giovedì 6 gennaio 2011

Una lettera ai compagni del Comitato Centrale della Fiom

Cari compagni,  
sono uno dei tanti metalmeccanici che a Bari nel luglio del 1968, appena assunto in fabbrica, organizzò gli operai per chiedere al padrone alcuni elementari diritti sindacali quali quello di poterci riunire in assemblea e il rispetto del contratto nazionale di lavoro.La risposta del padrone fu violenta, venni licenziato per rappreseglia sindacale nel febbraio del 1969 e denunciato, unitamente ad altri 11 operai, per una serie impressionante di reati, perchè ritenuti responsabili di aver esercitato come forma di lotta, il picchetto davanti alla fabbrica.Tutti quanti noi fummo costretti a lasciare la fabbrica, per cercare lavoro altrove, al nord, in attesa che lo Statuto dei lavoratori, ponesse fine alle discriminazioni sindacali.A Bologna, ebbi poi modo di partecipare e organizzare nuovamente gli operai, insieme ai tanti compagni della FLM, come Claudio, Giorgio, Gianluigi, ecc..Oggi, oramai da pensionato, osservo che dopo 42 anni, il padronato cerca rivincite, abolendo il contratto nazionale di categoria.Non dobbiamo far passare questa controffensiva padronale.Come ex metalmeccanico, vi chiedo di opporvi con tutte le forze possibili. Con altri compagni metalmeccanici, oggi in pensione, siamo disponibili a partecipare a tutte le iniziative che riterrete opportune. Non possimo stare a casa con le mani in mano, la vostra lotta è la nostra lotta.Dateci la possibilità di essere con voi dapertutto, in piazza, nei picchetti e in tutte le iniziative a cui saremo chiamati.Grazie per l'attenzione e buon lavoro.

Giuseppe Triggiani
metalmeccanico FIOM che non ha mai smesso di lottare

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