Tutte/i noi abbiamo potuto constatare nel corso della  campagna assembleare congressuale delle strutture Cgil in cui ci siamo  impegnate/i quanto sia stato duro tentare di imporre una vera "pari  dignità" delle due mozioni congressuali. E questo non solo e non tanto  per la abissale disparità delle forze di apparato in campo. Anzi,  occorre dire che la militanza di tante/i compagne/i impegnate/i a  sostegno di "La CGIL che vogliamo" che hanno perfino messo a  disposizione tanti giorni di ferie e ogni ritaglio di tempo libero  avrebbe perfino potuto colmare quella disparità. E non è stato neanche  la criminalizzazione del secondo documento, presentato da dirigenti di  primo piano della prima mozione come un'accolita di sabotatori della  unità e della confederalità della Cgil. No, il vero ostacolo alla "pari  dignità" sono stati il malevolo ostruzionismo, le diffuse violazioni del  regolamento nella lettera e nello spirito, la gestione plebiscitaria e  spesso inattendibile di numerose assemblee. 
Tutto messo in atto in modo diffuso e  deliberato da tante strutture. In certe categorie e in certi territori  queste pratiche sono state tanto generalizzate da indurre a pensare che  ci siano state ispirazioni dall'alto. La possibilità dei relatori della  mozione 2 di essere presenti nelle assemblee di base è dunque stata  impossibilitata massicciamente, con gravi conseguenze sulla  consapevolezza con cui le/gli iscritte/i si pronunciavano e soprattutto  sulla pariteticità del controllo sulle operazioni di voto e di  scrutinio. Gli stessi dati forniti da Epifani al direttivo nazionale il 2  febbraio confermano questa rilevazione. Epifani ha affermato, infatti,  che i due relatori sono stati presenti in circa il 50% delle assemblee  di base, una percentuale, a suo dire, mai raggiunta in altri congressi a  mozioni contrapposte. Anche dando per buono questo dato (ma ci  chiediamo da dove lo abbia desunto, dato che la procedura informatica  nazionale di trasmissione dei dati non registra il dato sui relatori),  occorre ricordare che per motivi che non bisogna spiegare in questo  congresso la presenza dei due relatori c’è stata nel 100% delle  assemblee della FP, della Fiom e della Fisac. Dunque, se depuriamo quel  50% di queste tre categorie, il dato fornito da Epifani si abbassa  drasticamente, forse fino a dimezzarsi. Tutte/i noi infatti sappiamo  quanto, salvo lodevoli eccezioni che, appunto, confermano la regola,  sono pochissime le assemblee di Fillea, Flai, Filcem, Filt, spesso anche  SPI e Filcams in cui è stato possibile ascoltare i due relatori, e  ancor meno quelle in cui tale opportunità è stata vissuta con  sufficiente serenità. Ora ci stiamo avvicinando alla fine della fase  fondamentale delle assemblee di base e in alcuni territori, già in  questi giorni si stanno celebrando i congressi comprensoriali di  categoria, con “platee” costruite su assemblee tenute spessissimo in  modo perlomeno discutibile. In questi giorni le Commissioni territoriali  di garanzia stanno “certificando” i risultati di queste assemblee, che  sommati gli uni con gli altri andranno a costruire i risultati dei  congressi di ogni struttura categoriale e confederale a ogni livello.  Invitiamo perciò le compagne e i compagni che sono parte di queste  commissioni a verificare con grande scrupolo tutti i dati. La  certificazione dei risultati finali è l’espletamento più importante  della commissione territoriale e bisogna esigere che venga fatto in modo  collegiale. I risultati da certificare vanno sottoposti al voto formale  della commissione in seduta plenaria, dopo che ogni commissario sia  stato messo in grado di verificare anche in modo analitico ogni singolo  verbale. Vanno certificati solo i risultati di assemblee il cui  svolgimento sia unanimemente riconosciuto come giusto e pariteticamente  documentato. Non si possono certificare i risultati (numero di votanti e  risultati dello scrutinio) di assemblee per le quali sia stata  ostacolata la presenza del secondo relatore. Invitiamo dunque, sulla  base delle precedenti considerazioni, tutte le compagne e tutti i  compagni delle CGTC al massimo impegno, alla massima attenzione, a non  procedere a nessuna certificazione forzata o d'ufficio e a segnalarci  ogni anche minima incongruenza. 
RETE 28 APRILE
 
 
 
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