martedì 11 gennaio 2011

Cremaschi: comunicato stampa

"Marchionne non può chiudere Mirafiori oggi, il suo ricatto serve solo a  far crescere i suoi guadagni in Borsa. Si condanni l’immoralità sociale dell’Amministratore Delegato della Fiat". Dall’alto dei 200 milioni di euro finora guadagnati da quando è Amministratore Delegato della Fiat, Marchionne si permette oggi ancora di minacciare la chiusura di Mirafiori. In realtà il ricatto che Marchionne fa sugli operai delle Carrozzerie di Mirafiori è un’operazione speculativa che serve alla Borsa, ma che non dice nulla sul futuro dello stabilimento.
Oggi Marchionne e la Fiat non possono chiudere Mirafiori perché perderebbero un po’ di risultati finanziari. E’ proprio il piano industriale presentato da Marchionne, in realtà, che non dà futuro allo stabilimento, perché lo fa diventare un’officina sussidiaria e sostituibile della Chrysler per modelli vecchi. La verità è che Marchionne agisce solo come uno speculatore finanziario che guarda solo alle stock option, che tutti hanno condannato come immorali, e che si prepara quest’anno a guadagnare il doppio di quanto ha incassato sinora.  Basterebbe che Marchionne rinunciasse a un anno dei suoi guadagni per pagare i salari di Termini Imerese, che Marchionne ha già chiuso, e delle Carrozzerie di Mirafiori, che minaccia di chiudere.
In una democrazia ci dovrebbe essere lo scandalo per un manager che quota il ricatto in Borsa e che con il ricatto accresce i suoi guadagni personali. Ci dovrebbe essere una pubblica condanna dell’immoralità sociale di Marchionne. In ogni caso è chiaro che il futuro di Mirafiori non lo può decidere e non lo deciderà l’Amministratore Delegato della Fiat.

Nessun commento: