Bene ha fatto il comitato centrale della Fiom, dopo che la questione era stata sollevata dal segretario nazionale Fausto Durante, a considerare prive di senso le manifestazioni per il 1° maggio assieme a Cisl e Uil. Non si tratta solo della gravità di un accordo separato sulle regole contrattuali, che senza alcuna verifica democratica, vuole imporre una nuova costituzione delle relazioni sindacali senza il consenso. Non si tratta neppure del rapporto privilegiato che Cisl e Uil hanno oramai senza freni con il governo. Al punto che sono state le uniche organizzazioni a tacere su quella norma salva-manager che ha suscitato scandalo ovunque. (...)
La questione è molto più semplice. Come si fa ha inneggiare all’unità dei lavoratori assieme a chi, come il segretario della Cisl, ti insulta in continuazione, non ha alcun rispetto, né minimo riconoscimento, della diversità delle posizioni sindacali, cavalca insieme al governo e alla Confindustria una campagna di emarginazione ed esclusione delle tue ragioni e delle tue richieste? Questo è quello che sta facendo da tempo e sempre di più, con un linguaggio rozzo e brutale, ai limiti della violenza, il segretario della Cisl. Ultimamente con un’intervista sgangherata e priva della minima sensibilità, al quotidiano Il Riformista, ove ha paragonato la Cgil alla Bosnia e la Fiom alla Jiahd islamica.
No, far finta di niente, rispondere porgendo l’altra guancia, significherebbe solo danneggiare l’unità sindacale. Che è una cosa seria e utile ma che non può essere trasformata e ridicolizzata in un teatrino ove i gruppi dirigenti fanno finta di andare d’accordo quando poi se ne dicono e fanno di tutti i colori. Basta con questa finta unità ipocrita e burocratica che danneggia e allontana ogni prospettiva di vera unità sindacale.
Bene ha fatto la Fiom a chiedere un chiarimento preventivo su tutto questo. Basta con l’ipocrisia proprio a partire dal 1° maggio. Tutti dobbiamo impegnarci ad affermare che l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori non si costruisce sui ricatti, sulle prepotenze, sugli insulti, sugli accordi separati imposti senza alcuna democrazia.
Giorgio Cremaschi
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