redistribuire il lavoro tra più persone.
Il
governo rifiuta entrambe queste vie nel nome dell'austerità europea, e
dunque può solo tirare la coperta sempre più stretta da un lato o
dall'altro, aumentando la precarietà e la disoccupazione complessiva.
Non
è un caso che il piano giovani sia accompagnato dalla davvero notevole
impresa di essere riusciti a peggiorare la legge Fornero, agevolando
ancor di più le assunzioni a termine e senza controllo.
Le
ricette sul lavoro del governo Letta sono dunque le solite misure
liberiste che si adottano in tutta Europa, con fallimento progressivo.
Il paese che da più anni governa il mercato del lavoro con pacchetti di
misure come quelle appena decise è la Spagna: l'unico grande stato
europeo con una disoccupazione complessiva e giovanile superiore alla
nostra.
Quindi
queste misure falliranno e sprecheranno, come tutte le politiche del
lavoro degli ultimi venti anni che ora sono ben sintetizzate da un
governo che raccoglie il fallimento della destra e quello del
centrosinistra.
Del
resto questa sintesi fallimentare non si esprime solo sul lavoro. Su
tutto il governo delle larghe intese o rinvia, o vende fumo, o fa il
gioco delle tre carte.
Si
rinvia l'IVA e intanto si aumentano le tasse qua e là. Si vota una
pausa di riflessione parlamentare sugli F 35 e la si fa coincidere con
una pausa dei lavori prevista dal contratto di acquisto degli aerei, che
viene confermato.
Si rinvia, si confezionano pacchi mediatici, si cacciano balle con la faccia seria e rigorosa.
Forse
la soddisfazione di Berlusconi è più di fondo: se lui è al tramonto,
la sua eredità culturale e politica si consolida nel regime delle larghe
intese.
G.Cremaschi - 27/06/2013
Rete28aprile
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