mercoledì 31 dicembre 2014

Cremaschi : 2015, col Jobs act sarà l’anno dei licenziamenti di massa

Era lecito domandarsi a che servisse togliere la tutela dell’articolo 18 a tutti i nuovi assunti, quando non si creano nuovi posti di lavoro e la disoccupazione aumenta.

Il decreto natalizio del governo Renzi supera questa contraddizione. Senza che se ne fosse minimamente accennato nella discussione parlamentare sulla legge delega, il testo sfrutta al massimo l’incostituzionale mandato in bianco imposto col voto di fiducia e estende la franchigia anche al mancato rispetto delle regole sui licenziamenti collettivi. 
La legge 223 infatti, recependo principi e regole in vigore in tutti i paesi industriali più avanzati e sostenute con forza da tutte le organizzazioni internazionali, Onu in testa, da oltre venti anni disciplina i licenziamenti collettivi per crisi, stabilendo criteri e regole nel loro esercizio. Ad esempio essa applica un concetto principe del diritto del lavoro degli USA, la “seniority list ” . Se proprio si deve licenziare si parte dagli ultimi arrivati , dai più giovani, da coloro che non hanno carichi familiari e si risale verso le madri e gli anziani capi di famiglia. In vetta a quella lista, nelle aziende Usa sindacalizzate, stanno addirittura i rappresentanti dei lavoratori. 
In Italia non siamo così rigidi, ma il senso della regola è lo stesso. 
La 223 stabilisce che solo con un accordo sindacale controfirmato da una pubblica autorità si possa derogare ai criteri dell’anzianità e dei carichi familiari. Così son state definite con le aziende, da ultimo con Meridiana, le uscite dei più anziani, in grado di raggiungere la pensione con la indennità di mobilità. Se un’azienda prima del decreto Renzi avesse voluto fare licenziamenti indiscriminati di massa , avrebbe subìto un doppio danno. Avrebbe dovuto pagare consistenti penali e avrebbe rischiato la reintegra da parte di un giudice di tutti i dipendenti licenziati senza il rispetto di regole e procedure. Questo vincolo ha frenato i licenziamenti di massa, anche in una crisi senza precedenti come quella attuale. 
Ora viene tolto e le aziende potranno liberamente sbarazzarsi, per crisi e ragioni economiche, di lavoratrici e lavoratori che hanno l’articolo 18 e sostituirli con dipendenti precari a vita, pagati molto meno e per la cui assunzione riceveranno anche un consistente finanziamento pubblico.

La portata reazionaria di questo decreto mostra tutta la malafede di un governo che sa perfettamente che la liberalizzazione dei licenziamenti non ha mai prodotto, né mai produrrà un solo posto di lavoro aggiuntivo a quelli esistenti. Nessuno assume in più se non ha lavoro in più da far fare. 
Ma se viene offerta la possibilità di realizzare, a condizioni più che favorevoli, quello che le imprese chiamano il ricambio organico del personale, perché rifiutarla? Questo è lo scopo vero del Jobact : un gigantesco scambio di manodopera tra chi ha più e chi ha meno diritti e salario. Come più di cento anni fa, quando i braccianti venivano cacciati dalla terra che avevano coltivato, perché agrari e baroni reclutavano gente più povera disposta a subire condizioni peggiori. 
Non solo il Jobact non fa nulla contro la disoccupazione, ma anzi proprio per funzionare ha bisogno di una massa ricattabile di senza lavoro, senza i quali le sue norme resterebbero lettera morta. Alla fine l’ occupazione complessiva sarà ancora minore, come già sapientemente prevede la Confindustria, ma quella rimasta somiglierà molto di più a quella che lavora oggi in Cina rispetto a quella che aveva conquistato diritti e dignità in Italia. Le imprese rimaste festeggeranno per i maggiori profitti, mentre il lavoro sarà sottoposto alla schiavitù di un Medio Evo tecnologico.
A questo punto non serve aggiungere altre parole. Ogni atto del governo Renzi rappresenta una coerente azione di restaurazione sociale. Non si colpisce solo il lavoro, ma la scuola, la sanità. i servizi pubblici, mentre si rafforzano le spese militari. Quando si interviene, come all’Ilva, lo si fa per permettere alle multinazionali cui verrà ceduta di risparmiare i costi del risanamento e degli investimenti. Tutte le riforme politiche proposte stravolgono principi e libertà costituzionali.

Ma a questo punto continuare a rimproverare a Renzi e a Giorgio Napolitano, che ne è il primo sostegno, di fare quello che dichiarano di voler fare non serve a niente. Il governo Renzi è la personalizzazione della distruzione della Costituzione Repubblicana, è nato e opera per questo. 
Rappresenta una classe dirigente italiana che ha deciso che il sistema sociale e democratico del dopoguerra non possa più essere mantenuto, di fronte ai vincoli della Troika e della finanza globale. O si contestano quei vincoli, euro compreso, o si insegue il modello del capitalismo selvaggio senza vincoli. Renzi e Napolitano hanno scelto di essere fino in fondo fedeli esecutori di quei vincoli, per questo oggi son avversari di tutto ciò che nella storia italiana ha significato progresso sociale e democratico. Renzi e Napolitano hanno scelto e chi si oppone a questa loro scelta deve essere altrettanto intransigente e rigoroso. Altrimenti la coerenza reazionaria del governo sarà la sola devastante forza in campo .

Giorgio Cremaschi
 
 

venerdì 28 novembre 2014

COME CAMBIA IL LAVORO AL TEMPO DEL JOBS ACT

E io contavo i denti ai francobolli, dicevo grazie a dio, buon natale”. A differenza dell’impiegato di Fabrizio De André, questa storia non inizia col maggio francese e non finisce con la bomba che debutta in società: questa è la storia di un impiegato nel mondo della Leopolda, quello in cui il Jobs Act è il nuovo Statuto dei lavoratori, una storia di quando il futuro sarà il presente. Avvertimento preliminare: tutto quello che verrà raccontato è coerente con le disposizioni del ddl delega sul lavoro che diventerà legge la prossima settimana.

SUL LUOGO DI LAVORO STALIN NON TI VEDE, L’IMPRENDITORE SÌ

Milano. Anno decimo dell’era renziana del mercato del lavoro. Interno giorno. Un classico ufficio, tre postazioni di lavoro, una grande finestra, è l'ora di pranzo e un uomo solo guarda verso l’esterno.

È Carlo G., laurea in Economia e Commercio, 45 anni, impiegato da sette alla XXX SPA, media società che fornisce servizi logistici, sposato , due figlie. Carlo G. è un amministrativo e si occupa di preparare le buste paga: da contratto lavora sette ore e 12 minuti al giorno, che poi nella realtà sono spesso più di otto, guadagna 1.950 euro netti al mese, non è iscritto a nessun sindacato e non s’è mai lamentato, i suoi capi lo apprezzano.

Oggi, però, l’impiegato Carlo G. è preoccupato. Gli è arrivata una email dalla direzione: “Stante che un Dpcm del 2015 (governo Renzi) ci autorizza a utilizzare forme di controllo a distanza sui dispositivi aziendali, questa direzione è qui a chiederle informazioni sul suo comportamento del 15 novembre u.s.

Dai dati raccolti sul suo Pc risulta infatti che le operazioni di compilazione delle buste paga siano state interrotte senza apparente motivo tra le ore 15:12 e le ore 16:03. Come risulta inoltre dalla telecamera puntata sulla sua postazione – e non su di lei, ovviamente, come prescrive il Dpcm citato – lei si è assentato dalla postazione non solo in quel lasso di tempo, ma anche per mezz’ora nel pomeriggio di due giorni dopo”.

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(Marco Palombi per il Fatto Quotidiano via Dagospia)

lunedì 24 novembre 2014

IL DIRITTO DEI DIRITTI

Intervista a Alberto Piccinini
realizzata da Barbara Bertoncin

UNA CITTÀ n. 216 / 2014 ottobre

Le resistenze a intervenire nuovamente sull’articolo 18, dopo che già la Riforma Fornero ha fortemente limitato l’obbligatorietà del reintegro, vengono dalla preoccupazione che se si prevede una motivazione, una qualsiasi, che consente di non reintegrare una persona licenziata illegittimamente, i datori di lavoro potranno sempre licenziare con quella motivazione; la questione, irrisolta, della soglia dei 15 dipendenti, cioè tra chi ha diritto e chi no. Intervista ad Alberto Piccinini. 

Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.


Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.

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Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.
Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.

Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.

Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.

Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista, dello "Studio Legale Associato” di Bologna, ha sempre svolto la professione forense con specializzazione in diritto del lavoro, patrocinando cause avanti alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea. Membro del collegio difensivo Fiom, con Franco Focareta, Massimo Vaggi e Lina Grosso, ha difeso la Fiom di Potenza nel processo per condotta antisindacale di Sata (Fiat) relativo ai licenziamenti di due delegati ed un iscritto alla Fiom, dichiarati infine antisindacali.

venerdì 21 novembre 2014

Jobs act - Il nuovo articolo 18

da il Sole 24 ore 

L’emendamento al Jobs act riformulato dal Governo e approvato in commissione Lavoro alla Camera fa entrare direttamente nel testo della delega ciò che finora non c’era: un riferimento diretto alla reintegra nel posto di lavoro, e dunque all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Agganciate all’introduzione del contratto a tutele crescenti, le nuove regole escludono per i licenziamenti economici la possibilità della reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio e limitando il diritto alla reintegra ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi per l’impugnazione del licenziamento. Saranno i decreti delegati a dover recepire questi principi.

continua > QUI

lunedì 29 settembre 2014

Comunicato delle RSU



ATTENZIONE  :

Si fa presente che tale attività può essere svolta solo FUORI ORARIO DI LAVORO, quindi gli interessati PRIMA DI ANDARE in saletta RSU dovranno timbrare l'uscita dall'azienda come per le assemblee fuori orario.

martedì 23 settembre 2014

Audizione del presidente di Insiel sul nuovo piano industriale in prima commissione consiliare - resoconto da Twitter fiom insiel

(dal basso in alto)

*

[L'incontro è terminato]

Pozza: "si cercherà un tavolo di incontro ad personam per tutelare i dipendenti che devono restituire più soldi, esprimo piena solidarietà"

Pozza: "La posizione aziendale sul recupero delle quote è che non ci sono condizioni per fare diversamente"

Panontin: "A nostro giudizio non c'era modo di evitare il recupero dei soldi e non è un argomento più in discussione"

Panontin "mi piacerebbe pensare che al termine del triennio noi fossimo in grado di dire agli enti locali di diventare partner e non clienti"

Panontin: "In Insiel negli ultimi 6 mesi c'è stata una riduzione di costi di 2 milioni e mezzo"

Panontin: "Massima autonomia manageriale della società. Chiediamo al dottor Pozza di rispondere con i numeri"

Panontin: "Riordino di governance della regione a ruota dopo quello di Insiel"

Panontin: "Dobbiamo fare un patto molto chiaro con gli eell: se decidono di usare prodotti esterni se li devono pagare da soli"

Panontin: "la digitalizzazione distrugge posti di lavoro e ne crea altri, Pozza risponde ad un efficientemente della società"

Riccardi: "Non vorrei si passasse da un monopolio statale ad un monopolio privato"

Riccardi (pdl) : "Non so quante aziende siano in grado di offrire un servizio come quello che Insiel offre alla sanità"

Tondo (gr. misto) : "Ha senso che noi lasciamo questa società a competere con le piccole aziende o facciamo crescere l'autoimprenditoria locale?"

[AIA = Accordo Integrativo Aziendale]

Bianchi: "Vorrei conoscere anche la versione dell'azienda in merito, per sapere se è vero che la questione può essere risolta tramite AIA"

Bianchi: "Come si può mantenere in Insiel dei buoni rapporti se ci sono delle questioni aperte come quella del recupero dei soldi?"

Bianchi: "Messa a posto Insiel come sarà messa a posto la regione?"

Elena Bianchi (M5S) : "Trovo una buona idea spostare il focus di Insiel a centro servizi, mi chiedo come la regione si interfaccerà con l'Insiel"

[Il presidente Pozza ha concluso la sua presentazione]

Pozza: "L'azienda è disunita al suo interno e deve ritrovare la collaborazione"

Pozza : "Coordinamento con le strutture ICT DELLA regione che si occupano della sanità"

Pozza: "Processo di revisione per i sistemi core dell'azienda ormai tecnologicamente obsoleti"

Pozza : 35 milioni di euro investiti nei prossimi anni per portare i 30 megabit a tutti e i 100 megabit ad almeno il 50% dei cittadini della regione

Pozza : "Cittadino al centro della nostra azione di programma"

Pozza : "L'azienda è rimasta agli anni 80 per quanto riguarda i processi interni"

Pozza: "L'Insiel non può più pensare di fare tutto da sola. L'azienda deve in primis diventare un centro servizi"

Pozza: "Non possiamo pensare che i nostri servizi costino di più di altre aziende presenti sul mercato"

Pozza: "Ho visto in azienda quella capacità di reazione che mi fa pensare che sarà in grado di recepire questo cambiamento"

Pozza: "Ho speso il mio primo semestre cercando di capire la realtà informatica territoriale"

Le linee guida preparate da Insiel rispecchiano quanto richiesto dalla regione

Insiel viene definita una "sartoria informatica artigianale" dall'assessore Paolo Panontin

[Siamo in diretta dalla sala stampa del consiglio regionale]

volantino che verrà consegnato ai componenti della prima commissione

una nostra delegazione infatti è andata in Regione per seguire in diretta la presentazione di Pozza.
Vi invitiamo a partecipare numerosi all'assemblea delle 12.10 
e di coinvolgere quanti più colleghi possibile. 
Date massima diffusione! 

Barbara, Max e Alex







giovedì 18 settembre 2014

Comunicato RSU FIOM Insiel - Trieste

Oggi (17/09/2014) il Presidente Pozza, in un incontro con le Rsu di Insiel ha nuovamente approfondito i punti su cui verterà il piano industriale per il prossimo triennio.
Le Rsu Fiom Insiel di Trieste lo reputano insoddisfacente sia per i lavoratori che per l'utente "pubblica amministrazione" dunque per tutti i cittadini e le imprese del Friuli Venezia Giulia.
 

L'azienda nel suo piano è sfuggita alla caratteristica di strumentalità prevista dalla legge regionale 9/2011 puntando a trasformarsi prevalentemente in un centro d’acquisti della Regione Friuli Venezia Giulia, diventando cioè un "consumer" senza neppure definire quali saranno gli asset strategici dell’Azienda e quali non lo saranno (manca, ad esempio, l’indicazione su quali programmi ritenere fondamentali e quali acquistare all'esterno).

In questo piano industriale viene deciso di cambiare l’impostazione stessa dell’Azienda. Non sarà infatti più produttrice di software ma centro di servizi, questo di fatto cancella il ruolo dell’Insiel all’interno del sistema informativo regionale, facendo peraltro aumentare i costi dovuti agli appalti esterni e riducendo qualità e personalizzazioni fatte espressamente per gestire le specialità della regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

A conclusione dell'incontro La Direzione aziendale comunica la  decisione unilaterale di trattenere ai dipendenti la parte di stipendio anticipata nel 2013 disconoscendo le richieste, fatte da più parti, di utilizzare metodi più concordati possibile e violando gli impegni previsti dall’accordo aziendale vigente.

Per questi motivi le Rsu FIOM dell'Insiel, invitando all'unità i lavoratori, dichiarano aperta la vertenza Insiel e nei prossimi giorni chiameranno i lavoratori a lottare per i propri diritti.

Le RSU FIOM di Trieste

mercoledì 17 settembre 2014

incontro con la Direzione - news da Twitter fiom insiel

(si legge dal basso)



L'azienda, nonostante tutto, ha intenzione di procedere con il recupero dei soldi il 27 di questo mese.

Valerii non vuole entrare nel dettaglio. E propone i comitati

Già da inizio ottobre si comincerà il passaggio alla nuova organizzazione.

L'area clinica della sanità sarà autonoma, ma non l'area di gestione amministrativa.

Il laboratorio non esisterà più ma confluirà nell'area progetti, che sarà separato dall'area gestione.

Nuova organizzazione: sarà più leggera con solo 2 livelli. Si passerà da 84 a 42 unità produttive.

Fuori 100 anziani e dentro 50 giovani. E anche questo lo chiamano "patto generazionale"

Il presidente ha notato in questi primi mesi come l'azienda sia in grado di essere protagonista del cambiamento in regione.

New Generation Ascot: partirà un piano di revisione, verranno riscritte il 30% delle funzionalità. Abbandonata la migrazione automatica.

Ascot non si converte più. Verrà riscritto il 30%

Prevista la sostituzione di tutti i prodotti obsoleti per i quali non è più possibile offrire la manutenzione

Da produttori di software a centro servizi


Inizia ora l'incontro delle rsu con la dirigenza per la presentazione del piano industriale


mercoledì 3 settembre 2014

...e magicamente...


assemblea 2 settembre 2014




L'assemblea degli iscritti della Fiom dell'Insiel di Trieste non condivide la scelta effettuata dai componenti della commissione elettorale di FIM e UILM nell’indicare, il 6 e 7 ottobre 2014, come date per le prossime elezioni RSU.





Le motivazioni che hanno portato la Fiom di Trieste a richiedere il rinnovo delle RSU nella sede dell'INSIEL di Trieste sono:



  • le RSU avevano terminato il loro incarico a giugno 2014.
  • Si erano manifestate, sia la mancanza di coerenza da parte della delegazione aziendale che azioni non condivise di altre confederazioni.
  • Si avvicinano l’apertura della nuova stagione contrattuale con il rinnovo del contratto integrativo, la definizione dei valori per il PDR 2013 e la ricerca di una soluzione economica in merito alla rinnovata richiesta di restituzione delle somme erogate in riferimento alla legge 95/2012(spending review),  nonché la necessità di aprire con la Direzione Aziendale e con la Proprietà un confronto sul piano industriale.



Questa scelta di posticipare a ottobre le elezioni RSU non permetterà, in questo mese, ai lavoratori di essere adeguatamente tutelati da una rappresentanza votata e forte del mandato ricevuto.



FIM e UILM dovranno assumersi la responsabilità della loro volontà di non disturbare “il conducente”: motivano la scelta di tali date, nascondendosi dietro la parola democrazia, considerano infatti il mese di settembre come periodo di ferie, che non consentirebbe ai lavoratori di esprimersi pienamente.



Da parte nostra non vogliamo cedere su nessun argomento a partire dalla questione economica in quanto già a fine settembre l'Azienda vuole precedere unilateralmente con le trattenute sullo stipendio in base alla legge 95/2012 senza aver ricevuto nuove  indicazioni dalla Proprietà.

Quindi, attraverso le RSU uscenti chiediamo la convocazione di un'assemblea generale dei lavoratori da effettuarsi il 9 settembre per continuare la mobilitazione a difesa dei nostri interessi nella speranza che le RSU unitariamente affrontino questa vertenza.



Il comitato degli Iscritti Fiom Insiel Trieste