mercoledì 17 settembre 2008

Comunicato della RSU FIOM e Segreteria Provinciale della FIOM

La FIOM di Trieste condivide le azioni messe in atto dalla delegazione sindacale di Udine in quanto ritiene che si possano inserire nel seguente giudizio: non si condivide il metodo con cui si è arrivati alla scelta, da parte della proprietà Regione , soggetto politico, della scissione.

La motivazione principale, delle scelte fatte dalla FIOM di Trieste, FIOM e FIM di Udine consiste nella valutazione che anche l’attuale giunta, cosi come quella precedente, non ha mai avviato un confronto serio sulle motivazioni che giustificavano prima la vendita e successivamente la scissione.
L’atteggiamento della proprietà, oggi come ieri, è stato sempre unilaterale
proposta da accettare e/o da subire. Con una variabile che la proposta di scissione ha ricevuto un consenso preventivo da parte di FIM-CISL UILM-UIL UGL e FISMIC, mentre sulla vendita,con gara, la delegazione sindacale è rimasta unita sulla critica introducendo delle condizioni sulle garanzie occupazionali ( non si poteva ridurre l’organico per tutto il periodo della convenzione, scadeva nel 2014/17 e l’integrità aziendale era garantita).

La nuova situazione venutasi a creare ha confermato che rimanendo INSIEL pubblica ci sarebbero stati esuberi, minacciati dalla giunta ILLY e ufficializzati da TONDO.

Negli incontri fatti, dopo la consegna del “ piano industriale” – 12 agosto - e conseguente
posizione unitaria sulla necessità di ricevere risposte ai punti rimasti critici : gestione degli esuberi; identificazione dei dipendenti di INSIEL mercato, guida manageriale, prospettive ( leggi prodotti ) produttive e garanzie per i 135 dipendenti della futura azienda da collocare sul mercato, ha portato alla valutazione, visto i tempi del programma dei lavori dettato dalla proprietà di rendere esplicita la criticità espressa dalla FIOM – TS/UD e FIM –UD, con l’obiettivo di non dare acquisito il documento presentato in quanto gli esuberi contenuti non si possono definire in assenza dell’attore principale ovvero l’imprenditore e ricevere prima della delibera da parte del Cda le risposte ai punti rimasti aperti e unitariamente condivisi.

Questi i fatti che
hanno ricevuto una risposta del Presidente scissa in due fasi , la prima autoritaria - impedendo di rispondere alla sua dichiarazione da parte di tutta la delegazione - e poi di ragionevolezza nel posticipare il Cda, ovvero corrispondendo a quanto già contenuto nella attivazione della procedura di raffreddamento e conciliazione che per Legge si deve appliccare ad INSIEL aperta della sola delegazione sindacale di Udine ( la FIOM di Trieste ha proposto una raccolta di firme per EVENTUALMENTE attuare uno sciopero superando l’applicazione di Legge che riguarda SOLO l’ attività DIRETTA della sanità )
l’obiettivo che si voleva raggiungere era duplice: da una parte evitare che il CdA deliberasse la nascita di INSIEL Mercato in presenza di risposte negative o in assenza di risposte convincenti e dall’altra iniziare una trattativa vera.

La scelta di
rimanere nella sala della giunta da parete della FIOM di TS/UD e FIM di Ud è la conseguenza del mancato raggiungimento dell’ obiettivo e la necessità di evidenziare quello che riteniamo sia stato un pretesto del Presidente di non voler rispondere ai punti critici volendo , da parte sua, evidenziare la diversa posizione sindacale allo scopo di rafforzare quello che appare come una volontà acquisita, da parte della proprietà, ovvero non aprire una trattativa e puntare sulla divisione e indebolimento della delegazione sindacale per assicurarsi il consenso e magari scaricare le responsabilità dell’operazione e sue conseguenze.

Questi i fatti, documentabili, e su queste basi risulterà fondamentale il giudizio ed il consenso che daranno i dipendenti di INSIEL sulla evoluzione della vertenza che li riguarda tutti.

Consenso e valutazione che la FIOM di Trieste ricercherà di rendere visibili e quantificabili con l’utilizzo di percorsi democratici che vedano la partecipazione attiva di tutti i dipendenti.

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