Il Piano Industriale Insiel 2014-2017 mediante il quale la Regione si prefigge l’obiettivo di rilanciare l’Azienda, considerata strategica e strumento indispensabile per mettere in atto le importanti riforme che ha predisposto per gli Enti Locali e la Sanità, suscita ancora parecchie perplessità e preoccupazioni nei lavoratori.
A metà del suo percorso non sono stati ancora definiti, in maniera chiara ed esaustiva, i prodotti e i servizi che fanno parte del core-business e si presume, visti l'indecisione e la mancanza di risposte della Direzione aziendale, che non ci sia una strategia definita che consenta tale operazione in tempi brevi.
A oggi l’unico punto del Piano Industriale messo in atto sembra essere quello relativo all'art.4 della Legge Fornero con i trentadue pre-pensionamenti del 2015, senza peraltro aver predisposto un adeguato ed efficace piano di passaggio di consegne.
Ciò è causa di un evidente impoverimento del know-how aziendale e rischia di produrre rilevanti problemi sulla continuità dell’erogazione dei servizi in essere e di mettere in serio pericolo la buona riuscita dei servizi a sostegno delle riforme strategiche Regionali.
In questo quadro di depauperamento di competenze tecniche, l'Azienda fa apparire come inevitabile il ricorso a esternalizzazioni, che oltre ad essere onerose, non garantiscono risultati soddisfacenti nell'erogazione e nella qualità dei servizi, come già verificatosi in diverse occasioni.
Le esternalizzazioni, con affidamento ad aziende terze, della realizzazione dei prodotti sottostanti ai servizi, drenano risorse economiche dirottandole da Insiel ad aziende che spesso non operano sul territorio e non danno garanzie sulla gestione post-realizzazione dei servizi, accollando ad Insiel gli oneri e tenendosi per sé i profitti e il know how.
Non è stato presentato alcun progetto di riqualificazione del personale e gli unici progetti formativi riguardano l’uso dei social network, sicurezza dati e qualche corso limitatamente ad alcuni profili professionali.
Questa situazione sta portando ad un impoverimento dell’offerta di Insiel a tutto vantaggio di soggetti terzi concorrenti, con possibili pericolosissime ricadute sui livelli occupazionali aziendali. Una simile prospettiva è negativa non soltanto per l'Azienda e i suoi lavoratori, ma darà un’immagine negativa a tutta la Regione che dovrà rinunciare a una delle più importanti aziende nel campo dell'ICT.
Una strategia regionale che non può che destare perplessità e malumori nei lavoratori che ritengono più opportuno un vero rilancio dell'azienda con il recupero delle competenze tecniche e di know how disperse anche nelle precedenti sciagurate amministrazioni.
I lavoratori di Insiel riuniti in assemblea il 13 aprile 2016, condividendo tutto quanto sopra espresso, chiedono attraverso i loro rappresentanti sindacali che sia richiesta alla proprietà REGIONE FVG una verifica puntuale dell’attuazione del Piano Industriale e che siano chiariti percorsi e strategie regionali riguardo all’azienda Insiel.
I lavoratori altresì chiedono che venga rilanciata seriamente l’occupazione in Insiel con una forte opera di inserimento di nuovi profili nella società (che vada aldilà del turnover 1:2 previsto con la legge Fornero che recenti interviste dei vertici aziendali danno per acquisito, sia in uscita che in entrata, ma che ad oggi, nei numeri, risulta ben lungi dall’essere realizzato) che possano apportare le energie per fare di Insiel il motore digitale del territorio e l’azienda leader nella PA.
In attesa di un vostro riscontro, si porgono
Cordiali Saluti.
RSU Insiel di Trieste e Udine