Cremaschi: «Sanzioni per chi sciopera. E la Fiom è
d'accordo».
Il leader di Rete 28 Aprile spara a zero sull'accordo sulla
rappresentanza sindacale nel settore privato.
Giorgio Cremaschi, leader di Rete 28 Aprile (minoranza Cgil). L'accordo sulla rappresentanza sindacale nel settore privato firmato da Cgil Cisl Uil con Confindustria è stato definito “storico” perché colma - bene o male, a seconda dei punti di vista - quel vuoto di regole che negli anni recenti ha consentito alle imprese di scegliersi i propri interlocutori. Sei d'accordo? (...)
E' un accordo “storico”, ma in senso negativo. Questo accordo infatti risolve alla radice il problema per i padroni di scegliere con chi trattare, perché, con le regole firmate, Cgil Cisl e Uil accettano la limitazione e l'attacco al diritto di sciopero, in pratica il modello Fiat viene esteso a tutti i lavoratori. Faccio un esempio. Tutta questa fase non sarebbe avvenuta se nel giugno del 2010 la Fiom avesse firmato l'accordo con Fiat, dopo avere perso i referendum, e si fosse impegnata a non scioperare e a non fare cause legali perché la maggioranza dei lavoratori e delle Rsu aveva approvato quell'intesa. Se allora la Fiom avesse firmato, oggi non sarebbe fuori dal tavolo perché la Fiat avrebbe accettato la sua presenza come sindacato di minoranza dentro il sistema. La selezione degli interlocutori c'è, ma viene fatta in via preliminare: chi accetta di limitare il diritto di sciopero è dentro, chi non lo accetta è fuori. In questo modo i lavoratori non hanno più diritto a una rappresentanza libera ma possono avere solo una rappresentanza vincolata alla limitazione del diritto di sciopero.
Hai
parlato di modello Fiat esteso a tutti i lavoratori. In realtà, se c'è
un limite che tutti riconoscono di questo accordo è proprio il fatto che
non vale per la Fiat, perché non è più iscritta a Confindustria. E
comunque sia, se non vale per la Fiat, l'accordo non dovrebbe valere
nemmeno per gli iscritti a tutte le organizzazioni sindacali che non
fanno parte di Cgil Cisl e Uil.
Certo che non
vale, però chi non accetta questo accordo non ha i diritti sindacali.
Quindi è vero che sei libero, ma sei clandestino. Nessun può partecipare
alle elezioni delle Rsu e alle trattative se non accetta le limitazioni
al diritto di sciopero. In più, si istituisce un sistema di controllo
poliziesco dall'alto sui lavoratori. Mi riferisco in particolare a
quella clausola mostruosa - che mi ha fatto dire che siamo di fronte a
un vero e proprio “porcellum” sindacale - per cui se un delegato Rsu
“dissidente” cambia organizzazione o viene mandato via
dall'organizzazione nelle cui liste è stato eletto, viene destituito e
non è più delegato. Quindi di fatto si toglie ai lavoratori il diritto
di scegliersi i propri delegati. Una volta firmato un accordo, c'è un
sistema “a cascata” per cui Cgil Cisl Uil controllano le federazioni
nazionali di categoria, queste ultime controllano i territori e i
territori a loro volta controllano i delegati.
Per
la verità, l'accordo demanda alle categorie la definizione delle
procedure di raffreddamento, non c'è alcun accenno a forme di
centralizzazione disciplinare e sistemi di controllo “a cascata”…
Non
è così, il testo dell'accordo è chiarissimo e chi dice il contrario
mente sapendo di mentire. Nell'accordo sulla rappresentanza, c'è la
parola “dovranno”. Infatti c'è scritto che, alla firma dei contratti, le
categorie “dovranno” decidere le clausole di raffreddamento - cioè che
non si sciopera, per essere chiari - e “dovranno” decidere le
conseguenze se si sciopera, cioè le sanzioni.
La parola “sciopero” però non è nemmeno nominata nell'accordo, almeno questo lo ammetti…
Infatti
si va oltre lo sciopero, si parla di tregue e clausole di
raffreddamento, il che è peggio perché include anche le cause legali e
altre forme di protesta. Se in Fiat fosse in vigore questo accordo, la
Fiom dovrebbe ritirare tutte le cause fin qui intentate. Quindi, ripeto,
chi dice che non ci sono limitazioni al diritto di sciopero e che non
sono previste sanzioni per chi sciopera mente sapendo di mentire. Il
problema di fondo è che la propaganda a favore di questo accordo, come è
sempre avvenuto per gli accordi più negativi per i lavoratori, non
ricalca il testo dell'accordo. Per cui invito tutti a leggersi il testo
dell'accordo e a non basarsi sulle dichiarazioni dei sindacalisti.
E
tuttavia sono costretto a farti notare che ci sono altre
interpretazioni, diverse dalla tua, di quello che c'è scritto
nell'accordo. Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ad esempio, in
una intervista all'Unità ha spiegato che «procedura di raffreddamento
significa che, se c'è un problema, ci si confronta con l'azienda per
risolverlo» e non che si accetta una limitazione del diritto di
sciopero.
Allora ti rispondo con la
dichiarazione formale che Landini fece all'indomani dell'accordo del 28
giugno 2011. Quando disse, testuali parole, che «le clausole di tregua
previste dal 28 giugno», che sono le stesse ora trasferite sull'accordo
sulla rappresentanza, «sono inaccettabili e sono un cedimento della Cgil
rispetto ai suoi principi». Landini dice una cosa falsa, lui sa
perfettamente che il sistema che si sta istituendo non è un altro
sistema, tanto è vero che il testo dell'accordo è il testo Fiat. Quindi è
Landini che ha cambiato radicalmente posizione.
Questo
accordo sulla rappresentanza prevede che un accordo, per essere valido,
debba essere sottoscritto dal 50% più uno delle organizzazioni
sindacali e approvato, con consultazione certificata, dalla maggioranza
semplice dei lavoratori. La Fiom ha sempre detto che avrebbe accettato
intese non condivise, purché votate dalla maggioranza dei lavoratori.
Così ha fatto alla Piaggio di Pontedera. Dove starebbe adesso la
contraddizione?
Anche questo fa parte di una
campagna di mistificazione. Alla Piaggio in questi giorni sono in corso
scioperi contro quell'accordo. Proprio perché quell'accordo - che la
Fiom, è vero, ha accettato dopo il referendum - non prevede limitazioni
del diritto di sciopero. Se fosse stato in vigore questo accordo
confederale, il sì della Fiom all'accordo Piaggio avrebbe voluto anche
dire che la Fiom non poteva più proclamare scioperi. E' chiaro che la
maggioranza dei lavoratori ha diritto di decidere un accordo. Ripeto,
però, che la Fiom a Pomigliano si è rifiutata di firmare l'accordo del
2010 anche se la maggioranza delle Rsu di Pomigliano e dei lavoratori di
quello stabilimento votarono sì. Oggi questo la Fiom non lo potrebbe
più fare. E chi dice il contrario, mente sapendo di mentire.
Però
chi non è iscritto a Cgil Cisl Uil - lo Slai Cobas a Pomigliano, tanto
per fare un esempio - potrebbe proclamare scioperi senza incorrere in
sanzioni. Giusto?
Questo è sicuro, però lo
Slai Cobas se non accetta le nuove regole non potrà più partecipare alle
elezioni delle Rsu. E se per caso a un delegato Rsu Cgil venisse in
mente di proclamare uno sciopero, ad esempio sui sabati, in presenza di
un accordo siglato dal suo sindacato di appartenenza, verrebbe dimesso
da delegato e lo sciopero ritirato. Io invito tutti a leggersi il testo
dell'accordo. Voglio sottolineare in conclusione che la Cgil ha violato
il suo statuto perché ha firmato questo accordo senza la consultazione
dei lavoratori e degli iscritti come invece tassativamente prevede lo
statuto.
Roberto Farneti
07/06/2013
da www.rete28aprile.it
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