venerdì 24 luglio 2009

Cremaschi: Tanti minimizzano, ma lo scontro sul contratto dei metalmeccanici sarà al centro dell’autunno

Con il primo incontro per il contratto dei metalmeccanici si annuncia un conflitto sindacale di una durezza e di una complessità senza precedenti. La Federmeccanica ha convocato tutti i sindacati allo stesso tavolo, ma le piattaforme di Fim e Uilm da un lato, della Fiom dall’altro, non sono soltanto diverse, sono estranee tra loro. Infatti, la Federmeccanica ha teso subito a precisare, cosa che normalmente non si fa nel primo incontro e che di solito ha una funzione quasi di cortesia, che la piattaforma di Fim e Uilm è dentro il sistema di regole dell’accordo separato di aprile, mentre quella della Fiom è totalmente incompatibile.
Federmeccanica ha parlato con toni da scontro frontale, naturalmente mascherandoli sotto l’ipocrisia del senso di responsabilità. Al punto che, cosa inusuale anche nei tavoli dei metalmeccanici, ha usato una parte dell’introduzione per condannare gli scioperi in atto a Melfi, contro le scelte autoritarie e discriminanti di Fiat.
Fim e Uilm hanno svolto un ruolo di puri comprimari, dichiarando solo disponibilità rispetto alle posizioni degli industriali. La Fiom non ha semplicemente sostenuto con fermezza la propria piattaforma, ma ha già annunciato che, nel caso di accordo separato, agirà sia sul piano sindacale che su quello legale. Quello che sta maturando al tavolo dei metalmeccanici è, infatti, l’equivalente di un colpo di stato applicato alle relazioni sindacali. Il contratto dei metalmeccanici è in vigore, per la sua parte normativa, fino alla fine del 2011. Ma Fim e Uilm, in ottemperanza all’accordo separato sul sistema contrattuale, lo hanno disdettato. Non è mai avvenuto nella storia sindacale del paese che un accordo separato puntasse a cancellare contratti e normative ancora in vigore.
Ciò è grave, non solo per l’industria metalmeccanica, ma anche perché nessuna minimizzazione sarà possibile di fronte al fatto che forze sindacali di minoranza, contro il sindacato di maggioranza e senza aver consultato i lavoratori, decidono di cambiare regole e normative.
Sarà uno scontro durissimo e senza precedenti, che costringerà tutti a prendere posizione, sia nella politica, sia sul terreno sindacale. La Federmeccanica ha sottolineato nella sua introduzione che la Fiom presenta una piattaforma su due anni mentre tutte le altre categorie della Cgil, pur non condividendo l’accordo separato, l’hanno presentata su tre. Anche questo è il segno che si cercherà di dimostrare che quella dei metalmeccanici è una situazione a parte e che altrove Cgil, Cisl, Uil e Confindustria possono superare assieme le divergenze.
Il disegno di isolamento della Fiom e dei metalmeccanici, che a volte pare avere anche un consenso ben più vasto di quello, immediatamente interessato, della Confindustria e di Cisl e Uil, è destinato a fallire. La questione del salario, dei diritti contrattuali e quella ancor più rilevante della democrazia sindacale, faranno premio su tutte le manovre diplomatiche. La Fiom ha illustrato le proprie richieste con riserva, sottolineando che esse devono comunque essere sottoposte al voto vincolante del referendum tra le lavoratrici e i lavoratori che si concluderà la prossima settimana. Fim e Uilm non hanno avuto questo problema, perché hanno già dichiarato di aver acquisito un consenso plebiscitario tra i propri iscritti. Che, evidentemente, hanno potuto esprimersi anche per via telepatica, visto la scarsa partecipazione registrata alle assemblee e alle votazioni indette da queste organizzazioni.
Nei prossimi giorni, i dati veri del referendum della Fiom mostreranno che la piattaforma separata di Fim e Uilm e l’accordo separato sul sistema contrattuale sono in netta minoranza tra i metalmeccanici e che un contratto fatto su quelle basi sarebbe una violazione delle più elementari norme di democrazia.
Si apre, quindi, uno scontro drammatico e costituente dell’intero sistema di relazioni sindacali. Lo ha ben intuito l’ex segretario della Cisl, Pezzotta, sicuramente non imputabile di simpatie per la Fiom, che ha recentemente proposto, inascoltato prima di tutto dalla Cisl, di rinviare lo scontro sulle nuove regole e di fare per i metalmeccanici un accordo ponte di due anni.
Tutta la gestione della crisi, le relazioni sindacali, i rapporti tra Cgil, Cisl e Uil saranno segnati da quello che avverrà al tavolo dei metalmeccanici. Tutta la politica dovrà tenerne conto, anche gli ineffabili dirigenti del Partito Democratico che, finora, hanno intrapreso il loro congresso ignorando quanto si sta preparando nella principale categoria industriale del nostro paese.

Giorgio Cremaschi

Nessun commento: