Siamo alle solite. Tutti a ragionare su
come usare i soldi dei lavoratori e su come costringerli ad aderire ai
fondi pensione
(...)
dopo il flop della campagna del 2007 e
il progressivo blocco dei versamenti da parte dei lavoratori aderenti.
Il ministro Poletti arriva a sostenere che si possono usare per
licenziare altri lavoratori!!!
Insomma di nuovo le mani sul Tfr dei
lavoratori.
Pubblichiamo un'illuminante articolo tratto dal Corriere della Sera del 29 maggio a firma di Enrico Marro.
*
Ritirata dai fondi pensione, 1,4 milioni in meno
I lavoratori che smettono di versare i contributi per il calo dei redditi
ROMA
— Un milione e 400mila lavoratori ha smesso, a causa della crisi, di
pagare i contributi ai fondi per la pensione integrativa. Lo ha detto
ieri il presidente della Covip,Rino Tarelli, presentando l’annuale
relazione della commissione di vigilanza. Gli iscritti ai fondi pensione
sono arrivati al 31 marzo 2014 a 6,3 milioni, contro i 5,8 milioni del
2012, il 27% degli occupati. Circa due milioni sono gli iscritti ai
fondi negoziali istituiti con accordi tra associazioni imprenditoriali e
sindacali. Il resto si distribuisce tra Pip, piani individuali
pensionistici (2,6 milioni), fondi aperti (984mila), entrambi offerti da
banche e assicurazioni, e fondi preesistenti alla riforma del 1993
(654mila). Circa un milione di coloro che hanno smesso di versare
appartiene ai fondi aperti e ai Pip.Le risorse complessive dei fondi
hanno toccato quota 116,4 miliardi di lire. In buona parte vengono
investiti all’estero. Su 86,8 miliardi in capo ai fondi pensione
(escludendo cioè i Pip), si legge nella relazione, «ad oggi solo 2,1
miliardi di euro del portafoglio sono investiti nelle imprese italiane».
Altri 24 miliardi su titoli di Stato italiani. Il resto, circa 60
miliardi, va fuori dai confini nazionali. Un trend da modificare,
secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: «Attraverso logiche di
garanzia, le risorse potrebbero essere utilizzate anche per lo sviluppo
del Paese e delle infrastrutture».Il rendimento medio conseguito dai
fondi nel 2013 è stato del5,4%, contro l’1,7% del Tfr, gli
accantonamenti per il Trattamento di fine rapporto. Dal 2000 ad oggi, il
rendimento cumulato dei fondi pensione negoziali è stato del 48,7%
rispetto al 46,1% ottenutodal Tfr.Secondo la Covip «esistono ampi
margini di crescita» per i fondi pensione. «Al fine di favorire il
rilancio delle adesioni,potrebbero essere introdotti meccanismi di
adesione generalizzata e confermata, con possibilità di revoca entro un
dato periodo». Inoltre, per il presidente Tarelli, bisogna «ragionare su
un nuovo e più ampio modello di welfare che passa da una visione
unitaria dei temi della previdenza complementare e dell’assistenza
sanitaria integrativa». E così, al governo che progetta di assorbire la
Covip nella Banca d’Italia, Tarelli ha opposto la proposta di una
Supercovip: «Un’unica autorità di vigilanza del settore che favorisca un
welfare integrato».Ma Poletti preferisce invece aprire una prospettiva
di diverso utilizzo dei fondi pensione, per aiutare i lavoratori anziani
espulsi dalle aziende in crisi: «Non vorrei che la previdenza
complementare venga usata come ammortizzatore sociale, ma non è giusto
che ci siano modalità talmente rigide che rendano inutilizzabili risorse
che potrebbero essere utili per i cittadini in tempi diversi». Perché
insomma non consentire di prendere la pensione integrativa un po’
prima,se la persona si trova senza altre possibilità di reddito?
da : Rete28Aprile
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