“C’è una situazione di emergenza sociale nel paese e questo richiede l'impiego di ingenti risorse come è stato fatto sul terreno delle banche. Non si può dire a chi è licenziato che c’è il vincolo della spesa pubblica. Bisogna tenere insieme un ragionamento di prospettiva con uno straordinario intervento sociale”. A dirlo è il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, secondo cui “il termine recessione è equivoco perché è stato usato troppe volte rispetto a situazioni meno gravi”.
Spiega il dirigente sindacale: “Siamo di fronte alla crisi più grave dal dopoguerra ad oggi perché riguarda l'intero modello di sviluppo e di crescita che ha segnato questi ultimi decenni. Un modello che teneva insieme basse retribuzioni, deregolazione sul terreno del lavoro e precarietà con un sistema di consumi fondato sul credito. Non basta avere un'idea di come uscire dalla crisi, ma bisogna affrontare anche l'emergenza”.
In Piemonte, dove oggi si trova Rinaldini, secondo i dati forniti dalla Fiom regionale le aziende in crisi sono ad oggi 533 con circa 60 mila addetti: sono quasi 6 mila le ore di cassa integrazione straordinaria richieste con circa 31 mila addetti coinvolti e quasi 4 mila i precari colpiti. A darne notizia è l’Ansa.
Spiega il dirigente sindacale: “Siamo di fronte alla crisi più grave dal dopoguerra ad oggi perché riguarda l'intero modello di sviluppo e di crescita che ha segnato questi ultimi decenni. Un modello che teneva insieme basse retribuzioni, deregolazione sul terreno del lavoro e precarietà con un sistema di consumi fondato sul credito. Non basta avere un'idea di come uscire dalla crisi, ma bisogna affrontare anche l'emergenza”.
In Piemonte, dove oggi si trova Rinaldini, secondo i dati forniti dalla Fiom regionale le aziende in crisi sono ad oggi 533 con circa 60 mila addetti: sono quasi 6 mila le ore di cassa integrazione straordinaria richieste con circa 31 mila addetti coinvolti e quasi 4 mila i precari colpiti. A darne notizia è l’Ansa.
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