lunedì 10 giugno 2013

Intervista a Liberazione di Giorgio Cremaschi

Cremaschi: «Sanzioni per chi sciopera. E la Fiom è d'accordo». 
Il leader di Rete 28 Aprile spara a zero sull'accordo sulla rappresentanza sindacale nel settore privato.

Giorgio Cremaschi, leader di Rete 28 Aprile (minoranza Cgil). L'accordo sulla rappresentanza sindacale nel settore privato firmato da Cgil Cisl Uil con Confindustria è stato definito “storico” perché colma - bene o male, a seconda dei punti di vista - quel vuoto di regole che negli anni recenti ha consentito alle imprese di scegliersi i propri interlocutori. Sei d'accordo?
 (...)

E' un accordo “storico”, ma in senso negativo. Questo accordo infatti risolve alla radice il problema per i padroni di scegliere con chi trattare, perché, con le regole firmate, Cgil Cisl e Uil accettano la limitazione e l'attacco al diritto di sciopero, in pratica il modello Fiat viene esteso a tutti i lavoratori. Faccio un esempio. Tutta questa fase non sarebbe avvenuta se nel giugno del 2010 la Fiom avesse firmato l'accordo con Fiat, dopo avere perso i referendum, e si fosse impegnata a non scioperare e a non fare cause legali perché la maggioranza dei lavoratori e delle Rsu aveva approvato quell'intesa. Se allora la Fiom avesse firmato, oggi non sarebbe fuori dal tavolo perché la Fiat avrebbe accettato la sua presenza come sindacato di minoranza dentro il sistema. La selezione degli interlocutori c'è, ma viene fatta in via preliminare: chi accetta di limitare il diritto di sciopero è dentro, chi non lo accetta è fuori. In questo modo i lavoratori non hanno più diritto a una rappresentanza libera ma possono avere solo una rappresentanza vincolata alla limitazione del diritto di sciopero.

Hai parlato di modello Fiat esteso a tutti i lavoratori. In realtà, se c'è un limite che tutti riconoscono di questo accordo è proprio il fatto che non vale per la Fiat, perché non è più iscritta a Confindustria. E comunque sia, se non vale per la Fiat,  l'accordo non dovrebbe valere nemmeno per gli iscritti a tutte le organizzazioni sindacali che non fanno parte di Cgil Cisl e Uil. 


Certo che non vale, però chi non accetta questo accordo non ha i diritti sindacali. Quindi è vero che sei libero, ma sei clandestino. Nessun può partecipare alle elezioni delle Rsu e alle trattative se non accetta le limitazioni al diritto di sciopero. In più, si istituisce un sistema di controllo poliziesco dall'alto sui lavoratori. Mi riferisco in particolare a quella clausola mostruosa - che mi ha fatto dire che siamo di fronte a un vero e proprio “porcellum” sindacale - per cui se un delegato Rsu “dissidente” cambia organizzazione o viene mandato via dall'organizzazione nelle cui liste è stato eletto, viene destituito e non è più delegato. Quindi di fatto si toglie ai lavoratori il diritto di scegliersi i propri delegati. Una volta firmato un accordo, c'è un sistema “a cascata” per cui Cgil Cisl Uil controllano le federazioni nazionali di categoria, queste ultime controllano i territori e i territori a loro volta controllano i delegati.

Per la verità, l'accordo demanda alle categorie la definizione delle procedure di raffreddamento, non c'è alcun accenno a forme di centralizzazione disciplinare e sistemi di controllo “a cascata”…


Non è così, il testo dell'accordo è chiarissimo e chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Nell'accordo sulla rappresentanza, c'è la parola “dovranno”. Infatti c'è scritto che, alla firma dei contratti, le categorie “dovranno” decidere le clausole di raffreddamento - cioè che non si sciopera, per essere chiari - e “dovranno” decidere le conseguenze se si sciopera, cioè le sanzioni.

La parola “sciopero” però non è nemmeno nominata nell'accordo, almeno questo lo ammetti…


Infatti si va oltre lo sciopero, si parla di tregue e clausole di raffreddamento, il che è peggio perché include anche le cause legali e altre forme di protesta. Se in Fiat fosse in vigore questo accordo, la Fiom dovrebbe ritirare tutte le cause fin qui intentate. Quindi, ripeto, chi dice che non ci sono limitazioni al diritto di sciopero e che non sono previste sanzioni per chi sciopera mente sapendo di mentire. Il problema di fondo è che la propaganda a favore di questo accordo, come è sempre avvenuto per gli accordi più negativi per i lavoratori, non ricalca il testo dell'accordo. Per cui invito tutti a leggersi il testo dell'accordo e a non basarsi sulle dichiarazioni dei sindacalisti.

E tuttavia sono costretto a farti notare che ci sono altre interpretazioni, diverse dalla tua, di quello che c'è scritto nell'accordo. Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ad esempio, in una intervista all'Unità ha spiegato che «procedura di raffreddamento significa che, se c'è un problema, ci si confronta con l'azienda per risolverlo» e non che si accetta una limitazione del diritto di sciopero.


Allora ti rispondo con la dichiarazione formale che Landini fece all'indomani dell'accordo del 28 giugno 2011. Quando disse, testuali parole, che «le clausole di tregua previste dal 28 giugno», che sono le stesse ora trasferite sull'accordo sulla rappresentanza, «sono inaccettabili e sono un cedimento della Cgil rispetto ai suoi principi». Landini dice una cosa falsa, lui sa perfettamente che il sistema che si sta istituendo non è un altro sistema, tanto è vero che il testo dell'accordo è il testo Fiat. Quindi è Landini che ha cambiato radicalmente posizione.

Questo accordo sulla rappresentanza prevede che un accordo, per essere valido, debba essere sottoscritto dal 50% più uno delle organizzazioni sindacali e approvato, con consultazione certificata, dalla maggioranza semplice dei lavoratori. La Fiom ha sempre detto che avrebbe accettato intese non condivise, purché votate dalla maggioranza dei lavoratori. Così ha fatto alla Piaggio di Pontedera. Dove starebbe adesso la contraddizione?


Anche questo fa parte di una campagna di mistificazione. Alla Piaggio in questi giorni sono in corso scioperi contro quell'accordo. Proprio perché quell'accordo - che la Fiom, è vero, ha accettato dopo il referendum - non prevede limitazioni del diritto di sciopero. Se fosse stato in vigore questo accordo confederale, il sì della Fiom all'accordo Piaggio avrebbe voluto anche dire che la Fiom non poteva più proclamare scioperi. E' chiaro che la maggioranza dei lavoratori ha diritto di decidere un accordo. Ripeto, però, che la Fiom a Pomigliano si è rifiutata di firmare l'accordo del 2010 anche se la maggioranza delle Rsu di Pomigliano e dei lavoratori di quello stabilimento votarono sì. Oggi questo la Fiom non lo potrebbe più fare. E chi dice il contrario, mente sapendo di mentire.

Però chi non è iscritto a Cgil Cisl Uil - lo Slai Cobas a Pomigliano, tanto per fare un esempio - potrebbe proclamare scioperi senza incorrere in sanzioni. Giusto?


Questo è sicuro, però lo Slai Cobas se non accetta le nuove regole non potrà più partecipare alle elezioni delle Rsu. E se per caso a un delegato Rsu Cgil venisse in mente di proclamare uno sciopero, ad esempio sui sabati, in presenza di un accordo siglato dal suo sindacato di appartenenza, verrebbe dimesso da delegato e lo sciopero ritirato. Io invito tutti a leggersi il testo dell'accordo. Voglio sottolineare in conclusione che la Cgil ha violato il suo statuto perché ha firmato questo accordo senza la consultazione dei lavoratori e degli iscritti come invece tassativamente prevede lo statuto.


Roberto Farneti
07/06/2013
da www.rete28aprile.it


Nessun commento: