venerdì 24 dicembre 2010

FIAT: il no della FIOM CGIL al piano per Mirafiori

Per la CGIL, quello che ha portato all'accordo separato per lo stabilimento torinese, è un “sistema autoritario” che esclude il confronto con l'azienda. FIOM CGIL, per la prima volta si cancella l'esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impedendo ad un'organizzazione di avere rappresentanze
   
Un accordo “indifendibile e vergognoso”, quello che vede, dopo Pomigliano, il no della FIOM CGIL al piano per lo stabilimento FIAT di Mirafiori. E' stato firmato ieri (23 dicembre) a Torino l'ennesimo accordo separato tra azienda e sindacati, senza il consenso della categoria dei metalmeccanici della CGIL. Il piano presentato dall'azienda automobilistica prevedeva modifiche su turni, assenze, pause e straordinari. Inoltre, non solo le due newco che nascono a Mirafiori e Pomigliano saranno fuori da Confindustria,  e quindi dagli accordi sottoscritti per i metalmeccanici tra le rappresentanze sindacali e quelle degli industriali, ma di fatto vi sarà una totale esclusione, al loro interno, delle rappresentanze aziendali (RSA) della FIOM in quanto non firmataria del contratto collettivo. 

“Per la prima volta si cancella l'esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impendendo ad un'organizzazione, tra l'altro la più rappresentativa del comparto e non solo della FIAT, di avere uomini e rappresentanze”, questo è il duro commento del Segretario Generale FIOM CGIL, Maurizio Landini.

I contenuti dell'accordo peggiorano quanto fatto a Pomigliano, spiega il leader dela FIOM “si riducono le garanzie per i lavoratori e si conferma che non si vogliono pagare i primi giorni di malattia, con sanzioni che possono arrivare fino al licenziamento per i lavoratori che dovessero decidere di scioperare”. Ma “gravi” modifiche sono state apportate anche per quanto riguarda i turni, le pause e gli straordinari, “come FIOM – prosegue il dirigente sindacale - abbiamo sempre detto che siamo disposti a discutere prima di scioperare, ma abbiamo sempre avuto a che fare con una controparte che vuole solo un sindacato corporativo e aziendalista, superando l'idea del sindacato confederale”. 

Il leader della FIOM sottolinea come “così facendo, si lede la libertà di ogni singolo lavoratore di aderire all'organizzazione sindacale che meglio lo può rappresentare”. Insomma, avverte Landini, “siamo al ricatto” poiché, conclude “un referendum in queste condizioni è illegittimo perchè si chiede ai lavoratori di rinunciare ai propri diritti”. Infatti, a gennaio, l'accordo sarà sottoposto al voto dei lavoratori.

“Un sistema autoritario che punta a escludere chiunque voglia discutere, contrattare e confrontarsi sulle posizioni dell'azienda”, quello che secondo il Segretario Confederale, Vincenzo Scudiere della CGIL ha portato all'accordo separato per Mirafiori, che costituisce spiega, “uno dei più gravi attacchi alle relazioni sindacali italiane”.

Certamente, per la CGIL, si tratta di un accordo “complicato e difficile” che si è innestato in un permanente equivoco determinato dall'amministratore delegato della FIAT che, sottolinea Scudiere, “invece di spiegare il piano industriale, ha voluto determinare una rottura, prima con Pomigliano e ora con Mirafiori, decidendo di agire in modo unilaterale”. Il dirigente sindacale conclude reclamando “scelte chiare” ed esprimendo la necessità di un nuovo confronto “per capire quali scelte intende fare la stessa Confindustria e le imprese nel loro complesso”. Capire cioè, dice Scudiere, “se si intende proseguire il confronto avviato con il tavolo sulla crescita o sposare la linea dell'amministratore delegato FIAT”.

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