mercoledì 14 dicembre 2016

Comunicato iscritti FIOM INSIEL di Trieste - Alla segreteria provinciale

14 dicembre 2016
 

L’assemblea degli iscritti della FIOM INSIEL di Trieste, riunitosi in data odierna, vuole esprimere e confermare il proprio sostegno all’attuale segreteria provinciale FIOM, la quale non potrebbe meglio rappresentare il pensiero e la volontà degli iscritti.
Pertanto auspichiamo che, a prescindere dall’esito del referendum sulla proposta di CCNL, continui a svolgere il suo prezioso ruolo di rappresentanza.


Assemblea degli iscritti della FIOM INSIEL di Trieste



Comunicato iscritti FIOM INSIEL di Trieste - Alle nostre RSU

14 dicembre 2016

L’assemblea degli iscritti della FIOM INSIEL di Trieste, riunitosi in data odierna, a prescindere dall’esito del referendum sulla proposta di CCNL e dalle conseguenti decisioni della segreteria provinciale, al fine di tutelare i lavoratori,

IMPEGNA

le proprie RSU a proseguire fino alla fine del mandato con il loro lavoro di rappresentanza interno all’azienda.

Assemblea degli iscritti della FIOM INSIEL di Trieste

mercoledì 9 novembre 2016

INTEGRATIVO 2017 - FIOM Insiel Trieste



ACCORDO INTEGRATIVO AZIENDALE

PROPOSTA PER IL RINNOVO 2017

DELLA FIOM INSIEL DI TRIESTE



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martedì 27 settembre 2016

NO A CAMBIALI IN BIANCO


Trieste-Udine, 23 settembre 2016
 
Le RSU di Insiel riconoscono che l’intermediazione del Presidente Puksic ha rappresentato un passo in avanti sia sul piano delle relazioni industriali, sia su quello di una maggiore comprensione di quanto si prospetta per il futuro di Insiel e dei suoi lavoratori.
 
Gli incontri con i responsabili di divisione sui prodotti e i servizi core, così come gli incontri sulla formazione non hanno risolto i dubbi della delegazione sindacale. Anzi. Servizi e “competenze” in riuso, prodotti sviluppati al 100% in esterno, interi settori abbandonati a sé stessi e che ad oggi non si è nemmeno tentato di mettere in sicurezza.

L’annoso problema della Polizza Sanitaria versa in una situazione di stallo totale.
 
Ieri, a conclusione di ben quattro giorni di incontri serrati, il Presidente ci ha chiesto una firma incondizionata sull’accordo Fornero, senza che ci siano nemmeno prospettive certe sull’assunzione di nuovo personale (massimo 7) e senza che la Regione possa o voglia dare garanzie sulla concessione di una deroga al D.Lgs. Madia sul blocco delle assunzioni.

E’ un’apertura di credito che, in questa fase, le RSU non possono concedere, rimanendo critiche sul Piano Industriale, sui risultati della sua attuazione e sulla direzione verso cui Insiel sta andando.
 
Le RSU auspicano che il prossimo CdA, che si terrà il 27 settembre, permetta alla Direzione aziendale di impegnarsi con le RSU con dati e fatti concreti.

Le RSU Insiel di Trieste e Udine

martedì 20 settembre 2016

Comunicato degli iscritti FIOM di Trieste


 
20 settembre 2016 
 
Il comitato degli iscritti della FIOM di Trieste,
 
PREMESSO
 
un giudizio ancora negativo sul piano industriale presentato 2 anni fa, il quale non porta ad un rilancio del ruolo di Insiel all'interno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ma ad un suo preoccupante impoverimento, con un abbassamento della qualità del lavoro e con seri rischi anche sul piano occupazionale,
 
IMPEGNA 
 
le proprie RSU ad ottenere le giuste garanzie da parte della direzione aziendale con le quali riaprire una negoziazione Aziendale che sia in grado di dare risposte chiare e concrete a tutela dei lavoratori e del loro futuro in Insiel.
 
 
Comitato degli iscritti della FIOM di Trieste

lunedì 12 settembre 2016

Comunicato unitario 9 settembre

 

9 settembre 2016

L’incontro che si è tenuto ieri con il Presidente Puksic, delegato dal socio Regione  a rappresentarLo in sede di trattativa, il Direttore Generale Filippini, il Direttore del Personale Valerii, il responsabile delle Relazioni Industriali Boscarol, il responsabile dell’area Legal Affairs & Privacy Crosilla con la collega Sigulin può essere considerato un timido passo in avanti nella ripresa delle relazioni industriali, per ottenere le risposte alle domande che la delegazione sindacale chiede da tempo.
 
Sono stati programmati per la prossima settimana cinque incontri. I primi quattro con i responsabili delle Divisioni perché ci dicano quali sono i prodotti e i servizi core e quali sono i piani formativi per ciascuna figura (job title):
 
  • 13.09.2016 – 10:00 – 12:00 incontro con la delegazione aziendale e il responsabile della Divisione Demand, Benvenuti
  • 13.09.2016 – 13:00 – 15:00 incontro con la delegazione aziendale e il responsabile della Divisione Innovation & Projects, Licursi
  • 14:09.2016 – 09:30 – 11:30 incontro con la delegazione aziendale e il responsabile della Divisione Service Delivery & Operation, Conrotto
  • 14.09.2016 – 11:30 – 13:30 incontro con la delegazione aziendale e il responsabile della Divisione Health & Social Care, Sbroiavacca
 
Un ulteriore incontro, il 16 settembre, con la sola delegazione aziendale, per continuare la discussione iniziata ieri sugli altri tre punti: Polizza sanitaria, PdR, Legge Fornero.
 
Le RSU Insiel di Trieste e Udine

giovedì 4 agosto 2016

Comunicato unitario 2 agosto

 
2 agosto 2016
 
Lunedì 1° agosto, abbiamo incontrato l’Ass. Panontin, in rappresentanza della Proprietà di Insiel, come seguito dell’incontro avuto, il 1° giugno scorso, in Regione, con la Governatrice Serracchiani.

E’ stato un incontro interlocutorio, nel corso del quale, per l’ennesima volta, non abbiamo avuto le risposte che chiedevamo e che ci erano state promesse, ma dove abbiamo potuto esprimere le nostre posizioni, anche sulle ultime vicende successe relative alla pessima gestione del personale da parte della Direzione aziendale.
 
Ribadiamo che le relazioni industriali con la Direzione Insiel sono interrotte e che accettiamo di incontrare solo la proprietà, cui diamo, comunque, ancora fiducia fino al prossimo incontro del 10 agosto, data che va considerata, ormai inevitabilmente, una dead-line.
 
Se anche in quella occasione la Proprietà non dovesse risponderci e rassicurarci sulle prospettive industriali di crescita e sulla gestione quotidiana di Insiel ci saranno delle inevitabili conseguenze che potrebbero sfociare non solo in azioni di protesta.
Le RSU Insiel di Trieste e Udine

lunedì 1 agosto 2016

Comunicato stampa 28 luglio


Stiamo navigando verso gli scogli?

L'Ass.Panontin, con delega della presidente Serracchiani, ci ha convocato lunedì 1° agosto p.v. presso la sede Insiel a Trieste.

Nell’incontro del 1 Giugno 2016 tra RSU e OOSS e Presidenza della Regione, la proprietà di Insiel aveva garantito risposte alle precise domande dei Sindacati che ritengono che l’azienda non sia condotta adeguatamente.

Le RSU avevano altresì evidenziato che le scelte compiute nel piano industriale, miranti a fare dell’azienda un mero fornitore di servizi, invece che un’azienda che fa innovazione, ricerca e sviluppo, sono state fallimentari.

Le prospettive di rilancio e crescita a breve e medio termine versano in un grave stato di impasse. L’ennesima recente riorganizzazione, più volte criticata dalle RSU e osteggiata dai dipendenti per manifesta improponibilità, ha ulteriormente aggravato lo stato e i tempi di produzione del software, dell’erogazione dei servizi e dell’aderenza ai tempi e alle finalità della politica industriale.

Di pochi giorni fa una lettera dell’Assessore regionale alla Salute alla Presidenza/Dirigenza Insiel (Presidente Serracchiani, Assessore Panontin e Direttore generale Finardi in Copia Conoscenza) che lamenta l’interruzione di attività e l’impossibilità di rispettare i tempi di consegna di soluzioni software (programmi e servizi, App ecc.) che dovrebbero rendere possibile l’erogazione di contributi tanto attesi e tanto annunciati dalla Presidenza della Regione.

Anche l’assessore alla Salute denuncia la riorganizzazione (ennesima) che sposta tecnici competenti da un posto ad un altro. Non è vero che tutti devono sapere fare tutto: un medico non può fare anche il notaio, e viceversa. Ma nei piani alti di Insiel non sembrano di questo avviso. Esempi eclatanti e recenti, di servizi che indubbiamente hanno risentito in modo critico delle continue riorganizzazioni sono gli applicativi che supportano gli interventi regionali, quali Misura Attiva di sostegno al reddito e abbattimento rette servizi Prima infanzia e ai sistemi informativi sulle Politiche Sociali Regionali; temiamo comunque che questi possono rappresentare solo la classica punta dell’iceberg.

Il principio della trasversalità, utilizzato dall’Azienda come giustificazione di queste scelte, ha provocato situazioni paradossali, con colleghi di provata competenza tecnica messi in condizione di non essere più operativi e in ogni caso distolti da servizi fondamentali che ne hanno ovviamente risentito, in alcuni casi in maniera molto critica.

Alcune di queste sostituzioni, poi, fanno pensare piuttosto ad una motivazione di tipo personale (simpatico/antipatico, allineato/non allineato) che di tipo tecnico.

Le RSU pensano che, in una realtà altamente specialistica come Insiel, la specializzazione ad hoc sia un valore aggiunto importantissimo. Già nel corso dell’incontro, avuto con la Presidente il 1° giugno, le RSU Insiel avevano segnalato il non-sense di alcune decisioni aziendali e purtroppo duole segnalare che le RSU avevano ragione. Alla fine chi pagherà quelle scelte sarà l’azienda nel suo complesso ed in particolare i lavoratori e sicuramente i cittadini del FVG, unici veri proprietari di Insiel azienda pubblica informatica specialistica.

Le RSU e le OOSS chiedono:
  • Meno dichiarazioni di facciata e più concretezza
  • Blocco delle esternalizzazioni
  • Più investimenti in ricerca e sviluppo
  • Meno corpi estranei e più gioco di squadra
  • Più aderenza ai problemi e soluzioni più concrete
  • Investimenti reali e corposi in formazione del personale Insiel
  • Valorizzazione della professionalità interna
  • Maggiore collaborazione con aziende e realtà pubbliche come Università ed Enti di ricerca del territorio (FVG)
 
Le RSU Insiel di Trieste e Udine
Trieste, Udine 28 luglio 2016

lunedì 25 luglio 2016

Comunicato unitario 25 luglio


Trieste, Udine - 25 Luglio 2016
 
Dopo l’ennesima e incomprensibile decisione aziendale di sospendere l’erogazione del contributo a favore dei colleghi che intendono avvalersi della future convenzioni per gli asili nido subordinandole "…all’eventuale ridefinizione del contratto integrativo…",
 
le RSU denunciano per l’ennesima volta

una politica aziendale che, con le nuove disposizioni su Orario di lavoro, Ferie, Asilo nido, Part time, Parcheggi, Politica sui Premi, Sedi di Udine, Polizza Sanitaria (ad oggi nulla è dato sapere circa le decisioni a tal riguardo dell’ultimo CdA) e tutte le altre voci, alimenta il malcontento generale esercitando un atteggiamento pervasivo e autoritario nei confronti dei lavoratori al solo scopo di fare  pressione sulle RSU aziendali.

Le RSU di Insiel ritengono questi atteggiamenti  inadeguati ed inopportuni

ai fini del mantenimento  delle corrette relazioni industriali.

A partire da oggi, pertanto, ogni rapporto con l’Azienda  è interrotto a tempo indeterminato.
 
Per quanto sopra esposto, a questo punto, le RSU ritengono prioritario incontrare la proprietà, come promesso dalla Presidente Serracchiani nel corso dell’incontro del 1 giugno, per avere risposte sulla politica industriale e soprattutto sulle modalità inerenti alla sua attuazione e solo dopo valutare la ripresa delle relazioni industriali.

Le RSU Insiel di Trieste e Udine

giovedì 21 luglio 2016

RISULTATI SCIOPERO


Le RSU Insiel contestano i dati rilevati dall’azienda Insiel S.p.A.
 
La nostra contestazione deriva dal metodo utilizzato dall’azienda per rilevare i dati, ovvero i lavoratori, che non hanno comunicato la loro adesione allo sciopero, sono stati contattati personalmente dall’azienda per chiedere conto di quanto hanno fatto nella giornata dello sciopero.
 
Questo atteggiamento dimostra la volontà dell’azienda di mascherare il malcontento dei lavoratori nei confronti della direzione e della proprietà.
 
Comunque, nonostante il tentativo da parte della direzione aziendale di modificare il risultato dello sciopero, è evidente che il giorno 15 Luglio non erano presenti neppure 200 persone su 442 dipendenti in azienda, determinando una grande adesione, la più alta degli ultimi 10 anni.
 
Le RSU ringraziano i lavoratori per l’alta adesione che impone una riflessione alla Regione e alla direzione riguardo l’organizzazione aziendale e il piano industriale.
Questo sciopero si configura solo come il punto di partenza per nuove azioni di lotta che vedranno la luce in autunno con rinnovato vigore.
 
Le RSU Insiel Trieste

mercoledì 15 giugno 2016

UNIVERSI PARALLELI

 

C’è da un lato l’Azienda che celebra se stessa con un grande dispendio di denaro (affitto di sale prestigiose, trasferte di dipendenti che naturalmente non lavoreranno, buffet o brindisi) e dall’altro i lavoratori, ovvero l’Azienda reale, ai quali viene chiesto di risparmiare su formazione, turn-over, sedi, personale, ecc., e che di tutta questa aria fritta non ne possono più.
 
Nonostante lo stridente e gattopardesco appello al cambiamento, noi percepiamo solo lo stravolgimento della natura di Insiel e lo svilimento delle competenze dei suoi lavoratori e della loro professionalità.
 
Le RSU dicono basta a questa farsa!

Le RSU di Insiel
Udine, Trieste 14 giugno 2016

mercoledì 8 giugno 2016

Sciopero 9 giugno 2016




INCONTRO CON LA PRESIDENTE SERRACCHIANI


 
Trieste, Udine 07 Giugno 2016
 
Mercoledì 1 Giugno si è tenuto l’incontro che avevamo richiesto alla Presidenza della Regione riguardante le problematiche che avevamo evidenziato e condiviso con i lavoratori a più riprese in questi mesi.
All’incontro erano presenti, oltre alla Presidente Serracchiani, anche l’Assessore Panontin e il Presidente Puksic.
In apertura la Presidente si è detta soddisfatta di come Insiel applica il piano industriale, informandoci di come le Direzioni Regionali apprezzino il nuovo dinamismo e in generale il nuovo modo in cui Insiel si interfaccia con loro, affermando di non capire le preoccupazioni esposte dai lavoratori ma dimostrandosi disponibile a recepirle e dove possibile trovare una soluzione.
Dopo l’ esposizione puntuale  da parte della delegazione di quanto contenuto nel documento stilato e approvato dall’ Assemblea dei Lavoratori la presidente ha annotato i punti prendendosi l’impegno, in qualche settimana, di valutarli e rispondere puntualmente ad ogni uno degli stessi.
In particolare ci aspettiamo una risposta su:
  • Definizione dei servizi strategici: ha preso l’impegno di individuare gli stessi (sottolineando che la riposta “potrebbe piacerci oppure no”).
  • Formazione: ha dichiarato che verificherà la possibilità di utilizzare fondi europei destinati alla regione.
  • Organizzazione interna: verificherà con la direzione aziendale il perché di questa ennesima riorganizzazione e la situazione dei passaggi di consegne.
  • Relazioni sindacali: ha annunciato la volontà di imporre all’azienda un maggiore coinvolgimento dei sindacati nelle discussioni.
  • Esternalizzazioni: ha annunciato un approfondimento ribadendo la sua contrarietà all’uso delle esternalizzazioni.
  • Assunzioni: ha precisato che da legge esistono precisi limiti all’ utilizzo di lavoratori in somministrazione (come diversamente comunicato dall’azienda) e verificherà la possibilità di attingere alla disponibilità pubbliche/regionali di lavoratori.
Le RSU, pur esprimendo preoccupazione per certe affermazioni della Presidente, rimangono in attesa di risposte da parte della Proprietà.
Non essendo intervenuti ulteriori elementi atti a modificare l’attuale stato delle relazioni industriali con l’azienda, confermano le azioni fino a qui intraprese a tutela dei lavoratori.
 
Le RSU Insiel

giovedì 19 maggio 2016

Comunicato 18 maggio 2016


Dopo l’ennesima richiesta di chiarimento da parte delle RSU circa la gestione delle ferie, si conferma il metodo adottato dall’Azienda, totalmente iniquo e a discapito di tutti quelli che le ferie le fanno; alle RSU Insiel non resta che stigmatizzare le decisioni unilaterali dell’Azienda, che violano il CCNL e la normativa attuale.

Le RSU sono quindi costrette a confermare

la rottura di ogni qualsivoglia relazione industriale.

La Direzione aziendale perde sempre più credibilità, anche alla luce delle voci di dimissioni da parte della D.G. a tutt’oggi non smentite, sia per la gestione dei rapporti con i lavoratori, sia per la gestione dell’organizzazione interna del lavoro, sia per la fallimentare implementazione del piano industriale (già di per sé discutibile).

Le RSU denunciano con forza il teatrino messo in piedi dal presidente Puksic che, usando l’Azienda per i propri fini personali, veicola risorse e mezzi verso attività inutili e al di fuori della mission aziendale.
Le iniziative che si sono accavallate in questi mesi, tutte di facciata (un inutile ed inutilizzato social network aziendale, i corsi sui social network, We Change Insiel, Internet Day, Totem, etc.….), mirano a buttare fumo negli occhi ai lavoratori distraendoli dai reali problemi aziendali:
  • Assenza di progettualità indipendente dalla proprietà Regione.
  • Mancanza di un piano formativo.
  • Disastrosa organizzazione interna del lavoro.
  • Perdita di Know How a seguito di un mancato passaggio di consegne.
  • Esternalizzazione dello sviluppo software, da sempre attività core di Insiel.
  • Mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo
 
Le RSU Insiel

mercoledì 27 aprile 2016

Lettera alla Presidenza della Regione

Il Piano Industriale Insiel 2014-2017 mediante il quale la Regione si prefigge l’obiettivo di rilanciare l’Azienda, considerata strategica e strumento indispensabile per mettere in atto le importanti riforme che ha predisposto per gli Enti Locali e la Sanità, suscita ancora parecchie perplessità e preoccupazioni nei lavoratori.

A metà del suo percorso non sono stati ancora definiti, in maniera chiara ed esaustiva, i prodotti e i servizi che fanno parte del core-business e si presume, visti l'indecisione e la mancanza di risposte della Direzione aziendale, che non ci sia una strategia definita che consenta tale operazione in tempi brevi.

A oggi l’unico punto del Piano Industriale messo in atto sembra essere quello relativo all'art.4 della Legge Fornero con i trentadue pre-pensionamenti del 2015, senza peraltro aver predisposto un adeguato ed efficace piano di passaggio di consegne.

Ciò è causa di un evidente impoverimento del know-how aziendale e rischia di produrre rilevanti problemi sulla continuità dell’erogazione dei servizi in essere e di mettere in serio pericolo la buona riuscita dei servizi a sostegno delle riforme strategiche Regionali.

In questo quadro di depauperamento di competenze tecniche, l'Azienda fa apparire come inevitabile il ricorso a esternalizzazioni, che oltre ad essere onerose, non garantiscono risultati soddisfacenti nell'erogazione e nella qualità dei servizi, come già verificatosi in diverse occasioni.

Le esternalizzazioni, con affidamento ad aziende terze, della realizzazione dei prodotti sottostanti ai servizi, drenano risorse economiche dirottandole da Insiel ad aziende che spesso non operano sul territorio e non danno garanzie sulla gestione post-realizzazione dei servizi, accollando ad Insiel gli oneri e tenendosi per sé i profitti e il know how.

Non è stato presentato alcun progetto di riqualificazione del personale e gli unici progetti formativi riguardano l’uso dei social network, sicurezza dati e qualche corso limitatamente ad alcuni profili professionali.

Questa situazione sta portando ad un impoverimento dell’offerta di Insiel a tutto vantaggio di soggetti terzi concorrenti, con possibili pericolosissime ricadute sui livelli occupazionali aziendali. Una simile prospettiva è negativa non soltanto per l'Azienda e i suoi lavoratori, ma darà un’immagine negativa a tutta la Regione che dovrà rinunciare a una delle più importanti aziende nel campo dell'ICT.

Una strategia regionale che non può che destare perplessità e malumori nei lavoratori che ritengono più opportuno un vero rilancio dell'azienda con il recupero delle competenze tecniche e di know how disperse anche nelle precedenti sciagurate amministrazioni.

I lavoratori di Insiel riuniti in assemblea il 13 aprile 2016, condividendo tutto quanto sopra espresso, chiedono attraverso i loro rappresentanti sindacali che sia richiesta alla proprietà REGIONE FVG una verifica puntuale dell’attuazione del Piano Industriale e che siano chiariti percorsi e strategie regionali riguardo all’azienda Insiel.

I lavoratori altresì chiedono che venga rilanciata seriamente l’occupazione in Insiel con una forte opera di inserimento di nuovi profili nella società (che vada aldilà del turnover 1:2 previsto con la legge Fornero  che recenti interviste dei vertici aziendali danno per acquisito, sia in uscita che in entrata, ma che ad oggi, nei numeri, risulta ben lungi dall’essere realizzato) che possano apportare le energie per fare di Insiel il motore digitale del territorio e l’azienda leader nella PA.

In attesa di un vostro riscontro, si porgono
Cordiali Saluti.

RSU Insiel di Trieste e Udine

mercoledì 9 marzo 2016

L'ATTO DEL LAVORO: IL (MAGRO) BILANCIO DI UN ANNO DI INTERVENTI RENZIANI, E I LORO VERI OBIETTIVI

Premessa: quello che state per leggere è il nostro quarto o quinto contributo sul Jobs Act. Se la nostra è un'ossessione, lo è in misura speculare a quella del governo e dei suoi megafoni ambulanti che, nel corso dell'ultimo anno, ci hanno quasi quotidianamente edotto sui prodigiosi effetti delle politiche governative sul lavoro.
Arriviamo buoni ultimi a rivelarvi che, in realtà, di prodigi se ne sono visti pochi: ma l'ansia da prestazione dell'apparato di governo su questi temi è di per sé rivelatrice del fatto che l'attacco al mondo del lavoro non può essere oggetto di alcuna critica. Il complesso di interventi volti a rendere più incerta la continuità lavorativa, minore e più precario il salario non consentivano critiche di alcun tipo: la realtà, però, è più forte di ogni rappresentazione, anche di quella di chi controlla le leve del potere politico e influenza paurosamente il potere mediatico.
Nota di metodo: ascriveremo alla categoria Jobs Act molte cose diverse: gli esoneri contributivi stabiliti dalla legge di stabilità 2015; i decreti che costituiscono il Jobs Act vero e proprio (decreti Poletti del 2014, contratto a tutele crescenti, demansionamento e controllo a distanza); l'estensione della possibilità di utilizzo dei voucher. Faremo questa mescolanza perché, al di là delle differenze tecniche tra i provvedimenti, ci interessa cogliere il nesso politico dietro tutta l'azione governativa sul lavoro, in un contesto, quello italiano, che non sembra proprio intenzionato a voler uscire dalla crisi (ammesso che qualcun altro ci sia effettivamente riuscito).
AGGIORNAMENTO 6 MARZO 2016: Nota sulle fonti
I dati che sono stati utilizzati per questo documento sono presi, essenzialmente, dall'Osservatorio sul Precariato dell'INPS e dal database dell'ISTAT. In particolare, quelli relativi all'incremento occupazionale 2015 e alla sua composizione sono tratti dal comunicato stampa ISTAT del 2 Febbraio 2016, reperibile qui. L'Istat ha, successivamente, aggiornato tutte le serie storiche relative all'occupazione, in seguito ad un'innovazione metodologica relativa alla destagionalizzazione dei dati. I cambiamenti non sono pochi, nè di scarso peso: per fare solo un esempio, il dato relativo all'incremento occupazionale 2015, che ammontava a +109.000 unità secondo il vecchio metodo, è “improvvisamente” diventato +163.606. Non avendo la possibilità di verificare di nuovo, e in breve tempo, tutti I dati, ci attestiamo su quelli che l'Istat forniva fino al mese scorso. Non possiamo fare a meno di notare, però, che la procedura seguita dal nostro istituto di statistica è poco rigorosa e piuttosto “bizzarra”, quantomeno dal punto di vista comunicativo. Del resto questo improvviso aumento di circa un terzo dei posti di lavoro in più per il 2015 – che ai malpensanti potrebbe far nascere più di un sospetto – è in scia con quanto è accaduto, ad esempio, in Grecia, Spagna e Portogallo negli anni scorsi; o con quanto è accaduto con I dati sulle migrazioni forniti da Frontex; dati che cambiano all'improvviso e che dimostrano, anche presupponendo la buona fede di chi li fornisce, il carattere profondamente politico, e quindi ideologicamente orientato, della raccolta ed elaborazione statistica di dati, sulla quale poi si fanno, o si giustificano, le scelte dei governi.


1. Spazziamo il campo dalla falsa propaganda: il Jobs Act è stato un flop (a caro prezzo)

Vi chiediamo un momento di pazienza prima di iniziare. Vi sembrerà di essere sommersi da un mare di numeri contraddittori e incomprensibili, e di perdervi, ma state tranquilli: ne usciremo vivi.
Le fonti utilizzate sono, come abbiamo detto, il bollettino mensile dell'Osservatorio sul Precariato dell'INPS e le rilevazioni statistiche dell'ISTAT.
Qual è la differenza tra le due fonti? L'INPS analizza i flussi, cioè l'andamento mensile delle attivazioni e delle cessazioni di contratti; l'ISTAT lo stock, cioè il saldo finale degli occupati, il suo incremento o decremento.
Non è la stessa cosa, un nuovo contratto o un nuovo posto di lavoro? No. Una stessa persona può essere intestataria di più contratti, contemporaneamente – due part-time, per esempio – o successivamente: ad un solo posto di lavoro possono corrispondere più contratti. Un altro esempio – è successo nel 2015 – è che un lavoratore, formalmente “autonomo”, diventa dipendente: quel lavoratore già era presente nel mercato del lavoro, quindi al nuovo contratto non corrisponde automaticamente un nuovo posto.
Che cosa ha fatto la propaganda governativa, a partire dall'inizio del 2015? Ha usato sistematicamente i dati INPS, cioè quelli sui contratti, e li ha spacciati per posti di lavoro (con la supina, pigra e colpevole complicità della quasi totalità della stampa nazionale); non solo, per cantare le lodi del Jobs Act il governo è arrivato addirittura a presentare come “crescita dell'occupazione” il dato lordo sui nuovi contratti attivati, senza calcolare le contemporanee cessazioni. Hanno imbrogliato spudoratamente e goffamente, per un anno intero.
La realtà, ovviamente, è diversa.


continua < QUI >


fonte : 
http://clashcityworkers.org
6 marzo 2016