giovedì 12 giugno 2014

La Germania colpisce il diritto di sciopero

La giungla dei contratti

L’informazione mainstream, puntualmente, ci parla delle “meravigliose sorti e progressive” del cosiddetto modello tedesco. Ci dicono, e ci ripetono, che in Germania i sindacati e i lavoratori partecipano e cogestiscono le contrattazioni e le sorti dell’impresa, facendo un favore a lavoratori e padroni e instaurando così una sorta di armonia che preannuncia l’evoluzione dell’umanità. Addirittura, in un recente articolo di “Economia web” del 21 Marzo si fa accenno a un accordo tra SPD e CDU sul salario minimo, dipingendolo come un cedimento della Merkel alle istanze della sinistra. Da tempo abbiamo imparato a diffidare di questi panegirici.

Tra le innumerevoli contraddizioni della cosiddetta cogestione sindacati-padroni, infatti, troviamo questo (per nulla) nuovo ritrovato della tecnica repressiva dei padroni: Si tratta della prassi informale ma diffusa della Tarifeinheit, ovvero unità contrattuale (oppure unità di contrattazione).

Il sistema contrattuale tedesco è particolare, non solo per il larghissimo ricorso alle agenzie interinali che forniscono manodopera alle aziende, creando così una giungla di contratti differenti, ma anche per la struttura federale dello Stato, che prevede contrattazioni diverse da regione a regione. Inoltre, sono previsti differenti trattamenti contrattuali a seconda dei settori produttivi. Insomma, una vera e propria “boutique dello sfruttamento” nella quale il padrone può scegliere le forme e i trattamenti che preferisce.

Di recente, però, la coalizione di governo (un governo di larghissime intese) tedesca ha trovato un accordo sul cosiddetto piano Nahles per il lavoro. La riforma del ministro della SPD Andrea Nahles prevede di istituire per legge l’unità di contrattazione. “Ad ogni fabbrica il proprio contratto”, recita un principio che sembra essere tutto sommato condivisibile e che dovrebbe mettere ordine in quella giungla di forme contrattuali che è una porta spalancata alla precarietà, alla concorrenza tra lavoratori, alla subordinazione dei diritti agli interessi dei padroni. Non è così, e il motivo è semplice: l’unità di contrattazione si appoggia al principio secondo il quale solo i sindacati più rappresentativi possono gestire il conflitto e la contrattazione delle condizioni di lavoro.

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da : http://clashcityworkers.org
09/06/2014


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