martedì 27 marzo 2012

Nel modello tedesco il reintegro c'è

di Giovanni Orlandini

Nel testo troppi i margini di discrezionalità al datore che vuole licenziare, ma gli studi più seri dicono che la flessibilità in uscita non produce occupazione. Ok solo alle misure su dimissioni in bianco e disabili.

Si è fatto un gran parlare in questi giorni di “modello tedesco” di licenziamento (ma anche di relazioni industriali), spesso senza conoscerne realmente i contorni e spesso piegandolo alle convenienze. Non sembra però che quel modello sia preso in considerazione dal governo, a giudicare dalla proposta di riforma presentata. In Germania spetta in primo luogo al consiglio di fabbrica valutare la fondatezza delle ragioni del licenziamento, mentre da noi manca perfino una legge sindacale che riconosca ai lavoratori il diritto di scegliere chi li rappresenta in azienda. In quel paese poi il controllo del giudice sui licenziamenti economici è molto accurato e può sempre portare alla reintegra del lavoratore.
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