Sintesi      dell’intervento di Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della      Fiom-Cgil, al 25° Congresso nazionale dell’organizzazione in      corso di svolgimento a Montesilvano. 
“A      Epifani vorrei dire che non c’è nell’intera storia della Cgil      l’idea che il sindacato esiste se fa accordi. Per noi il      sindacato esiste se fa giustizia. Del resto, della Fiom tutto si      può dire meno che sia un sindacato che non fa accordi. In questo      periodo di crisi ne stiamo facendo molti: contro la chiusura      degli impianti, su Cassa integrazione ordinaria e straordinaria,      sui contratti di solidarietà, sull’utilizzo di corsi di      formazione e, quando possibile, dei veri e propri accordi di      secondo livello.”
     “Nella sua relazione introduttiva, Rinaldini ha fatto una      analisi molto preoccupata e, vorrei dire, molto preoccupante      della situazione della crisi in Italia e nel mondo e della      deriva a destra in atto nel nostro Paese. Se lo ha fatto non è      certo per ragioni congressuali, ma perché preoccupante è      effettivamente la situazione in cui dobbiamo oggi agire.”
     “Per noi, il problema dei problemi è che non abbiamo il      Contratto. Ciò non dipende da noi, ma dalla Confindustria di      Marcegaglia e Bombassei che hanno voluto imporre alla categoria,      attraverso Federmeccanica, un accordo separato. E questo perché      la crisi è considerata dalla parte peggiore del nostro Paese      un’occasione per regolare i propri conti con il mondo del      lavoro, la democrazia e la Costituzione.”
     “L’oggetto della nostra discussione è proprio questo. Cosa fa la      Cgil per fronteggiare questa situazione? Da questo punto di      vista, dico sinceramente che ho trovato deludenti le parole      pronunciate ieri qui da Epifani. Infatti mi chiedo: come farà la      Cgil a costruire un nuovo modello contrattuale? Con quale forza      lo farà? Se non ci riescono i metalmeccanici chi potrà      riuscirci?”
“Il      punto è che per noi democrazia sindacale e unità sindacale sono      due facce della stessa medaglia. I metalmeccanici sono stati la      categoria più unitaria. Nella nostra storia l’unità sindacale      non era un fatto di vertice, ma era basata sull’unità dei      lavoratori. Ed è tutt’ora vero che l’unità è una cosa importante      per i lavoratori se vedono in essa uno strumento che accresce il      loro potere e non un mezzo attraverso il quale viene tolto loro      potere.”
“Il      Segretario generale della Fim ci ha detto che si augura un      libero confronto con noi su diversi modelli sindacali. Ma nella      situazione attuale, nel nostro Paese, non c’è una libera      competizione tra diversi modelli sindacali. E ciò perché il      Governo e la Confindustria vogliono imporci il loro modello e      cancellarci. E ciò ancora perché dietro il nostro modello      sindacale c’è un modello di società non compatibile con quello      condiviso da Berlusconi e Bombassei e con cui Cisl e Uil sono      d’accordo.”
“Il      nostro obiettivo è quello di riconquistare un nuovo modello      contrattuale e per provare a raggiungerlo dobbiamo fare la cosa      più semplice: presentare ai lavoratori una nostra piattaforma.      E’ una scelta difficile. Davanti a noi abbiamo una lunga      marcia.” 
 
 
 
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