La presidente Marcegaglia annuncia che la newco voluta da Marchionne uscirà dall'associazione per rientrarvi quando sarà pronto un contratto ad hoc per il settore. Per la Fiom è la fine del ccnl. Intanto nuovi incentivi per il Lingotto, in Brasile.
"Lavoriamo per fare un contratto specifico per l'auto". Lo ha dichiarato oggi dagli Stati Uniti dopo l'incontro con l'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. "Tecnicamente facciamo un contratto dell'auto come vuole Fiat, non ci sembra difficile", ha detto Marcegaglia, precisando però che finché questo contratto su misura non ci sarà "la Newco di Mirafiori tra Fiat e Chrysler sarà fuori da Confindustria". Prima Marchionne aveva ribadito il suo diktat: "Senza un accordo sullo stabilimento di Mirafiori l'investimento non si fa. Ci sono tantissimi siti produttivi, la Fiat è un grande gruppo con 240mila dipendenti di cui meno di un terzo in Italia". E aveva aggiunto che la mancata intesa con i sindacati "sarebbe un grandissimo dispiacere".Ma da Torino dove si sono svolte le assemblee dei lavoratori sembrano arrivare segnali negativi: "Dopo due giorni di assemblee, che purtroppo non sono state congiunte non per nostra volontà - ha dichiarato Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom nazionale - è chiaro che i lavoratori non vogliono che si ripeta l'accordo di Pomigliano e che la nuova società esca dal contratto nazionale". "La Fiat detta le condizioni a Confindustria e vuole definitivamente smantellare il contratto nazionale", ha dichiarato all'Agi Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, dopo l'incontro tra Marchionne e Marcegaglia a New York."Dagli Stati Uniti - dice Landini - si apprende che si vuole definitivamente smantellare il contratto nazionale di lavoro. Le capriole del presidente della Confindustria servono nei fatti a coprire la volonta' della Fiat di far diventare gli stabilimenti del gruppo in Italia quelli in cui si delocalizzano produzioni e si cancellano diritti. In nessun altro paese d'Europa - rincara la dose - sta avvenendo che una singola impresa detta le condizioni al governo e alle associazioni industriali senza il consenso delle organizzazioni sindacali e delle lavoratrici e dei lavoratori interessati".Ancora più dura la presa di posizione di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom: "Quello della signora Marcegaglia è un atto di sudditanza tale che dovrebbe fare indignare non solo i sindacati e i lavoratori, ma anche gli industriali. Ha deciso di sciogliere la Confindustria. In ogni caso - aggiunge Cremaschi - per noi comincia la guerra totale a Marchionne".Diversa la posizione espressa dalla Fim Cisl, con il segretario nazionale Bruno Vitali. "Siamo pronti a gestire una fase che preveda l'uscita temporanea da Confindustria - spiega Vitali - purché poi ci sia un rientro nel sistema. L'importante - aggiunge - è esserci, non stare fuori e non contare niente".Intanto, un'altra notizia che vede Fiat protagonista arriva dal Brasile dove l'azienda torinese ha aquisito la nuova fabbrica che sorgerà in Pernambuco e produrrà auto popolari. Per questo l'azienda riceverà incentivi fiscali previsti per la regione Nordest dal governo di Luiz Inacio Lula da Silva. Lo ha annunciato un portavoce della Fiat Automoveis smentendo la notizia data dal quotidiano economico Valor secondo cui il nuovo impianto sarebbe della Chrysler.
"Lavoriamo per fare un contratto specifico per l'auto". Lo ha dichiarato oggi dagli Stati Uniti dopo l'incontro con l'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. "Tecnicamente facciamo un contratto dell'auto come vuole Fiat, non ci sembra difficile", ha detto Marcegaglia, precisando però che finché questo contratto su misura non ci sarà "la Newco di Mirafiori tra Fiat e Chrysler sarà fuori da Confindustria". Prima Marchionne aveva ribadito il suo diktat: "Senza un accordo sullo stabilimento di Mirafiori l'investimento non si fa. Ci sono tantissimi siti produttivi, la Fiat è un grande gruppo con 240mila dipendenti di cui meno di un terzo in Italia". E aveva aggiunto che la mancata intesa con i sindacati "sarebbe un grandissimo dispiacere".Ma da Torino dove si sono svolte le assemblee dei lavoratori sembrano arrivare segnali negativi: "Dopo due giorni di assemblee, che purtroppo non sono state congiunte non per nostra volontà - ha dichiarato Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom nazionale - è chiaro che i lavoratori non vogliono che si ripeta l'accordo di Pomigliano e che la nuova società esca dal contratto nazionale". "La Fiat detta le condizioni a Confindustria e vuole definitivamente smantellare il contratto nazionale", ha dichiarato all'Agi Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, dopo l'incontro tra Marchionne e Marcegaglia a New York."Dagli Stati Uniti - dice Landini - si apprende che si vuole definitivamente smantellare il contratto nazionale di lavoro. Le capriole del presidente della Confindustria servono nei fatti a coprire la volonta' della Fiat di far diventare gli stabilimenti del gruppo in Italia quelli in cui si delocalizzano produzioni e si cancellano diritti. In nessun altro paese d'Europa - rincara la dose - sta avvenendo che una singola impresa detta le condizioni al governo e alle associazioni industriali senza il consenso delle organizzazioni sindacali e delle lavoratrici e dei lavoratori interessati".Ancora più dura la presa di posizione di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom: "Quello della signora Marcegaglia è un atto di sudditanza tale che dovrebbe fare indignare non solo i sindacati e i lavoratori, ma anche gli industriali. Ha deciso di sciogliere la Confindustria. In ogni caso - aggiunge Cremaschi - per noi comincia la guerra totale a Marchionne".Diversa la posizione espressa dalla Fim Cisl, con il segretario nazionale Bruno Vitali. "Siamo pronti a gestire una fase che preveda l'uscita temporanea da Confindustria - spiega Vitali - purché poi ci sia un rientro nel sistema. L'importante - aggiunge - è esserci, non stare fuori e non contare niente".Intanto, un'altra notizia che vede Fiat protagonista arriva dal Brasile dove l'azienda torinese ha aquisito la nuova fabbrica che sorgerà in Pernambuco e produrrà auto popolari. Per questo l'azienda riceverà incentivi fiscali previsti per la regione Nordest dal governo di Luiz Inacio Lula da Silva. Lo ha annunciato un portavoce della Fiat Automoveis smentendo la notizia data dal quotidiano economico Valor secondo cui il nuovo impianto sarebbe della Chrysler.
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