giovedì 31 ottobre 2013

Insiel: Serracchiani, servono nuove competenze e capacità

(ANSA) - TRIESTE, 30 OTT - "Per la guida della società informatica regionale scelte di assoluta competenza, lontane da logiche politiche di basso cabotaggio": è il "messaggio" che la presidente della Regione Debora Serracchiani e l'assessore alla Funzione pubblica Paolo Panontin hanno confermato alle Rsu di Insiel ed ai sindacati di Fim, Uilm e Fiom di Trieste ed Udine. Capacità e competenza debbono infatti caratterizzare la nuova "governance" di Insiel che, ha osservato la presidente Fvg, dovrà "trovare una necessaria ed indispensabile semplificazione gestionale a livello di consiglio d'amministrazione, secondo gli indirizzi che la Giunta sta individuando per tutte le società partecipate". "Occorre un ripensamento complessivo sul ruolo e la funzione di Insiel", è stato quindi ribadito alla delegazione sindacali che aveva chiesto un urgente incontro alla Presidenza della Regione in merito al ventilato decremento economico- salariale in conseguenza della possibile applicazione, anche retroattiva, di alcuni provvedimenti normativi introdotti a livello nazionale lo scorso anno. "La nuova governance dovrà risolvere alcune delle criticità che si sono manifestate in Insiel in questi anni - ha sottolineato la presidente Serracchiani - rimarcando l'esigenza della Regione di poter contare su una società informatica forte e motivata a supporto delle esigenze soprattutto del comparto sanitario e delle Autonomie locali ma anche in vista dell'avvio in Friuli Venezia Giulia della progettualità 'Go on FVG' di formazione digitale". Secondo l'assessore Panontin, in questo scenario, sarà opportuno "recuperare ed utilizzare" le risorse Ue inserite nei diversi fondi strutturali comunitari. 

http://www.regione.fvg.it/rafvg/ansa/ansaRegionaleb.act?ansa=20131030.042&dir=/rafvg/cms/RAFVG/ansa/

mercoledì 23 ottobre 2013

Racconto da Atene

Tutti insieme, nessuno da solo


Sembra essere questo lo slogan scelto dalla resistenza greca, una resistenza dura, per forza e entità eguale a quella sotto la dittatura. Non ci sono torture da evitare c’è da combattere la fame, la povertà, l’espropriazione di uno stato e dei diritti sociali che esso comporta, il fascismo in ascesa e impunito grazie alle coperture militari e governative.
È lo slogan adottato da tutte le associazioni di movimento e politiche di opposizione alle misure della troika che ha portato la Grecia come ci raccontano i compagni e le compagne greche non a un disastro sociale ma addirittura a una crisi umanitaria. Ad Atene si fanno i conti sia con quello che si vede che con quello che si sente. Decine di persone normali che di notte dormono per la strada, un negozio aperto e 10 chiusi, interi stabili in disuso, fabbriche chiuse e università di Atene chiusa con un grande striscione che l’attraversa per tutta la sua altezza.
Intorno ai 4 milioni (su una popolazione di 11!) di persone sono sotto la soglia di povertà. I consumi sono calati del 7,5% nel 2012. 350.000 persone sono state licenziate in un anno, 30.000 al mese.
Su 6 milioni di lavoratori 3 milioni hanno già perso i benefici della sicurezza sociale compresa la sanità e non possono in alcun modo curarsi. La disoccupazione giovanile è quasi del 60%, i salari sono stati tagliati del 22% e del 35% per i giovani. Il governo ha reso legale la vendita di cibi scaduti.
La delegazione Fiom ad Atene, composta da 8 persone tra delegati e funzionari, nei giorni 30 settembre e 1 ottobre ha dovuto misurarsi con questa realtà.

La presenza del sindacato europeo nasce dall’ultimo comitato esecutivo di Industriall Europe che approva la richiesta di partecipazione e solidarietà nei confronti dei lavoratori greci e in particolare dei delegati e sindacalisti (tra cui il presidente del Poem, sindacato metalmeccanico greco) del cantiere navale di Skaramanga che rischiano 6 mesi di galera per presunte violenze avvenute lo scorso inverno durante uno sciopero per rivendicare il loro salario dopo 30 mesi senza stipendio.
La delegazione è composta da 180 persone. La più numerosa è quella belga con la Mwb, sindacato metalmeccanico vallone, da anni gemellato con il Poem greco che ha ben 80 partecipanti.
Sindacato multietnico, multilingue, militante, composto da compagni e compagne figli di generazioni di migranti provenienti dall’Italia, dalla Spagna, dalla Grecia, chi per sfuggire al fascismo, chi alla fame. Cantano i canti della Resistenza italiana, così come quelli della guerra civile spagnola, conosciuti da tutti perché, mi spiega un compagno, li hanno imparati dai loro compagni di lavoro.

Tante le voci che abbiamo ascoltato, dal primo giorno io e Valentina incontriamo Joanna, avvocato che lavora in un pool di avvocati che sostengono legalmente i migranti e soprattutto le migranti. Ci racconta cose impensabili di violenze, razzismi, violazioni dei diritti umani.
Due le iniziative ufficiali che svolge la delegazione della Fiom: la prima è la visita ai cantieri navali di Elefesis la mattina del 30 di settembre, la seconda il pomeriggio al Parlamento greco, ospite del gruppo di opposizione di Syriza.
Il 30 mattina partiamo con un pulmino per Elefesis (oltre il Pireo), cantiere militare, non possiamo portare con noi il filmmaker né possiamo fare foto.
Ci ricevono i delegati sindacali nella loro saletta, il traduttore ha studiato a Perugia, come tanti altri greci che incontreremo e che hanno fatto i loro studi in Italia.
Il cantiere è privato (600 addetti) così come Siros (230 addetti) e Skaramanga (1.200 addetti), gli unici 3 rimasti in piedi dopo la privatizzazione.
Negli ultimi due anni la situazione dei cantieri è precipitata, anche cercando qualche capitale estero non c’è nessun risultato in assenza di qualsiasi sostegno industriale ed economico del governo che anzi incentiva gli armatori greci ad andare a costruire le navi in Corea, dove le banche danno un sacco di soldi a un tasso ridicolo.
 

Sono stati in sciopero per 3 mesi perché non venivano pagati da 18 mesi. Dopo le lotte hanno ripreso a lavorare un po’ (2 navi e fanno anche riparazioni) con la decurtazione del 20% del salario. Per i 18 mesi senza salario hanno recuperato solo 2.000 euro.
Nel 2004 fu venduto il primo cantiere Skaramanga (ai tedeschi della ThyssenKrupp) e dopo tutti gli altri. I risultati della privatizzazione sono sotto gli occhi di tutti. Cantieri chiusi e quelli aperti hanno un sacco di problemi.
Ci dicono che siamo fortunati e che Fincantieri ce l’ha fatta, ce lo dice anche il direttore che incontreremo dopo la discussione con il consiglio di fabbrica che se la prende con l’Europa che ha messo negli anni Novanta la cantieristica europea in competizione con i vari Stati anziché con il resto del mondo permettendo la penetrazione dei coreani.

Alessandro Pagano e i delegati dei cantieri spiegano come abbiamo salvato in Italia i nostri cantieri, con mesi di cassa integrazione, con una lotta dura, con la volontà di difendere ciò che esiste, delle difficoltà di farlo di fronte alla volontà opposta del governo e degli armatori, con il rigore e la determinazione che i lavoratori di Fincantieri insieme alla sola Fiom e al suo coordinatore nazionale, Sandro Bianchi, hanno messo nella battaglia contro la privatizzazione di Fincantieri.
Se avessimo privatizzato oggi saremmo senza lavoro, senza cantieri e senza uno dei pochi settori industriali rimasti, esattamente come i greci.
I compagni del consiglio di fabbrica ci portano a pranzo. Mi sento in imbarazzo e dico che non avrebbero dovuto spendere dei soldi per noi. La risposta è stata per me stupefacente ma anche un pugno nello stomaco: “stai scherzando? Per una volta che qualcuno ci viene a trovare e si interessa di noi, per noi è solo un piacere”. Questa frase mi dà l’idea di quanto le loro condizioni di vita e lavoro e le loro splendide lotte siano lontane da Bruxelles e da Ginevra.

Il pomeriggio andiamo in Parlamento e ci riceve una folta delegazione di deputati di Syriza, con a capo una donna, la deputata Fothiou (geniale!).
Ci illustrano la situazione drammatica e ci dicono che hanno intenzione di proporre una conferenza europea che chieda l’annullamento del debito per tutti i paesi del sud dell’Europa, e una campagna contro il razzismo e il nazismo. Spiegano che Alba Dorata esiste dal dopoguerra ma non aveva mai contato nulla in un paese antifascista. Tutti i parlamentari e i militanti di Syriza sono impegnati nella fitta rete di associazioni sociali e di ong a cui danno anche sostegno economico.
Il primo di ottobre partiamo tutti in pullman per il tribunale. La manifestazione è vivace, peccato un po’ di pioggia. Dopo un’ora escono i nostri compagni, il giudice ha rinviato il giudizio al 5 di maggio perché a parer suo la polizia non ha prodotto le prove (foto) dell’accusa.
I compagni greci non sono affatto soddisfatti, ci ringraziano commossi e ci diamo tutti appuntamento a maggio.

Sia nelle riunioni ufficiali che in quelle con il movimento tutti ci raccontano di una Grecia che resiste. Si sono aperte 41 farmacie e cliniche sociali che curano quelli che non possono permetterselo con il volontariato di 100 medici, distribuiscono pacchi alimentari, in ogni quartiere si fanno mense sociali e si mettono insieme sia quelli che danno il cibo che quelli che lo cucinano e lo mangiano, si sono istituiti corsi di educazione sociale (molte scuole hanno chiuso e in ogni caso la gente non può più permettersi le materie complementari) con corsi di musica o di lingua, pool di avvocati che danno sostegno legale a chi perde la casa o non può più pagare. Per tutto questo lavoro collettivo si decide in assemblea nei quartieri una volta alla settimana e tutti insieme si decidono le priorità. Si sono organizzate decine e decine di cooperative. Ci sono anche esempi di autogestione di fabbriche andate a buon fine.
Questo esperimento di solidarietà e collettività per loro non è solo un esperimento di sopravvivenza, con esso si afferma che nessuno è da solo ma che tutti insieme si danno una speranza di farcela.

La delegazione riparte e l’ultima immagine che ci portiamo dietro è di una signora distintissima che mentre chiacchieriamo dopo aver mangiato un souvlaki ci chiede se può portar via il pane avanzato.
Torniamo con la sensazione di aver fatto qualcosa di buono e di utile. Averci regalato questa sensazione è un merito di tutti e tutte le persone che abbiamo avvicinato.
Non basterà, questo lo sappiano soprattutto una volta tornati nelle nostre routine, chi più chi meno burocratiche e di interminabili, a volte vuote, a volte inutili discussioni.
Io volo a Bruxelles dove c’è il coordinamento sindacale della Fiat in Europa. Con tutto quello che succede nel mondo Fiat in Europa, impieghiamo 5 ore di discussione con i veti di Fim e Uilm per decidere di inviare una lettera all’azienda per convocare un Cae!
Mi viene da pensare che forse i greci, nessuno da solo e tutti insieme, si salveranno, ma noi di sicuro no.


Sabina Petrucci
Ufficio Europa Fiom nazionale


Roma, 10 ottobre 2013

http://www.fiom.cgil.it/europa/comunicati/c_13_10_10-racconto.htm

mercoledì 16 ottobre 2013

Legge Stabilità

sunto da il Fatto Quotidiano di oggi 16 ottobre


Cuneo fiscale. La manovra prevede per il 2014 sgravi fiscali per 3,7 miliardi, di questi 2,5 miliardi sono per il cuneo fiscale. Sarà il Parlamento a decidere come ripartire il beneficio tra i lavoratori.

Incentivi per il posto fisso. 
 Tra gli interventi per le imprese e i lavoratori “c’è anche un incentivo per il passaggio dai contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato. Vale 7 milioni.


Salta la tassa sulle rendite, aumenta l’imposta sul bollo. 
Salta la tassa sulle rendite finanziarie prevista dalle bozze. Sarebbe passata dal 20% al 22%. Ma 3,8 miliardi arriveranno in tre anni dagli aumenti dell’imposta di bollo. Arriva un rincaro per le comunicazioni sui prodotti finanziari e per le comunicazioni web della Pubblica Amministrazione (16 euro).

Taglio agli sconti fiscali.
Arriva una prima sforbiciata agli sconti fiscali. Vale 500 milioni entro gennaio prossimo.

Rifinanziate le ristrutturazioni.
Arriva 1 miliardo di ‘scontì per per le ristrutturazioni edilizie e l’ecobonus.

Cig in deroga per 600 milioni e carta acquisti.
Gli ammortizzatori in deroga saranno rifinanziata per il 2014 per un importo di 600 milioni. Il Fondo per la social card è incrementato di 250 milioni di euro per il 2014.

Stretta sulle pensioni “ricche”, tassa su quelle d’oro.
Le pensioni più ricche – prevedono le bozze – quelle sopra i 3.000 euro non saranno adeguate al costo della vita nel 2014. Arriva invece una mazzata per quelle d’oro: sopra i 100.000 euro ci sarà un contributo “con la finalità di concorrere al mantenimento dell’equilibrio del sistema pensionistico”. Sarebbe del 5% per la parte eccedente i 100 mila euro fino 150mila, del 10% oltre i 150mila e del 15% oltre i 200mila.

Giù l’Iva per le coop sociali.
Non c’è la revisione delle aliquote Iva. Ma viene bloccato l’aumento dell’Iva per le cooperative sociali.

Spending review per 16,1 miliardi.
 Dalle attività di revisione della spesa arriveranno 16,1 miliardi in 3 anni.

Arriva la Trise.
Cambiano le tasse locali sulla casa. La nuova Service Tax, che scatta dal 2014, si chiamerà Trise e assorbirà Imu, Tares e Tarsu. Non il tributo provinciale ambientale.

Un miliardo ai Comuni per il calo della Trise.
Si prevede per il 2014 il trasferimento di 1 miliardo ai comuni per ridurre il prelievo della nuova tassa sulla casa Trise. E arriva contestualmente l’allentamento del patto di stabilità per i Comuni, sempre per 1 miliardo.

Non autosufficienti e 5 per mille.
Per gli interventi di pertinenza del Fondo per le non autosufficienze, incluso il sostegno delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica, è autorizzata la spesa di 250 milioni per il 2014. Rifinanziato anche il fondo per le politiche sociali e il 5 per mille.

Sale l’incentivo Ace.
Si incentiva la patrimonializzazione delle imprese che diventano più affidabili per le banche. Cioè sale l’incentivo Ace. Rivalutazione per i beni d’impresa. Rifinanziamento di 1,6 miliardi per il fondo di garanzia per le piccole imprese.

Norma pro eccellenze.
Arriva un supporto all’eccellenza italiana (Accademia della Crusca, Accademia dei Lincei, ecc) per evitare criteri che ne avevano menomato l’attività.



articolo completo qui  


aggiornamento 13.00

www.ilfattoquotidiano.it 
Landini sulla Legge di Stabilità: "I lavoratori non sono dei coglioni: se per avere dieci euro lordi in più al mese in busta paga, se la somma è che prendono meno di prima, non è che tu puoi prendere in giro le persone"


venerdì 4 ottobre 2013

Mentre noi pensiamo a Dudù, 1,7 milioni di nuclei familiari in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta

Quando questo governo Letta-Berlusconi è nato, il 30 Aprile 2013, ha ottenuto al Senato 233 sì, 59 no e 18 astensioni. Dopo 5 mesi, con gli stessi senatori e dopo interminabili risse e vergognose sceneggiate, ha ottenuto 235 sì, 70 no e un astenuto. A conti fatti tutte queste pagliacciate e giri di giostra per due miseri voti in più. Ma vi rendete conto che mentre “giocate” a fare e rifare maggioranze, a spostare uno o due senatori, a litigare in TV e sui giornali, a fare ridicole sceneggiate come quelle in Senato, 1.7 milioni di nuclei familiari in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta?

Lo sapete, cari Senatori, che mentre giocate a fare governi e governicchi e a insultarvi reciprocamente, nel solo 2013 ben 50mila imprese hanno chiuso i battenti? Ma lo sapete, cari Deputati e Ministri, che mentre siete intenti a guardarvi l’ombelico e tirare a campare, la disoccupazione giovanile ha raggiunto la cifra record del 40,1%? Dico, lo sapete che a causa della vostra incompentenza e litigiosità l’IVA è aumentata al 22% e questo porterà ad una contrazione dei consumi andando così a peggiorare una situazione già di per sè pessima? Dico, lo sapete che mentre mandate in onda queste penose sceneggiate, i fondi avvoltoi speculano sugli stati e dirottano le nostre (poche) ricchezze nei loro conti segreti nei paradisi fiscali? Lo sapete che siete funzionali al loro gioco?

Dico: lo sapete vero? Dico, cari senatori e deputati, ma voi sapete come vivono i comuni cittadini fuori da quel mondo dorato dove vi siete rinchiusi? Onorevoli e Ministri della Repubblica, lo sapete che i comuni cittadini non riescono più a pagare il mutuo e sono costretti a scegliere se curarsi o mangiare, se mandare il figlio all’Università o pagare l’assicurazione della macchina?

Credete siano tutti interessati al congresso del PD, alle regole per le elezioni del nuovo segretario e del nuovo candidato premier? Davvero, lo dico senza iprocrisia e falsa retorica, ma avete mai provato a guardare fuori dalla finestra? Ad aprire le tende, buttare lo sguardo oltre Montecitorio e Palazzo Madama, oltre il Quirinale e Palazzo Chigi: dico avete mai provato a farlo? Capite che a causa dei vostri giochi, risse, stoccate, risate, abbracci, insulti e poi ancora sorrisi, abbracci, insulti e stoccate, l’Italia sta morendo? L’ho scritto varie volte e commentatori ben più autorevoli di me lo hanno ricordato: la coesione sociale del Paese sta per esplodare con gravi conseguenze di ordine pubblico e sociale. Prima lo capite e meglio è per l’Italia. Prima lo capite e meglio è per voi. Così evitate di stare lontani dalla realtà e, magari, provate a fare quel poco che la Troika vi permette di fare.

Perchè, questo non dovremmo mai dimenticarlo, mentre questi teatrini vanno in onda, mentre noi qui discutiamo di maggioranza e opposizione, di fiducia e leggi ad personam, di lizzi e lazzi, lassù lontano dai riflettori che di volta in volta si prendono i vari Scilipoti o Formigoni, là lontano da sguardi indiscreti si pianifica e parla del nostro futuro. Si mettono in piedi politiche economiche che lo Stato, un tempo sovrano, deve accettare e recepire. Letta, uomo della Trilaterale e del gruppo Bildeberg, lo sa bene. E lo sa ancora meglio Napolitano, anch’egli vicino a questi ambienti, che ce lo ha imposto. Poi, ahimè, va in onda questa farsa, sceneggiate degne delle peggiori osterie, condite di insulti e grida. Ognuno a difendere il proprio orticello. Senatori di ogni ordine e grado che qualora si andasse a nuove elezioni non sarebbero più candidati; Bondi che dice quello che tutti sappiamo, ovvero che erano lì per difendere Berlusconi e dell’aumento dell’IVA non gli importa neanche un po’; Letta che sa che mai più sarà premier qualora crollasse questo governo e, soprattutto, sa che gli tocca guidare il semestre europeo: un’occasione, più unica che rara, che non può di certo lasciarsi sfuggire. E mentre ognuno è intento a difendere il proprio orticello o poltrona, i grandi fondi speculativi guardano dalla finestra, assoporando già le lacrime di sangue che dovremo versare per poterli arricchire. Avvoltoi che si lanciano sulle vittime in difficoltà.

Noi questi avvoltoi non li vediamo, perché siamo intenti a guardare le risse di falchi e colombe in casa berlusconiana o la miriade di correnti in casa piddina. Noi questi avvoltoi non li conosciamo perché i media ci parlano di quanto abbaia Dudù e non degli “Vulture Funds”, i fondi avvoltoi che dissanguano i cittadini, che obbligano lo Stato a tagliare i fondi pubblici per la scuola, la sanità, la ricerca, la sicurezza per pagare il debito da usuraio contratto con questi avvoltoi. Così, giusto per fare un esempio, lo scorso anno la Grecia, per salvarsi dalla bancarotta, ha dovuto versare alla Dart Management con base nel paradiso fiscale delle isole Cayman, ben 400 milioni di euro (800 miliardi di vecchie lire). Soldi sottratti ai lavoratori che si sono visti tagliare lo stipendio del 30%, soldi rubati ai pensionati, soldi sottratti all’Università (quella di Atene ha chiuso i battenti qualche settimana fa). Soldi finiti nei paradisi fiscali. Esentasse, manco a dirlo.

Mentre noi pensiamo alla squallida sceneggiata tra Cicchitto e Sallusti, questi fondi avvoltoi dissanguano le finanze degli Stati un tempo sovrani. Elliot, Hemishere, Dart (solo per citarne alcuni) stanno dissanguando le finanze degli Stati, dirottando i nostri soldi (quello che paghiamo con le tasse per intenderci) in paradisi fiscali. Stanno facendo all’Europa quanto hanno già fatto con le finanze del Ghana, dello Zambia, del Congo, dell’Argentina (che ad un certo punto si è rifiutata di regalare i soldi pubblici a questi avvoltoi senza scrupoli) e del Perù.

Ecco, continuiamo a pensare a Dudù noialtri, mentre loro lucrano sulle nostre debolezze. 
 
 
Massimo Ragnedda - 04/10/2013
http://notizie.tiscali.it