lunedì 29 ottobre 2012

c'est n'est pas qu'un debut...

Siamo tornati in Europa 

C'è l'abbiamo fatta. Nonostante il mal tempo che sappiamo aver ridotto la partecipazione, ma grazie anche ad un improvviso vento amico che ha fermato le nubi per tutto il pomeriggio, un corteo imponente ha percorso le vie di Roma e piazza S.Giovanni si è' riempita come nelle grandi manifestazioni sindacali. E' un successo che ci da' forza per ripartire e che ci fa tornare in Europa. Si' perché stavamo diventando il paese più passivo e sfiduciato del continente. Mentre tutti i popoli colpiti dalla politica di austerità della Troika ( Banca Europea, commissione europea, Fondo Monetario) si ribellano, finora Monti poteva vantare all'estero l'assenza di proteste nel nostro paese. E in un certo senso aveva ragione, perché in ogni parte dell'Italia si lotta per il lavoro la salute, i diritti, ma finora una mobilitazione di massa direttamente  rivolta  contro il governo non c'era. Ci avevamo provato il 31 marzo a Milano sotto la Borsa, ma ci eravamo fermati, ancora non era in campo un movimento generale contro Monti, la sua politica e chi li sostiene. Ora c'è. (...)

Lavoratrici e lavoratori del sindacalismo di base e che nella CGIL dicono basta alla complicità e alla subalternità al governo. Movimenti civili, in testa i disabili in sciopero della fame, ambientalisti, per la democrazia. Tutte le formazioni politiche che hanno detto no a Monti e al centro sinistra che lo appoggia. I protagonisti di lotte durissime, dai no tav a chi e' stato per mesi su una torre alla stazione di Milano. E poi un grande corteo di quegli studenti a cui bisogna riconoscere il merito di aver aperto oggi lo scontro con il governo, e con loro giovani precari della scuola e di ovunque. 

Quello del 27 ottobre a Roma  e' un popolo in via di formazione e organizzazione. Il popolo anti Monti.

Il palazzo in tutte le sue espressioni, comprese le finte alternative e le finte opposizioni, ha fatto il possibile per cancellare questo popolo. Una censura di regime ha colpito la stessa elementare informazione sul no monti day. Ma tutto questo non ha fermato le persone che sono scese in piazza con la voglia di rompere il gelo del silenzio e della passività. E il ghiaccio alla fine si è rotto. Siamo tornati nell'Europa dei popoli che lottano, e' solo l'inizio, sarà dura come non mai, ma siamo partiti e non ci fermeremo più.

Rete28Aprile - 27/10/2012


* * *

Il “No Monti Day” senza scontri non piace ai giornali


Non saranno stati 150.000 come dichiarato dagli organizzatori, ma di certo è un fiume di decine di migliaia di persone quello che ieri da piazza della Repubblica a Roma è sfilato fino a San Giovanni per il No Monti Day. Un fiume rosso a colpo d’occhio che, tranne pochi momenti colorati dalla murga con i suoi tamburi e i vestiti da carnevale sociale, dai movimenti dell’acqua e dal book block studentesco, non ha soluzione di continuità tra le bandiere rosse delle più disparate sigle della galassia dei partiti, dei sindacati e delle associazioni di ispirazione “comunista”.
Rosso antico qualcuno potrebbe sostenere senza tema di furibonde smentite. Disciplinati, parole d’ordine chiare, slogan urlati in perfetta sincronia, servizio d’ordine efficientissimo e soprattutto parole d’ordine chiare e nette. Con alcune sfumature che vanno dal sobrio “cacciamo Monti” al più nostalgico “mandiamolo in Siberia” intonato da una cinquantina di ragazzini e ragazzine implotonati. Comunque, un successo ben superiore alle previsioni degli organizzatori e un drammatico flop per i giornalisti convenuti alla ricerca di scontri e di un nuovo 15 ottobre. Niente fuochi e insurrezione urbana. A meno che non si voglia vedere una violenza apocalittica in un paio di vetrine di banche “oltraggiate” dalle bombolette spray e da qualche uovo (dove “paio” non indica un numero genericamente basso, ma proprio “due”) .
Anzi, a stupire oltre al ritorno del “rosso antico” è proprio l’ordine con il quale sfila il corteo. Rimangono a bocca asciutta soprattutto i giornalisti, molti dei quali vengono mandati dalle redazioni in cerca dei selvaggi scontri annunciati nei giorni precedenti. Fanno capannello tra di loro in un angolo di piazza San Giovanni e telefonano sconfortati ai desk centrali: «Niente, non è successo niente, che faccio, torno?». Quando vengono lanciate due uova si precipitano tutti a raccogliere le stesse immagini sperando che si tratti solo di un primo accenno, che quelle uova possano inaugurare una piccola rivolta o perché no un po’ di guerriglia urbana come quel supermercato a fuoco lo scorso anno all’inizio di via Cavour.
Sono gli studenti a regalare qualche brivido ai reporter con il corteo selvaggio che blocca la tangenziale e l’imbocco con l’A24. Qualche tensione con la polizia (che durante tutto il corteo si tiene a distanza, dimostrando il teorema che più è “pesante” il controllo più è alta la possibilità di incidenti), ma alla fine tutto si risolve con qualche fumogeno e poco più. Così poco, insomma, che i quotidiani questa mattina quasi non riportano la notizia del corteo anti Monti. Oscurata dai titoli dal “No Monti Day” di Silvio Berlusconi (siamo ancora un Paese televisivo, dove migliaia di corpi in piazza non valgono le esternazioni dello Spettacolo avvolto nel cerone). Eppure la manifestazione di ieri ha dimostrato che c’è una fetta consistente di Paese nettamente contraria al governo tecnico e alle politiche di austerity. Che non vuole avere niente a che fare con il centrosinistra del Pd e neanche è attirato dalle ipotesi “nuoviste” alla Renzi o “vaffanculiste” alla Grillo. Che ha una dimensione europea nell’analisi e nei contenuti. E che nonostante il rosso antico che evoca sembra essere più nello spirito dei tempi di quanto lo sia la spesso vuota battaglia delle primarie. E che non teme le minacce del meteo e degli scontri evocati.

S Podda - 28/10/2012
Pubblico giornale


...continuons le combat !


Nessun commento: